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NBA, il ritorno di Butler: maglia di Jordan, 18 punti e sconfitta. "La verità verrà fuori"

NBA

Dopo la sospensione di sette partite, Jimmy Butler ha fatto il suo ritorno in campo per i Miami Heat chiudendo con 18 punti nella pesante sconfitta casalinga subita per mano dei Denver Nuggets. Il sei volte All-Star si è presentato con la maglia numero di 45 di Michael Jordan, annunciando il suo rientro con un comunicato "I’m back" in stile MJ, ma è sembrato più che altro un separato in casa: “Hanno parlato in tanti, un giorno la verità verrà fuori” ha detto alla stampa

Jimmy Butler ha approcciato il suo rientro in campo dopo la sospensione da 7 partite comminatagli dai Miami Heat in pieno stile Jimmy Butler. Attraverso il suo agente Bernie Lee ha rilasciato un finto comunicato in stile Michael Jordan, citando il celeberrimo “I’m back” con cui MJ aveva annunciato il suo ritorno in campo nel 1995. Dopodiché si è presentato al Kaseya Center indossando la maglia numero 45 di MJ ai tempi dei Chicago Bulls, postando anche diverse foto sul suo profilo social. Una volta arrivato in campo, però, c’è stato ben poco da celebrare: Butler è sembrato rimanere molto per conto suo, quasi fosse un separato in casa, non sorridendo quando è stato introdotto nel quintetto base dall’announcer dell’arena (nonostante i tentativi di farlo sorridere dei suoi compagni di squadra) e procedendo a giocare una partita non abulica come in alcune ultime uscite, ma certamente non memorabile. Per lui alla fine 18 punti, 3 rimbalzi, 2 assist e una palla persa con 7/15 al tiro, 0/2 da tre e 4/4 ai liberi in 33 minuti di gioco, con un plus-minus di -11 in linea con quello dei suoi compagni di squadra in una pesante sconfitta (-20) subita per mano dei Denver Nuggets, in controllo per tutta la partita. Secondo le statistiche di Second Spectrum raccolte da ESPN, Butler ha tenuto il pallone in mano per 2.75 secondi in media (il suo minimo da quando è membro degli Heat) e ha palleggiato in media 1.6 volte per ogni tocco (la sua seconda media più bassa di tutta la stagione).

Spoelstra: "I miei metodi non vi riguardano, cercate solo il dramma"

Prima della partita coach Erik Spoelstra ha affrontato la questione Butler di petto, rilasciando una dichiarazione di circa un minuto prima delle domande dei giornalisti, chiedendo di non chiedergli altro sulla questione. "Lavoriamo in una lega di complessità e siamo in un posizione insolita in questo momento, ma il nostro obiettivo è di continuare a operare all'interno di questa complessità” ha detto riferendosi alla richiesta di Butler di essere ceduto. “Il mio lavoro è preparare questa squadra a giocare ad alto livello, ed è quello che sto facendo. Questo è il piano. I miei metodi per farlo non sono davvero affari vostri. Siete tutti alla ricerca di dramma, io sto cercando di preparare questa squadra a giocare ad alto livello. E per quanto riguarda le domande stupide come 'Qual è la temperatura della stanza?' o "Come si sentono tutti?”… sembra così drammatico. Siamo professionisti, stiamo bene, siamo pronti per la partita di stasera, e questa è l'unica cosa che conta. Non vediamo l'ora di tornare in campo. Siamo stati in trasferta per un po’ ma ora siamo al completo, quindi non vediamo l'ora di cominciare".

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Butler: "Un giorno la verità verrà fuori"

Dopo la partita Spoelstra non ha voluto approfondire la prestazione del suo numero 22 ("So quali storyline state cercando, ma stasera non alimenterò niente di tutto ciò. Ci hanno preso a calci in c..o"), mentre lo stesso Butler ha parlato con la stampa davanti al suo armadietto in spogliatoio. “Immagino che a questo punto si debba tornare a giocare a pallacanestro. È quello che mi aspetto di fare fintanto che sono qui al meglio delle mie possibilità. Ma la situazione è quella che è". Butler ha anche aggiunto che gli è stato chiesto di non commentare ulteriormente e perciò si è trincerato dietro diversi "no comment" per le domande più spinose, dando comunque appuntamento a un futuro non meglio precisato quando spiegherà tutto: "Molto è stato detto da tutti, tranne che da me. Lasceremo che le persone continuino a parlare come se sapessero tutto e avessero tutte le risposte. E poi, prima o poi, tutta la verità verrà fuori. Ma fino ad allora continueremo a lasciare che le persone parlino. Fintanto che sono qui, andrò là fuori e giocherò". Una cosa però Butler ha tenuto a specificarla: "È stato bello andare in campo e competere con questi ragazzi" ha detto sui suoi compagni di squadra. "A differenza di quello che si pensa in giro, non ho problemi con questi ragazzi. Sto bene con loro, sono miei amici. I miei problemi non sono con loro, non lo sono mai stati e non lo saranno mai".

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