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NBA, ex trainer cita in giudizio i Clippers per l’arrivo e la gestione di Kawhi Leonard

NBA

L’ex preparatore atletico degli L.A. Clippers Randy Shelton ha citato in giudizio gli L.A. Clippers, accusandoli di averlo assunto per avvicinare e convincere Kawhi Leonard a firmare con loro, salvo licenziarlo senza causa quando ha sollevato dubbi sulla gestione degli infortuni dell’All-Star. La squadra ha negato ogni accusa da parte del trainer, che ha depositato la causa presso la contea di Los Angeles

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Proprio nei giorni in cui gli L.A. Clippers hanno dovuto inaugurare la loro nuova arena senza Kawhi Leonard a disposizione, nuove e inedite accuse da parte di un ex membro della squadra scuotono la franchigia. Come raccontato da Chris Haynes di Bleacher Report e da Baxter Holmes e Ramona Shelburne su ESPN, il trainer Randy Shelton ha citato in giudizio la squadra di L.A. e il suo presidente Lawrence Frank, sostenendo di essere stato licenziato in parte per aver sollevato preoccupazioni e lamentele per il modo in cui è stata gestita la salute e gli infortuni di Leonard negli ultimi anni. La causa è stata presentata giovedì nella contea di Los Angeles dagli avvocati che rappresentano Shelton, che da preparatore atletico ha seguito il due volte MVP delle Finals sin dai suoi giorni a San Diego State, dove ricopriva un ruolo simile per la squadra di pallacanestro dell’ateneo, meritandosi la fiducia da parte di Kawhi che lo ha portato con sé ai San Antonio Spurs dopo il passaggio in NBA nel 2011.

L’accusa di Shelton: "I Clippers mi hanno contattato e assunto per prendere Leonard"

Le accuse di Shelton riguardano due aspetti diversi: il “tampering” dei Clippers per convincere Leonard a firmare con loro da free agent e la gestione degli infortuni. Per quanto riguarda la prima parte, Shelton sostiene di essere stato contattato dai Clippers e da Frank già nel 2017, quando Leonard subì un infortunio in gara-1 di finale di conference (con il celebre “piede sotto” di Zaza Pachulia) dando via a una serie di eventi che hanno portato poi al suo addio nell’estate del 2018. I Clippers avrebbero contattato Shelton, al tempo sotto contratto con gli Spurs, per cercare “informazioni sanitarie private” su Kawhi chiedendo di farlo con discrezione. Le due parti avrebbero parlato circa 15 volte al telefono e avuto almeno sette incontri, secondo la causa depositata, con i Clippers interessati a saperne di più sugli obblighi contrattuali di Leonard con gli Spurs e sulla sua situazione medica.

 

Nelle sue conversazioni, Shelton sostiene che Frank abbia "discusso di portare Shelton nell'organizzazione dei Clippers come preparatore atletico, data la relazione personale e la fiducia che Leonard aveva in Shelton”, nonostante le regole della NBA lo vietino espressamente per il cosiddetto “tampering”. L'articolo 35 del regolamento della NBA vieta infatti alle squadre di tentare "direttamente o indirettamente" di invogliare i giocatori sotto contratto con una squadra a unirsi a una squadra diversa". Già intorno a febbraio 2019, Shelton sostiene di aver incontrato Lawrence Frank a San Diego, il quale avrebbe personalmente assicurato che avrebbe avuto un ruolo nello staff della squadra se Leonard si fosse unito ai Clippers. Shelton ha detto di aver incontrato di nuovo i Clippers durante i playoff di quello stesso anno per discutere della volontà di Leonard di unirsi alla squadra, cosa poi effettivamente avvenuta nel luglio del 2019, così come Shelton è stato assunto dalla franchigia.

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La seconda accusa: "Cattiva gestione degli infortuni di Leonard"

Subito dopo essersi unito alla squadra, Shelton sostiene che il suo ruolo è stato diminuito, venendo escluso dalle riunioni e che le informazioni sulla salute di Leonard gli siano state nascoste. Dopo la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro nei playoff del 2021, Shelton aveva indicato come l'obiettivo di recupero per Leonard sarebbe dovuto essere di 730 giorni, cioè due anni pieni lontano dai campi, ma i Clippers hanno considerato quella tempistica “inaccettabile". Leonard è tornato in campo nell'ottobre 2022, 16 mesi dopo l'infortunio, ma dopo sole due partite ha lamentato un’infiammazione al ginocchio operato, tornando però meno di un mese dopo. Più tardi quella stagione, Leonard si è rotto il menisco destro in una serie di playoff contro i Phoenix Suns. Dopo quell'infortunio, Shelton ha detto di aver scritto a Frank chiedendo spiegazioni sul suo ruolo diminuito e su come la squadra avesse gestito la salute di Leonard. In esso, ha detto di aver notato che la "cattiva gestione dell'infortunio di Leonard e del protocollo di ritorno in campo è stata allucinante" e che "il disprezzo per il suo processo di recupero è inaccettabile". Shelton sostiene che i Clippers avevano posto più enfasi sulla produttività di Leonard che sul suo recupero. Il giorno seguente, Frank avrebbe risposto affermando: "Prendiamo molto sul serio le vostre preoccupazioni e andremo avanti prontamente con un’indagine". Le accuse di Shelton sono però state trovate infondate e Frank lo ha licenziato senza causa nel luglio del 2023: l’ex trainer sostiene di non essere stato compensato per i salari dovuti, comprese le spese e i rimborsi.

La risposta dei Clippers: "Accuse false e senza merito"

"Speriamo che la causa del nostro cliente serva da campanello d'allarme per l'organizzazione dei Clippers, facendo capire loro che i giocatori non sono solo valori in dollari, ma sono esseri umani che richiedono un trattamento sanitario e di recupero adeguato - e non affrettato - per le carriere e le vite successive", ha scritto John David, uno degli avvocati di Shelton, in una dichiarazione a ESPN. I Clippers, dal canto loro, hanno negato ogni accusa: "Le affermazioni del signor Shelton sono state indagate e sono trovate senza merito. Abbiamo onorato il contratto di lavoro del signor Shelton e lo abbiamo pagato per intero", ha detto la squadra in un comunicato. "Questa causa è un tentativo tardivo di colpire i Clippers sulla base di accuse che il signor Shelton dovrebbe sapere sono false".

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