Era nell’aria ormai da diverso tempo e nella notte lo scambio che porta Jimmy Butler, separato in casa a Miami, a Golden State si è infine materializzato. Per perfezionare la trade, che vede in uscita dagli Warriors Andrew Wiggins, Dennis Schroeder, Kyle Anderson, Lindy Waters e una prima scelta, si sono dovute coinvolgere anche Utah, Detroit e Toronto
Alla fine è successo davvero: Jimmy Butler atterra sulla Baia dove giocherà al fianco di Steph Curry e Draymond Green. Lo scambio, di cui si vociferava da settimane se non da mesi, è stato perfezionato nella notte e Golden State e Miami hanno infine trovato l’accordo, coinvolgendo altre tre squadre per far quadrare sia l’aspetto tecnico della trade che quello relativo ai salari. Così, mentre i dettagli della trade sono ancora in via di definizione, Butler andrà agli Warriors in cambio di Andrew Wiggins, della prima scelta di Golden State al prossimo Draft (protetta 1-10, eventualmente rimandabile al 2026 con la stessa protezione) e del veterano ed ex Heat P.J. Tucker, in arrivo da Utah. Ai Pistons andrà invece Dennis Schroeder, in uscita da Golden State, mentre le altre contropartite dello scambio come Kyle Anderson, che finisce a Miami, e Lindy Waters, che andrà a Detroit insieme a Josh Richardson, in uscita dagli Heat, di fatto transiteranno solo virtualmente da Miami.
Jimmy e lo scenario per Golden State e Miami
Con Butler, gli Warriors riescono finalmente a portarsi in casa quella stella che andavano cercando fin dal mercato estivo e dal punto di vista tattico le caratteristiche del giocatore sembrano pressoché perfette per giocare insieme a Curry e Green. Golden State, poi riesce nell’impresa di mettere le mani su Butler senza dover rinunciare a nessuno dei giovani a roster come Jonathan Kuminga o Brandin Podziemski, mantenendo quindi anche una prospettiva di medio-lungo termine per la squadra. E per gli Warriors si tratterà ora di inserire Butler nei meccanismi di squadra, anche perché la questione contrattuale,. materia del contendere con Miami, è stata risolta con il prolungamento fino al giugno 2027 per complessivi 121 milioni di dollari. Gli Heat, per contro, risolvono un caso che stava rischiando di compromettere la tenuta dello spogliatoio e, aspetto non di secondaria importanza, con la finalizzazione dello scambio e l’uscita dei salari coinvolti come quelli dovrebbero riuscire ad evitare di pagare la salatissima luxuxy tax.
