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NBA, Golden State crolla ma Curry e Green predicano calma: "Non sacrificheremo il futuro"

NBA

Nonostante 17 sconfitte nelle ultime 24 partite disputate, sia Steph Curry che Draymond Green hanno ribadito alla dirigenza di non fare mosse “disperate” sul mercato che possano in qualche modo intaccare il futuro della franchigia. "Abbiamo la responsabilità di mantenere questa franchigia in salute anche quando avremo finito" ha ribadito Curry. "Solo le squadre scarse fanno mosse disperate" ha detto invece Green

Dopo un inizio da 12 vittorie nelle prime 15 partite, la stagione dei Golden State Warriors ha preso tutt’altra piega, uscendo sconfitta in 17 delle ultime 24 partite e finendo sotto il 50% di vittorie con il ko sul campo dei Toronto Raptors, che di gare quest’anno ne hanno vinte solo 9 su 40. Nonostante una delle gare più frustranti della stagione, le due stelle della squadra Steph Curry e Draymond Green hanno ribadito anche pubblicamente un messaggio che hanno già riferito alla dirigenza della squadra: non c’è bisogno di farsi prendere dal panico e di fare degli scambi tanto per farlo, sacrificando il futuro in termini di giovani o asset. "Abbiamo la responsabilità di mantenere questa franchigia in salute e in una buona posizione anche quando avremo finito" ha detto Curry. "Questo non significa che non proveremo a migliorare se ci sarà un’opportunità che abbia senso ora o in estate. L’obiettivo è sempre quello di progredire e nessuno vuole rimanere fermo e passivo. Ma non bisogna nemmeno buttare via asset con scambi disperati giusto per dire di aver fatto qualcosa".

Green: "Scambi affrettati riportano indietro le squadre di 5-7 anni"

Lo stesso sentimento è stato ribadito anche da Draymond Green: "Sia io che Steve Kerr e Steph Curry siamo tutti d’accordo che non bisogna sacrificare il futuro di questa organizzazione solo per andare all-in adesso" ha detto a Yahoo Sports. "Solo le squadre scarse e le organizzazioni scarse lo fanno. E noi non siamo nessuna delle due cose”. “Affinché qualcosa succeda, deve essere la cosa giusta. Non dobbiamo prendere una brutta decisione solo perché ci siamo fatti prendere dal panico. Sono quelle le mosse che riportano indietro una squadra di cinque o sette anni. Quando io e Steph avremo finito, voglio potermi sedere a bordo campo e vantarci della nostra organizzazione e della nostra squadra perché è rimasta forte". La palla ora passa alla dirigenza, che di fatto ha ricevuto carta bianca dai membri più importanti della squadra: come si muoverà il GM Mike Dunleavy da qui alla deadline del mercato, prevista per il prossimo 6 febbraio?

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