Marcus Smart è diventato ufficialmente un nuovo giocatore dei Los Angeles Lakers, presentandosi nella sua nuova squadra con grandi ambizioni e grandi motivazioni. "Ho ancora moltissimo da dare, negli ultimi due anni sono stati deludenti per via degli infortuni. Ma quando chiama uno come Doncic vuol dire molto". E sul suo passato da Celtic non ha girato attorno all’argomento: "Mi aspetto che mi fischino, e lo capisco"
Marcus Smart non è di certo il primo giocatore con un passato ai Boston Celtics a essere transitato anche dai Los Angeles Lakers (e viceversa). In totale sono stati ben 41 i giocatori che nella loro carriera hanno indossato entrambe le maglie, tra cui anche nomi da Hall of Fame come Shaquille O’Neal e Gary Payton. Uno di questi, Rajon Rondo, è riuscito nell’impresa di vincere un titolo con entrambe le maglie, peraltro a 12 anni di distanza tra di loro (nel 2008 coi Celtics e nel 2020 con i gialloviola). È chiaro però che il caso di Marcus Smart sia diverso dagli altri: per nove stagioni infatti è stato cuore e anima dei biancoverdi, arrivando con loro in finale NBA nel 2022 nell’anno in cui è stato anche votato come Miglior Difensore dell’Anno. Già dalla stagione successiva però il suo rendimento ha cominciato a calare, venendo ceduto nell’estate del 2023 ai Memphis Grizzlies e dando via a un calvario che nelle ultime due stagioni lo ha portato a scendere in campo solo 54 volte per via di vari infortuni a caviglie, dita, spalle e ginocchia. "Ho ancora molto da poter dare" ha detto nella sua conferenza stampa da nuovo giocatore dei Lakers, con i quali ha firmato un biennale da 11 milioni di dollari complessivi. "Sono molto motivato: gli ultimi due anni sono stati deludenti a mio modo di vedere, gli infortuni mi hanno rallentato. Ma tutto accade per una ragione: già 11 anni fa sarei potuto venire qui, è un cerchio che si chiude".
Smart: "Quando ti chiama uno come Doncic significa moltissimo"
Smart ha infatti rivelato che prima del Draft del 2014 aveva fatto un workout per i Lakers, che avevano la scelta numero 7 (poi diventata Julius Randle). Alla 6 però i Boston Celtics li hanno preceduti, e con il suo stile di gioco tutto cuore e impegno Smart è diventato uno dei beniamini dei tifosi dei Celtics. Proprio per questo però si aspetta che al suo ritorno l’atmosfera sia ostile nei suoi confronti: "Non posso predire il futuro né le reazioni della gente, ma mi aspetto molti fischi e molto odio. Ma è ok, lo capisco" ha detto parlando del suo prossimo ritorno al TD Garden con la maglia dei Lakers. Dietro alla sua firma, arrivata dopo un buyout dagli Washington Wizards, c’è anche il lavoro dietro le quinte di Luka Doncic, che lo ha reclutato personalmente: "Quando uno come Luka, con il quale non ho mai parlato personalmente, ti chiama e ti chiede come stai e se vuoi unirti a lui per fare qualcosa di speciale, vuol dire veramente moltissimo. Mi ha detto che gli posso dare una grossa mano, perciò eccomi qui. Proverò a essere me stesso: essere un difensore tenace, portare intensità, leadership, intelligenza cestistica e continuare a essere la peste che sono sempre stato. Possiamo giocarcela con chiunque, il nostro potenziale non ha limiti. Se ci mettiamo d’impegno e facciamo quello che possiamo fare, abbiamo una grande chance di vincere”.