In Evidenza
Tutte le sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

NBA, Alex Caruso dice grazie a LeBron James: "È stato lui a farmi credere in me stesso"

NBA
©Getty

Quando LeBron James è arrivato a Los Angeles, al via della stagione 2018-19, si è ritrovato in squadra un giocatore mai scelto al Draft reduce da 37 partite in gialloviola nella sua stagione da rookie. Ma Caruso (il quasi sconosciuto) e James (la mega-superstar) non ci hanno messo molto a stabilire un'intesa speciale, e oggi la guardia dei Thunder riconosce il ruolo fondamentale svolto da LeBron nella sua crescita

Condividi:

Alex Caruso è entrato in NBA dalla porta di servizio, mai scelto al Draft, costretto a guadagnarsi un posto tra training camp e summer league. Sudando e lottando ce l’ha fatta, e ce l’ha fatta ai Lakers, una delle destinazione più prestigiose. Onore e oneri, però, perché vestire il gialloviola vuol dire anche dover reggere la pressione di giocare all’altezza di compagni di squadra leggendari – uno su tutti, ovviamente, LeBron James. Ma se Caruso, nei 4 anni trascorsi ai Lakers, si è guadagnato il quadriennale da 37 milioni di dollari firmato con i Chicago Bulls - e ora anche la fiducia di Sam Presti, che lo vede come il pezzo mancante per migliorare ancora una squadra di vertice come gli Oklahoma City Thunder - tanto lo deve proprio a “King” James. Come ha ammesso lui stesso: “È stato LeBron a darmi la fiducia di cui avevo bisogno. Se un certo giudizio arriva da qualcuno del suo spessore, è ovvio che significhi qualcosa di speciale. Mi ha dato quella fiducia necessaria a credere che ciò che stavo facendo fosse giusto, che fossi forte abbastanza, che potessi contribuire col mio apporto anche in una squadra come i Lakers. Mi ha fatto credere di poter essere un fattore decisivo in una partita NBA

È quello che ho sempre voluto: poter restare in campo nei finali di partite per avere una chance di puntare alla vittoria insieme ai miei compagni”, ha raccontato la neo-guardia dei Thunder, che da quest’anno metterà a disposizione tutto il suo bagaglio tecnico-agonistico al servizio di Shai Gilgeous-Alexander, Chet Holmgren e soci. Sfidando, in una Western Conference che si annuncia più agguerrita che mai, proprio i Lakers di LeBron a caccia di un (ultimo) titolo NBA dopo quello del 2020. Che Alex Caruso ricorda bene. 

leggi anche

Caruso torna a OKC, ritrova Daigneault dopo 7 anni