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Mercato NBA, OKC investe 822 milioni di dollari, ma è sostenibile sul lungo periodo?

NBA
©Getty

Gli Oklahoma City Thunder hanno deciso di puntare forte sulla squadra che ha appena conquistato il titolo, trovando gli accordi per le estensioni di contratto di cinque giocatori — a partire dai Big Three Shai Gilgeous-Alexander, Chet Holmgren e Jalen Williams, tutti confermati al massimo salariale. L’esborso finale può arrivare a costare più di 800 milioni di dollari, ma OKC ha già il modo di evitare il "second apron"

L’onda lunga del primo titolo conquistato dagli Oklahoma City Thunder non accenna a fermarsi. Dopo aver battuto gli Indiana Pacers in gara-7 delle finali NBA, la proprietà e la dirigenza dei Thunder hanno deciso di confermare in blocco la squadra capace di vincere il titolo, trovando gli accordi per cinque estensioni di contratto. Quelle che fanno più rumore sono ovviamente quelle dei Big Three: Shai Gilgeous-Alexander ha esteso il suo accordo per 285 milioni di dollari in quattro anni, il contratto più remunerativo della storia della NBA (prima che Devin Booker gli portasse via il titolo). Subito dopo in rapida successione sono arrivati anche quelli di Chet Holmgren (fino a 250 milioni di dollari in cinque anni) e ieri Jalen Williams (fino a 287 milioni sempre in cinque anni). Scriviamo "fino a" perché per arrivare a quella cifra i due giocatori dovranno vincere il premio di MVP, quello di Difensore dell’Anno o essere nominati per due quintetti All-NBA; nel caso in cui non ci arrivino, la cifra sarà sensibilmente inferiore. Tra i due J-Dub è quello più vicino a raggiungere il max contract, essendo già inserito lo scorso anno nei quintetti All-NBA, ma non è da escludere che Holmgren con una stagione in salute possa competere per il premio di Difensore dell’Anno.

Come farà OKC a pagare quasi 800 milioni di dollari?

Il totale in ogni caso ammonta a 822 milioni di dollari, una cifra a cui vanno aggiunti anche i 24 milioni di dollari per l’estensione triennale di Jaylin Williams e i 9 milioni per quella di Ajay Mitchell. La domanda ora è: OKC avrà la possibilità di mantenere un roster competitivo in futuro evitando il "second apron" che ha già costretto diverse squadre come i Boston Celtics a dei sacrifici sul mercato? La risposta è chiaramente "lo scopriremo”, ma OKC si è già mossa in anticipo sotto questo aspetto: innanzitutto il contratto di SGA non comincerà fino alla stagione 2027-28, permettendo così di avere un po’ di respiro in più nel prossimo biennio, e non ha una player option alla fine, esattamente come quelli di Holmgren e Williams; inoltre negli ultimi cinque anni i Thunder hanno avuto il quinto monte salari più basso della lega, perciò hanno "risparmiato" in attesa di poter spendere molto per una squadra effettivamente da titolo. In più ci sono già progetti per aprire una nuova arena nel 2028 (con conseguente influsso di nuovi soldi), il contratto televisivo nazionale porterà ulteriori guadagni e la possibile espansione a 32 squadre genererà (quando e se avverrà) un importante flusso di cassa.

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Tutte le "scappatoie" in mano a Presti per evitare il "second apron"

A questo poi si aggiunge il lavoro di Presti: le 13 prime scelte al Draft accumulate nei prossimi 7 anni serviranno per aggiungere talento giovane al roster o per liberarsi di contratti indesiderati per abbassare il monte salari, anche se da quel punto di vista il lavoro è già stato impostato. L’ultimo anno degli accordi di Isaiah Hartenstein (28.5 milioni), Luguentz Dort (18.2) e Kenrich Williams (7.1) per il 2026-27 sono infatti in team option, rendendo "facile" per OKC cancellare quasi 54 milioni di dollari dai propri libri paga e fare spazio ai due max contract di Holmgren e Williams (che si stima partino da 41.3 milioni a testa, anche più dei 40.8 di Gilgeous-Alexander prima della nuova estensione). Certo, vorrebbe dire rinunciare a due titolari come Hartenstein e Dort, ma nulla esclude che i due giocatori arrivati quasi alla soglia dei 30 anni non possano preferire un accordo meno remunerativo ma per più stagioni in un ambiente dove sanno che ruolo avranno e dove hanno già vinto, invece di testare la free agency. Inoltre i contratti di Alex Caruso (19.5 milioni), Isaiah Joe (11.3) e Aaron Wiggins (9.2) sono tutti facilmente scambiabili se necessario per evitare il famigerato "second apron" e le sue forti limitazioni. Insomma: se c’è una squadra attrezzata per fare i conti con il futuro sono proprio i Thunder, senza alcun dubbio i più bravi di tutti a pianificare negli anni a venire.

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