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NBA, Joel Embiid ne ha per tutti: dibattito sul GOAT, il lusso di Tatum e i raddoppi

NBA
©Getty

Negli ultimi giorni Joel Embiid ha rilasciato diverse interviste notevoli, da quella con il New York Times in cui sosteneva che "LeBron James non è più quello di una volta" e che ha il talento per essere considerato il migliore di tutti i tempi, se solo non avesse subito così tanti infortuni. In una più recente apparizione ha anche tirato una frecciatina a Jayson Tatum e sostenuto che, senza raddoppi, segnerebbe 50 punti di media in NBA

Joel Embiid sostiene che, dopo la nascita di suo figlio, i suoi giorni da "troll di Twitter" siano ormai alle spalle perché deve dare il buon esempio. Ogni volta che viene intervistato, però, l’MVP del 2023 non si fa certo pregare quando c’è da esprimere un’opinione forte, meglio ancora se controversa. Dopo le parole su LeBron James che hanno fatto drizzare le antenne a molti ("È sotto gli occhi di tutti che atleticamente non sia più il giocatore dominante di un paio di stagioni fa"), in una lunga intervista con il New York Times il camerunese ha anche sottolineato come, a suo modo di vedere, avrebbe tutte le carte in regola per essere considerato il più grande di semprese solo non avesse subito così tanti infortuni. "Lo penso davvero, ho quel tipo di talento" ha detto. "Ovviamente bisogna vincere il titolo, e per farlo serve l’aiuto dei compagni. Nessuno può farcela da solo. Ma se ci pensate davvero, la cosa che mi ha fermato in questi anni sono stati infortuni strani. Ogni volta ai playoff ci sono state persone che mi sono cadute sul ginocchio o che mi hanno procurato una frattura al volto — due volte. Sempre al momento sbagliato. Considerando quello che sono riuscito a raggiungere e quello che mi è stato tolto dagli infortuni, penso che possa essere la verità. Ci sono molti ‘what if’, ma considerando quello che è successo collettivamente e individualmente, si può costruire un’argomentazione per posizionarmi lassù”.

La questione passaporti con la Francia: "Rapporto non buono con l'Africa"

Questi saranno i primi Giochi Olimpici per Embiid, che ha scelto la nazionale statunitense nonostante avesse ricevuto il passaporto francese per giocare con i transalpini nelle Olimpiadi di casa. Embiid nell’intervista ha spiegato il suo punto di vista: "Io mi sento del Camerun: se ci fosse stata l’opportunità di giocare con loro alle Olimpiadi, non ci avrei nemmeno pensato. Quella sarà sempre casa mia. Scegliere è stata dura: sono negli Stati Uniti ormai da 14 anni, e in Francia ho tanti membri della mia famiglia. Dalla Francia mi hanno messo pressione per prendere una decisione ponendomi un ultimatum, mentre gli USA mi hanno lasciato il tempo per decidere. Ho anche parlato con il presidente Macron, è stata una bella chiacchierata. Ma una delle cose che gli ho detto è che per me il rapporto tra Francia e Camerun, o tra la Francia e l’Africa in generale, rappresenta un problema. Avrei messo in difficoltà la mia famiglia in Camerun, perché in tanti vogliono liberarsi dalla Francia dopo così tanti anni di oppressione".

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In un’altra intervista, questa volta intervenendo nel The Check Ball Show, Embiid ha rilasciato un altro paio di dichiarazioni destinate a far discutere. In un’occasione in particolare ha sottolineato come i Boston Celtics siano un “super team” e Jayson Tatum sia fortunato a giocare con compagni di squadra così forti: "Se io avessi una partita da 5 su 20 al tiro, verremmo battuti sonoramente" ha detto, una dichiarazione che non farà necessariamente felici neanche i suoi stessi compagni di squadra. In un’altra occasione invece ha sostenuto che, senza raddoppi di marcatura, potrebbe segnare 50 punti a partita come Wilt Chamberlain nel 1962: "Non sto scherzando, ci riuscirei. Basterebbe darmi il pallone in post ogni azione: ne verrebbe fuori un canestro o un viaggio in lunetta. Manderei tutti i lunghi avversari in problemi di falli. Invece vengo raddoppiato e triplicato, perciò la cosa giusta da fare è scaricare il pallone". Dichiarazioni forti, in pieno stile Embiid nonostante non sia più il troll di una volta.

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