"I Giochi, una sorpresa continua: pubblico da 10 e lode"
Olimpiadi
FRANCESCA PORCELLATO RACCONTA. Dalla folla che l'ha accolta durante il percorso con la fiaccola, agli stadi pieni. La commentatrice della Paralimpiade su Sky, 8 edizioni dei Giochi e 11 medaglie vinte, affascinata dal successo dell'evento londinese
di Francesca Porcellato
In questi giorni mi ritrovo a raccontare le medaglie dei miei compagni. Dalle imprese della Camellini all'ultimo oro di De Pellegrin. E molto altro ancora. Sfide avvincenti, emozioni tricolori, gioie da portarsi nel cuore. Stati d’animo che anch’io ho vissuto in prima persona, l'ultima volta all'Olimpiade invernale di Vancouver che mi ha regalato la medaglia più bella e preziosa. So cosa può passare in questi giorni nella testa di Cecilia, Oscar e degli altri azzurri che hanno portato l’Italia sui gradini del podio. E tutti speriamo che altri ci saliranno. Io per prima, per raccontare le loro gesta e le emozioni della vittoria.
Una vittoria che, anche se non in pista, in qualche modo ho comunque vissuto anche quest'anno. L'emozione di portare la fiaccola è stata, infatti, qualcosa di meraviglioso. Duecento metri a Tower Bridge che mi hanno fatto venire i brividi. Una location da sogno, tantissima gente intorno, i flash dei fotografi, i riflettori delle telecamere, le conferenze stampa, la presentazione ufficiale del Sindaco. E poi noi. I paralimpici più storici, di sport diversi, che abbiamo portato con noi sogni e speranze. Nella mia squadra eravamo in quattro e tutti siamo rimasti sorpresi dalle persone che ci attendevano. Eravamo immersi nella folla, ci regalavano sorrisi un po’ come se, in quel momento, anche noi fossimo dei vincitori.
La mia medaglia è in quell'immagine: la fiaccola, Tower Bridge, duecento metri. Ora tocca di nuovo a voi, azzurri! Anche voi sorpresi e ammirati dalle tante persone che vi stanno seguendo. Gli stadi sempre pieni e il pubblico così caloroso sono la più bella sorpresa di questi Giochi. Aspettando di gioire vedendo nuovamente sventolare il tricolore.
In questi giorni mi ritrovo a raccontare le medaglie dei miei compagni. Dalle imprese della Camellini all'ultimo oro di De Pellegrin. E molto altro ancora. Sfide avvincenti, emozioni tricolori, gioie da portarsi nel cuore. Stati d’animo che anch’io ho vissuto in prima persona, l'ultima volta all'Olimpiade invernale di Vancouver che mi ha regalato la medaglia più bella e preziosa. So cosa può passare in questi giorni nella testa di Cecilia, Oscar e degli altri azzurri che hanno portato l’Italia sui gradini del podio. E tutti speriamo che altri ci saliranno. Io per prima, per raccontare le loro gesta e le emozioni della vittoria.
Una vittoria che, anche se non in pista, in qualche modo ho comunque vissuto anche quest'anno. L'emozione di portare la fiaccola è stata, infatti, qualcosa di meraviglioso. Duecento metri a Tower Bridge che mi hanno fatto venire i brividi. Una location da sogno, tantissima gente intorno, i flash dei fotografi, i riflettori delle telecamere, le conferenze stampa, la presentazione ufficiale del Sindaco. E poi noi. I paralimpici più storici, di sport diversi, che abbiamo portato con noi sogni e speranze. Nella mia squadra eravamo in quattro e tutti siamo rimasti sorpresi dalle persone che ci attendevano. Eravamo immersi nella folla, ci regalavano sorrisi un po’ come se, in quel momento, anche noi fossimo dei vincitori.
La mia medaglia è in quell'immagine: la fiaccola, Tower Bridge, duecento metri. Ora tocca di nuovo a voi, azzurri! Anche voi sorpresi e ammirati dalle tante persone che vi stanno seguendo. Gli stadi sempre pieni e il pubblico così caloroso sono la più bella sorpresa di questi Giochi. Aspettando di gioire vedendo nuovamente sventolare il tricolore.
