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NBA, Dyson Daniels: "I Pelicans sono maledetti, contento di essere andato via"

NBA

Al suo terzo anno in NBA, Dyson Daniels si è affermato come uno dei migliori difensori perimetrali della lega, facendo le fortune degli Atlanta Hawks che lo hanno preso nello scambio di Dejounte Murray. L’australiano ha fatto mea culpa per i primi due anni a New Orleans, ma ha anche rivelato che qualcosa non torna: "Quella franchigia è maledetta, ogni anno ce n’è una. Muscoli, ginocchia, commozioni cerebrali: succede di tutto"

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Dyson Daniels è una delle storie di successo di questa stagione, uno dei candidati principali al premio di Giocatore più Migliorato dell’anno grazie alla sua eccellente difesa. L’australiano infatti è il miglior ladro di palloni di questa stagione viaggiando a 3 recuperi di media, cifre che in NBA non si vedevano da decenni, e che stanno facendo le fortune degli Atlanta Hawks, arrivati fino alle semifinali della NBA Cup e in grande ascesa nella Eastern Conference. Daniels è diventato così una sorta di rimpianto per i New Orleans Pelicans, che lo hanno inserito nello scambio per arrivare a Dejounte Murray (avendo anche in squadra un super difensore come Herb Jones nello stesso ruolo di Daniels), e lo stesso australiano ha commentato cosa è andato storto in Louisiana. “Non ero contento di come ho giocato nei primi due anni” ha detto in un’intervista col giornalista Jake Fischer per il Substack di Marc Stein. “Giocavo sempre in tensione e non ero contento di quello che davo alla squadra. Quello mi ha dato motivazione. Volevo tornare a essere me stesso e a giocare liberamente. Non accuso nessuno: la colpa è mia. Non ero continuo, giocavo bene una partita e poi male quella dopo. I primi due anni sono stati un continuo sali e scendi, e a New Orleans c’erano tanti giocatori”.

Daniels: "C'è qualcosa nell’acqua a New Orleans"

I Pelicans giacciono sul fondo della Western Conference con un record di 5 vittorie e 22 sconfitte, complici un numero gigantesco di infortuni subiti in questo inizio di stagione. Daniels, un po’ seriamente e un po’ no, ha dato così la sua spiegazione a quanto sta avvenendo nella sua ex squadra: “Quell’organizzazione è maledetta, ogni anno ce n’è una nuova. Sono contento di non essere più lì. È una maledizione. Ho avuto quattro o cinque infortuni alle caviglie pure io. C’è qualcosa nell’acqua evidentemente. Hanno avuto infortuni muscolari, alle ginocchia, commozioni cerebrali, qualsiasi cosa. Non so cosa sia. Forse giocare duro?”.

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