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Team USA, Kerr e l’esperienza di allenare finalmente LeBron: "È stata una benedizione"

NBA

Avversari per oltre dieci anni in sfide che hanno quasi sempre assegnato il titolo NBA, Steve Kerr e LeBron James si sono ritrovati a Parigi con Team USA. E dopo un mese trascorso insieme e con una medaglia d’oro al collo, il coach di Golden State ha parlato di cosa ha significato per lui riuscire finalmente ad allenare uno dei più grandi giocatori di sempre

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Per dieci anni, ovvero da quando Golden State decideva di affidare la panchina a un esordiente assoluto e Cleveland esplodeva di gioia per il ritorno dell’idolo di casa, Steve Kerr e LeBron James sono sempre stati avversari. E, quando si sono incontrati, quasi sempre c’era in palio il titolo NBA. Difficile, quindi, costruire un rapporto che andasse oltre il rispetto reciproco, mai in discussione. Lo spirito agonistico che anima sportivi di quel livello, d’altronde, non concede grandi spazi di conoscenza reciproca. Alla fine, però, i due si sono ritrovati in quella che per entrambi potrebbe essere l’ultima avventura con Team USA. A Parigi, come da pronostico, è arrivata la vittoria, ma secondo Kerr la medaglia d’oro non è la cosa più preziosa che porterà con sé dall’esperienza di quest’estate.

 

Cosa significa allenare LeBron

“Allenare LeBron è stata una vera benedizione” ha dichiarato Kerr dopo la finale vinta contro la Francia, “dopo tutti questi anni passati ad allenare contro di lui, provando a capire come poterlo battere”. Avere a che fare con una stella di quel livello, giunta ormai alla fase finale della carriera, e poterla osservare da vicino ogni giorno, per Kerr è stato prima di tutto un piacere: “È facilissimo allenarlo, è un professionista incredibile, ha così tanto talento e ormai padroneggia ogni aspetto del gioco”. Una padronanza che alle Olimpiadi si è tradotta nel premio di MVP del torneo, vinto senza grandi discussioni dopo sei partite in cui la sua leadership è stata evidente come forse mai in passato. Il mese abbondante trascorso insieme, ha reso il coach degli Warriors un fan sfegatato del grande avversario: “Ammirerò LeBron per sempre”.

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