I Thunder sono arrivati alle Finals con il 25° monte salari della lega, grazie anche al grande lavoro fatto al Draft e con i giovani. Alessandro Mamoli ha chiesto a Ajay Mitchell, rookie dei Thunder, di spiegare cosa rende speciale il programma di OKC e lo spogliatoio alla vigilia di gara-1 delle NBA Finals, da seguire in diretta alle 2.30 nella notte tra giovedì 5 e venerdì 6 giugno sui canali di Sky Sport
Qual è il tuo primissimo ricordo di una finale NBA?
Ero ancora un bambino. Ricordo di aver visto molte serie tra Golden State e Cleveland. Ero un fan di LeBron, quindi ho visto tutte quelle partite e ricordo tutte quelle serie. È stato molto divertente ed è pazzesco che ora sia qui a giocare nelle finali io stesso, è davvero fantastico.
C'è qualche giocatore che ti ha ispirato o qualcuno che ammiri da quando eri bambino?
Non proprio, anche perché cerco di guardare molti giocatori. LeBron era uno dei primi, ma ho guardato un sacco di Russell Westbrook e Kevin Durant. Ma anche gli altri principali come Steph Curry. Essere ora in questa lega per sfidarli è una sensazione pazzesca.
Questa è la tua primissima stagione NBA e oggi sei alle Finals. Hai mai pensato di poter finire la stagione in questo modo?
A essere onesti non ci ho davvero pensato. Penso che un anno fa di questi tempi, mentre stavo affrontando il processo del Draft, non avrei mai nemmeno immaginato che sarei stato in questa posizione nel giro di un anno. Essere qui è una benedizione: sono così entusiasta di essere qui, sono davvero felice.
Voi siete senza dubbio i favoriti per vincere il titolo. Sentite un po' più di pressione nel trovarvi in questa posizione ora? Voglio dire, mentre prima era un discorso del ‘voler vincere’, ora sentite di ‘dover vincere’?
No, non credo. Penso che io e tutta la squadra abbiamo la stessa mentalità che abbiamo avuto per tutta la stagione. Adesso è la stessa cosa. Partiamo da zero e zero, quello che abbiamo fatto in passato non conta nulla. Quello che conta è solo rimanere concentrati su momento e cercare di vincere ogni singola partita. La squadra è concentrata ed eccitata, e giocheremo nel modo in cui giochiamo di solito.
Sia voi che i Pacers riuscite a mantenere un ritmo elevato con poche palle perse. Pensi che i DNA di quelle due squadre rimangano gli stessi o ti aspetti qualcosa di diverso visto che queste sono le Finals?
Non credo che il palcoscenico cambi davvero. Alla fine, è pur sempre una partita di basket. Quindi penso che entrambe le squadre porteranno quello che hanno fatto per tutto l’anno: noi dobbiamo solo fare quello che abbiamo fatto e non preoccuparci dell'attenzione sulle finali , ma solo di giocare il nostro basket.
Qui a OKC c’è grande attenzione allo sviluppo dei giocatori: puoi dirci cosa lo rende speciale?
È l'obiettivo principale di tutti. Ogni singolo ragazzo della squadra riceve la stessa attenzione da parte dello staff e viene messo nelle condizioni di svilupparsi al meglio. Poi ovviamente sta a te darci sotto con il lavoro, ma il modo in cui viene impostato e le persone intorno a te pronte ad aiutarti sono incredibili. Rendono tutto molto facile: devi solo presentarti, fare il tuo lavoro e dare il massimo. È fantastico.
Hai trascorso tre mesi fuori dal campo a causa di un infortunio all'alluce. In che modo quell'infortunio ha influenzato le tue chance di essere nella rotazione?
Penso che sicuramente abbia influito, ma non penso che sia stata una brutta cosa. Anzi, per me è stata una grande esperienza di apprendimento: mi ha aiutato molto a crescere come persona e anche come giocatore di basket. È stato il mio primo infortunio grave, quindi penso di aver imparato da questa esperienza. Ero davvero entusiasta di tornare in campo e fare tutto ciò che la squadra aveva bisogno che io facessi, senza preoccuparmi davvero di far parte della rotazione o meno, ma solo cercando di aiutare la squadra a vincere.
Hai firmato un contratto pluriennale all'inizio di febbraio. Dove ti vedi tra due o tre anni?
Devo continuare a migliorare ogni anno e cercare di essere il miglior giocatore di basket che posso essere, aiutando la mia squadra a vincere. Questo è tutto ciò che posso desiderare e sperare. Ed è per questo che sto lavorando.
Hai in programma di giocare nel campionato europeo con la squadra nazionale belga il prossimo agosto?
Ho avuto qualche conversazione, ma stiamo ancora aspettando di vedere come finisce questa stagione e poi ne parleremo sicuramente. Mi piacerebbe giocare per il Belgio negli anni futuri e vedremo cosa succede quest'estate.
Sai che la tua prima partita sarebbe con il tuo amico Victor Wembanyama?
Oh, davvero avremmo la Francia subito? Bene!
Puoi raccontare un po' l'esperienza che giochi con lui a Nanterre?
Il ricordo è che era già enorme. È un grande giocatore e un grande ragazzo. Penso che sia la cosa che più mi ha colpito quando l'ho incontrato. Ha la testa sulle sue spalle e sa cosa può fare in campo, ed è una grande persona fuori dal campo. Davvero un grande.
