Il prestigioso settimanale britannico sottolinea la rinascità della capitale dell'Oklahoma grazie ai recenti successi di Gilgeous-Alexander e compagni. E il sindaco della città è il primo a vantarsi di un successo che parte dal Paycom Center ma si estende ben oltre
È lì nel titolo, che si trova già la legittimazione: “Big-league city”. Ovvero una città che finalmente trova il suo posto tra “le grandi”. Magari non in senso geografico, ma qui il significato è più ampio. Il prestigioso settimanale britannico “The Economist” ha dedicato un articolo alla “rinascita di Oklahoma City, dopo 30 anni” (dal famoso attentato all’Alfred P. Murrah Federal Building) coincisa con la vittoria del titolo NBA da parte dei Thunder, che hanno avuto proprio il merito di rimettere sotto i riflettori di tutta America (e del mondo) la capitale dell’Oklahoma. Tanto che il primo a vantarsi del pezzo apparso sulle pagine della rivista britannica è stato il primo cittadino di Oklahoma City, David Holt, che nei successi di Gilgeous-Alexander e compagni vede “un prisma che riflette i progressi della nostra città”. Uno stile di vita a costi sostenibili e una tassazione molto contenuta aiutano, così come una serie di progetti pubblici e non solo che hanno ridisegnato la città, a partire dall’arena dei Thunder fino al progetto per un museo sui diritti civili (il Clara Luper Center), la cui costruzione prenderà via nel 2026.
Dal 1995, la data dell’orrendo attentato che provocò la morte di 168 persone, la popolazione cittadina è cresciuta dal 50% e con essa anche la diversità (i residenti bianchi sono passati dal 75% al 54%). Nessuno confonderà Oklahoma City per Los Angeles o New York, sia chiaro, ma la vittoria dei Thunder ha contribuito a rilanciare l’immagine della città: anche quando questo vuol dire – leggendo alla lettera il pezzo su “The Economist” – diventare “un luogo dove professionisti di ogni settore vogliono sorseggiare il loro tè al matcha”…