Seth Curry ha provato per tutta la carriera a non essere solo 'il fratello di Steph'

Lo sport è pieno di storie di figli d’arte, di ragazzi che hanno deciso di seguire le orme dei genitori diventando atleti professionisti. Il peso del proprio cognome può essere duro da sostenere e vivere la propria carriera sotto una costante lente d’ingrandimento non è facile. I casi sono moltissimi, ma quello di Seth Curry è particolare: figlio di Dell Curry, ottimo giocatore di Basket degli anni ‘80/90 ma soprattutto fratello minore di Stephen Curry, uno dei migliori giocatori della storia. Parliamo di tre giocatori simili sotto certi aspetti e totalmente diversi per altri. Il loro comun denominatore è il tiro, ma limitare tutto a quei 7.25 metri che trasformano la palla in 3 punti è estremamente riduttivo. Parte tutto da Dell, un ragazzo che negli anni '80 è riuscito a ritagliarsi un posto nella Nba grazie al tiro da 3 punti e che, nella sua Charlotte dove ha passato gran parte della carriera, ha deciso di costruire la sua famiglia insieme alla moglie Sonia. Nel 1988 nasce il primogenito, Stephen, un nome che ormai non lascia indifferente nessuno. Un paio d’anni dopo, proprio a Charlotte, nasce Seth. I fratelli Curry crescono insieme, sotto lo sguardo di un padre entusiasta che non vede l’ora di portarli al palazzetto durante partite e allenamenti, regalando loro la possibilità di calcare un parquet Nba sin da bambini. Qui Seth non perde occasione per sfidare suo fratello: “Abbiamo appena 2 anni e mezzo di differenza, quando giocavamo insieme andavo sempre vicinissimo a poterlo battere, le nostre 'battaglie' sono il motivo per cui sono qui oggi. Sono stato fortunato ad avere un fratello maggiore che mi ha spinto sempre a dare il meglio”. Cresce così Seth, in una famiglia dove lo sport la fa da padrone: i ragazzi sembrano seguire le orme del padre mentre la sorella Sydel decide di dedicarsi alla pallavolo, raggiungendo discreti risultati a livello giovanile. Al college, ignorato dai grandi atenei nonostante i buoni numeri al liceo, inizia a Liberty per poi, qualche anno dopo, trasferirsi a Duke, storica fucina di talenti per quanto riguarda il basket. Nel suo triennio non arrivano grandi risultati in NCAA ed è per questo motivo che nel draft del 2013 nessuna squadra decide di puntare su di lui. Mentre Steph alla quarta stagione con Golden State sta per consacrarsi e dominare l’intera Nba, Seth decide di provarci. Raggiunge suo fratello e prova a ritagliarsi un posto in squadra durante il training camp estivo ma gli Warriors decidono di tagliarlo: non è ancora pronto. La sua carriera parte così dalla G-League , sempre a San Francisco ma ai Santa Cruz Warriors, ed è lì che inizia a fare i conti con la crudeltà dell’opinione pubblica: Seth gioca bene ma i media lo notano solo perché condivide il parquet con un altro 'fratello d’arte' che casualmente corrisponde al nome di Mycal Thompson componendo così gli 'Splash Brothers di Serie B'. Questa, per un ragazzo che porta quel peso sulle spalle sin da bambino, non è un’etichetta che rende fieri. Le porte dell’Nba iniziano lentamente ad aprirsi. Non c’è più l’opportunità di giocare con suo fratello Steph e così il giovane Seth inizia a gravitare in diverse squadre con contratti non garantiti, senza riuscire a incidere e a convincere una squadra a puntare su di lui. Nel 2015 arriva la svolta. Mentre Steph vince il suo primo titolo Nba da assoluto protagonista, Seth finalmente trova una squadra pronta ad investire sul suo talento: i Sacramento Kings gli offrono due anni di contratto, dove trova continuità giocando ben 44 partite tirando con il 45% da tre punti, tenendo così 'alto' il nome della propria famiglia. Dopo appena una stagione decide di rimanere free agent. Firma con i Dallas Mavericks, una squadra molto completa, dove Seth sa di dover sfruttare quel poco che gli verrà concesso. Per sua fortuna durante la stagione la rotazione si accorcia a causa di diversi infortuni e dal 12 gennaio 2017 la sua carriera decolla definitivamente. Da quel momento Rick Carlisle lo rende uno dei suoi cinque titolari e i Mavericks – che navigano sul fondo delle classifiche Nba con un record di 11 vinte a fronte di 27 sconfitte – ingranano le marce alte, vincendo 13 delle ultime 21 partite. La nomea di 'fratellino di Steph' sembra iniziare a dissolversi e tutti iniziano a notare il suo talento, estremamente simile a quello di Steph da un punto di vista tecnico e altrettanto puro e cristallino. La voglia di distinguersi è tanta. Seth è impaziente e vuole già provare a vincere, mettendosi a disposizione di alcune contender come comprimario: parte da Portland, dove raggiunge le finali di Conference, venendo eliminato proprio da suo fratello. Il loro testa a testa in gara 2 diventa iconico ma, come quando erano piccoli, è ancora una volta Steph ad avere la meglio. Seth fa comunque un’ottima off season che gli permette di firmare il suo primo contratto importante in Nba. Torna a Dallas, dove gli vengono offerti un contratto di 4 anni a 32 milioni di dollari e l’opportunità di giocare insieme a Doncic e Porzingis . Le prestazioni sono buone ma la squadra non gira. Va così a Philadelphia, dove le cose sembrano andare bene ma nel 2022 viene inserito nel maxi scambio Simmons-Harden ed è da questo momento che inizia il buio: le sue prestazioni calano e inizia così a riaffacciarsi quell’etichetta. Nella sua testa è tornato ad essere 'il fratello di Steph'. Completa definitivamente la sua parentesi a Dallas con una terza tappa, ma arriva il momento di scegliere: abbandonare o andare avanti? 'To give up' non esiste nel vocabolario della famiglia Curry, così Seth decide di ripartire proprio da dove la storia di questa dinastia legata dal tiro da tre punti è cominciata, Charlotte. Sceglie il numero 30, come suo fratello ma soprattutto come suo papà: “Ho giocato qui per 10 anni, è emozionante sapere che mio figlio giocherà qui e con il mio stesso numero. Non ho smesso un secondo di sorridere da quando ho saputo che avrebbe giocato per gli Hornets”. Seth riesce così a risollevarsi, torna a giocare più di 15 minuti a partita e sembra iniziare a ritrovare feeling con il suo tiro, marchio di fabbrica della sua famiglia. Gli anni passati sono ormai 35 e nella sua carriera fatta di alti e bassi la voglia di vincere persiste. A San Francisco Steph sta provando a rendere proficui i suoi ultimi anni di carriera e quando la famiglia ha bisogno, Seth risponde 'sempre presente'. La stagione sta per cominciare, gli Warriors sono una squadra a fine ciclo ma provare a vincere resta l’obiettivo . L’ambizione di Seth, quasi certamente all'ultima fermata della carriera, è passare da 'Il successo di Steph' a 'Il successo dei fratelli Curry”, sotto l’ala del sempre presente papà Dell.

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Seth Curry ha provato per tutta la carriera a non essere solo 'il fratello di Steph'

Matteo De Angelis