Nella notte i Cleveland Cavaliers hanno perso per la sesta volta nelle ultime nove partite, venendo battuti in casa dagli Charlotte Hornets dopo un tempo supplementare in cui i Cavs non hanno segnato neanche un punto. Donovan Mitchell ha sbagliato l'ultimo tiro dei regolamentari e si è preso la responsabilità della situazione: "La colpa è mia, non posso giocare così male. Ci meritiamo i fischi: se fossi un tifoso, lo farei anche io"
I Cleveland Cavaliers hanno subito questa notte la loro 12^ sconfitta stagionale a fronte di 15 vittorie; solamente nella passata stagione, per arrivare a 12 sconfitte si era dovuti aspettare la seconda metà di marzo, chiudendo alla fine con un record di 64-18. Basterebbe solo questo per far capire come le cose a Cleveland siano cambiate enormemente da un anno all’altro nonostante un roster sostanzialmente inalterato durante l’estate. I problemi di infortuni avuti fino a questo momento spiegano solo fino a un certo punto quanto sta accadendo in Ohio, dove questa notte sono riusciti a vincere persino gli Charlotte Hornets, che prima del successo firmato da Kon Knueppel e Brandon Miller avevano vinto solamente due volte in trasferta a fronte di 10 sconfitte.
Mitchell si prende la colpa: "Non posso permettermi serate così"
I Cavs si sono ritrovati a dover rimontare 17 punti di svantaggio nell’ultimo quarto e ci erano anche riusciti, mettendo nelle mani di Donovan Mitchell il pallone della vittoria a poco meno di 5 secondi dalla fine. Il suo tiro dalla media distanza però ha preso solamente il secondo ferro, e nel supplementare i Cavs hanno sbagliato tutti e 10 i tiri tentati, perdendolo per 8-0 e venendo fischiati dai tifosi rimasti fino alla fine. "Ce li meritiamo" ha detto Mitchell, autore di una serata opaca da 17 punti ma con 6/24 al tiro dopo i 48 realizzati per battere Washington. "Se fossi un tifoso, fischierei anche io. Ho avuto una brutta serata in una situazione in cui non me lo posso permettere: se avessi giocato meglio, avremmo vinto la partita. La colpa è mia, so che i miei compagni non lo diranno. Nessuno però di dispiacerà per noi, io di sicuro non lo farei. So che è tutto nebuloso e oscuro in questo momento, ma fintanto che rimarremo insieme nello spogliatoio, le cose si sistemeranno".