Ai margini dell’amichevole disputata l’altra sera a Palermo con il suo Manchester City, pungolato dalla nota firma NBA Marc Stein Pep Guardiola è tornato a parlare del suo amore per la palla a spicchi. E dopo aver espresso la sua soddisfazione per il rinnovo del contratto concesso dai Celtics all’amico e collega Joe Mazzulla, il catalano si è anche lanciato nell’impresa di individuare i suoi tre giocatori preferiti nel basket di oggi
Che per Pep Guardiola il basket, e la NBA in particolare, fosse un amore profondo e duraturo non è certo una novità, perché l’ex Barcellona lo ha più volte manifestato in passato e, quando gli impegni calcistici gliel’hanno consentito, è stato anche una presenza a bordo campo su entrambe le sponde dell’Atlantico. Non sorprende, quindi, che ai margini dell’amichevole disputata a Palermo dal suo Manchester City Guardiola, incalzato da Marc Stein, nota firma del giornalismo sportivo americano e da anni tifoso dei Citizens presente alla conferenza stampa al Renzo Barbera, sia tornato a parlare di pallacanestro. “La NBA è sempre stata importante nella mia vita” ha premesso Guardiola, andando poi più nello specifico a proposito delle sue preferenze quanto ad allenatori e giocatori attualmente protagonisti nel mondo della palla a spicchi.
Pep, Mazzulla e i tre giocatori del cuore
Lo spunto iniziale è stato rappresentato da Joe Mazzulla, coach dei Celtics con cui Guardiola ha da tempo un rapporto di sincera amicizia, e dalla sua fresca estensione del contratto concessagli da Boston, mossache l’allenatore del City ha affermato di apprezzare molto. La conversazione si è poi quasi inevitabilmente spostata verso un tema a cui nessun tifoso o appassionato può sfuggire, ovvero la scelta dei giocatori più amati. Nel cuore di Pep, al momento, ci sono prima di tutto tre giocatori: Steph Curry, Luka Doncic e LeBron James. Guardiola, che, come buona parte della sua generazione si è innamorato della NBA tra gli anni ’80 e ’90, ha poi specificato che i tre sono sì i suoi giocatori preferiti, ma solo dell’era post-Michael Jordan, perché evidentemente in cima alla sua personale classifica di ogni tempo rimane ancora la leggenda di Bulls.