La vicenda originaria risale alla partita tra Warriors e Grizzlies di venerdì scorso, quando uno sgambetto di Draymond Green a Zach Edey era stato inizialmente considerato come un fallo di gioco, per poi essere archiviato come antisportivo il giorno successivo. E al veterano di Golden State non sono piaciute le lamentele spese in quell’occasione dal rookie di Memphis e dal coach avversario Taylor Jenkins
Anche dopo una stagione come quella scorsa, dove le malefatte in campo sono costate carissime a lui e a tutta la squadra, Draymond Green non sembra aver smarrito la voglia di giocare sporco sul parquet e di polemizzare davanti ai microfoni. Al centro dell’attenzione, questa volta, c’è lo sgambetto che il veterano di Golden State ha rifilato a Zach Edey nella partita di venerdì scorso contro Memphis. Inizialmente considerato fallo di gioco, lo sgambetto è stato archiviato come “Flagrant 1”, ovvero un antisportivo, il giorno successivo dopo un’attenta revisione da parte della NBA. Subito dopo la gara, poi, il rookie dei Grizzlies aveva parlato di una giocata che non c’entrava nulla con il basket, mentre coach Taylor Jenkins si era detto molto deluso dal fatto che gli arbitri non fossero corsi a rivedere il replay dell’azione per valutarne meglio la gravità. E, puntuale e attesa, durante l’ultima puntata del suo podcast è arrivata anche la replica del quattro volte campione NBA.
La gestione emotiva secondo Draymond
“Sapete perché vi abbiamo battuto ai playoff?” ha chiesto Green nel corso del suo podcast, rivolgendosi direttamente ai Grizzlies, “perché il vostro coach è troppo emotivo e non è in grado di gestire le sue emozioni e quelle della squadra”. L’ala degli Warriors è poi tornata sul comportamento tenuto dal coach di Memphis dopo la gara di venerdì: “Cos’hai ottenuto con quelle lamentele? Hai solo insegnato al tuo rookie, che è altro 2.24, a correre dai media e a lamentarsi dei falli subiti”. Green ha quindi chiuso la sua filippica ribadendo il concetto: “Siamo tutti grandi e grossi, lui è grande e grosso e se vuoi esserlo davvero non corri dai giornalisti a piangere per un fallo che hai subito”.