Victor Wembanyama: la rivoluzione (francese) del basket ha il suo leader

Probabilmente l’avete letto anche voi. Dopo l’ultima gara – una vittoria dei suoi Spurs contro i Portland Trail Blazers – non si parlava d’altro: Victor Wembanyama è arrivato a segnare 200 canestri da tre in NBA prima di Steph Curry e Ray Allen, di Klay Thompson e James Harden. Ci ha impiegato solo 94 gare – mentre dopo lo stesso numero di partite le triple mandate a segno da Curry erano state 187, 185 quelle di Thompson, 136 quelle di Allen e 109 per Harden. Pazzesco. Incredibile. Folle. In realtà no, niente di tutto questo. Perché i dati bisogna leggerli e, soprattutto, interpretarli, e il primato stabilito dal talento francese degli Spurs racconta solo in parte della sua mostruosa bravura. Racconta, molto di più, di come è cambiato il gioco, ma questo non è meno importante se si vuole intuire la grandezza di Wembanyama. Perché oggi, quando i suoi Spurs si prendono quasi 40 triple a sera , il n°1 nero-argento ha un semaforo verde per tirare dalla lunga distanza che gli altri nomi sopra citati – loro sì, veri specialisti del tiro – non potevano neppure sognare. Alla seconda stagione di Curry e di Harden nella NBA gli Warriors tentavano poco più di 21 triple a sera e i Thunder appena sopra le 17 . Figurarsi Ray Allen: la sua seconda annata NBA coincide con la stagione 1997-98, quando una sola squadra – gli Houston Rockets – tentava più di 20 triple a sera e i Bucks di Allen in questa graduatoria erano terzultimi, non arrivando neppure a 9 tiri da tre tentati a sera. Questo per dire cosa? Innanzitutto che se è impossibile paragonare giocatori di oggi a giocatori di ieri, lo è ancora di più in merito al tiro da tre punti, il cui utilizzo sta salendo vertiginosamente nella pallacanestro degli ultimi anni. Certo, è suggestivo raccontare della velocità con cui Wembanyama ha toccato le 200 triple segnate ma il paragone con Curry e gli altri non può reggere, per i motivi sopra elencati. Quello che non deve però passare inosservato è che oggi, ma ancor di più domani, il tiro da tre è già e sarà sempre di più un’arma a disposizione nel bagaglio tecnico del francese per far male alle difese avversarie - e se un giocatore che nella stessa partita in cui ha raggiunto le 200 triple segnate in carriera chiude anche con 30 punti e 10 stoppate allora sì che le cose si fanno davvero interessanti. La grandezza di Wembanyama non sarà mai definita - e ci mancherebbe altro… - dal tiro da tre punti ma dalla sua leadership e dalla capacità di riportare gli Spurs ai vertici della NBA, attraverso i punti , i rimbalzi , le stoppate e la difesa . Ma il basket – non solo NBA - oggi va nella direzione di un uso sempre più intensivo del tiro da tre punti e Wembanyama, che per molti è destinato a essere il giocatore del futuro della pallacanestro mondiale, ha capito che per eccellere deve far sua anche quell’arma. Popovich: "Odio il tiro da tre. L'ho sempro odiato. Ma dobbiamo adattarci" E a capirlo ben prima di lui, ironia della sorte, è quell’allenatore che sei anni fa si sfogava così sulla direzione che il gioco sembrava prendere già allora: “Odio il tiro da tre. L’ho sempre odiato negli ultimi 20 anni", erano le parole di Gregg Popovich, ieri come oggi sulla panchina dei San Antonio Spurs. "Questa non è più pallacanestro. Non c’è più niente di bello. È noioso. Le cose però stanno così, e dobbiamo adattarci”. E quello che sta facendo Popovich con Wembanyama è, a mio avviso, semplicemente perfetto. La squadra - l’anno scorso ancor più di quest’anno – è quello che è, sogni di gloria al momento non sono permessi e allora via libera all’esperimento Wembanyama. Che nonostante sia sbarcato in NBA ancora teenager, ha subito avuto da coach Pop tantissimi minuti a disposizione per giocare, sbagliare e imparare, e un semaforo non verde ma verdissimo per esercitarsi il più possibile nel fondamentale oggi più importante del gioco, il tiro da tre . Popovich lo odierà pure, il tiro da tre, ma siccome ogni rivoluzione ha bisogno di un ideologo ha capito che aiuta non poco a vincere, e se Wembanyama deve essere il giocatore simbolo del basket del futuro deve essere una minaccia anche da tre punti. Già quest’anno sono state sei le occasioni in cui il francese ha chiuso una partita con più di cinque canestri da tre punti segnati, con l’esplosione da 8/16 dall’arco nella gara da 50 punti rifilati agli Washington Wizards a metà novembre. Ma c’è stato anche il 7/15 da tre contro Atlanta per 42 punti e la gara da 6/9 dalla lunga distanza contro Utah, chiusa con 24 punti, 16 rimbalzi e 7 stoppate. Tiri da tre e stoppate Sì, perché Wembanyama sarà anche stato il quindicesimo giocatore più veloce di sempre a raggiungere le 200 triple segnate in carriera, ma già oggi conta più stoppate al suo attivo del 91.1% dei giocatori che hanno mai messo piede nella lega e i 341 palloni rispediti al mittente nelle 94 gare fin qui disputate in NBA sono più di quanto avessero fatto nello stesso intervallo di tempo Hakeem Olajuwon e Dikembe Mutombo, Tim Duncan e Shaquille O’Neal . Magari si potrebbe parlare anche di questo…

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Victor Wembanyama: la rivoluzione (francese) del basket ha il suo leader

Mauro Bevacqua