Cool Runnings 2? Le bobbiste di Giamaica e Nigeria alle Olimpiadi

Olimpiadi

Francesco Giambertone

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Il sogno sul ghiaccio stavolta è al femminile: le ragazze giamaicane si sono qualificate per i Giochi in Corea a 30 anni dall'impresa degli uomini resi celebri dal film, mentre le nigeriane hanno portato l'Africa nel bob e sono già delle star sui social. Ecco le loro storie da favola

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IL MEDAGLIERE

Canada, 1998. A Calgary quattro ragazzi giamaicani su un bob entrano nella leggenda delle Olimpiadi invernali per il solo fatto di essere lì. La loro storia piace così tanto a Hollywood da diventare il film “Cool Runnings”, un successo planetario. PyeongChang, 2018: a trent'anni di distanza gli sceneggiatori americani sono sintonizzati sui Giochi in Corea, perché da lì potrebbe arrivare la trama con cui scrivere il seguito. I protagonisti non sono più i giamaicani, ma le giamaicane. Per la prima volta l'isola su cui nacque il reggae porterà alle Olimpiadi invernali una squadra femminile di bob. E oggi come allora, a comporla saranno delle ex atlete di altre discipline. O addirittura di altri Paesi. Con un obiettivo più grande: andare a medaglia.

Il cambio di maglia: dagli Usa alla Giamaica

A guidare “Cool Bolt”, il “fulmine freddo” chiamato così in onore dei bobbisti che fecero l'impresa e dello sprinter più veloce del mondo, sarà Jazmin Fenlator-Victorian, che aveva ottenuto un 11esimo posto alle Olimpiadi di Sochi gareggiando per gli Stati Uniti. Nata in New Jersey da un padre giamaicano, nel 2015 a 30 anni ha riabbracciato le proprie origini con un grande fine: “Voglio lasciare un segno e voglio che abbia un significato”. Ci è già riuscita arrivando fin qui, ma potrebbe non accontentarsi di partecipare: nella sua prima Coppa del Mondo da giamaicana è finita settima in classifica generale, il miglior risultato di sempre per la nazione. L'obiettivo realistico per i Giochi è entrare in top 10, ma con un exploit si può pure sognare una medaglia.

Nelle loro "vite precedenti": Carrie Russell, a sinistra, quand'era una sprinter; e Jazmin Fenlator, quand'era una bobbista per gli Usa. Al centro, loro due insieme oggi

L'ex sprinter della staffetta

In Corea Jazmin non sarà sola. Nel bob a due con lei si accovaccerà un'altra atleta che forse si sarebbe aspettata di arrivare alle Olimpiadi in estate, e a piedi, invece che d'inverno su una slitta: la 28enne Carrie Russell, prima di convertirsi a frenatrice, è stata una sprinter. E non una qualsiasi: nel 2013 ha vinto l'oro nella staffetta 4x100 e scritto il nuovo record ai Mondiali di atletica. Non è la prima volta che un ex velocista si dà al bob, perché “la potenza e l'esplosività di uno sprinter – ha raccontato Russell – possono servire a spingere la slitta, ma secondo me Bolt non sarebbe adatto”. Nel caso in cui Russell avesse un problema, a sostituirla ci sarebbe un'altra ragazza con un passato nell'atletica: Audra Segree, una che corre i 100 metri in poco più di 11 secondi: “Con un atto di fede il nostro sogno è diventato realtà”, ha raccontato dopo la qualificazione. Gli sceneggiatori sono pronti per Cool Runnings 2, magari con un finale ancora migliore.

Una delle scene più celebri di Cool Runnings, film del 1993 sulla storia della Giamaica del bob a Calgary nel 1988

L'impresa della Nigeria

In quanto a grandezza dell'impresa, le giamaicane dovranno contendersi il budello di ghiaccio con un altro team di ragazze nere già entrate nella leggenda sportiva del proprio Paese. Seun Adigun, Akuoma Omeoga e Ngozi Onwumere sono le tre donne – anche loro ex sprinter, una persino a Londra 2012 – che per la prima volta hanno portato la Nigeria alle Olimpiadi invernali. In un Paese dove la Federazione degli sport del ghiaccio non esisteva fino a un anno e mezzo fa, la bella (e seguitissima sui social) pilota Seun e le compagne hanno lanciato una campagna di crowdfunding con cui hanno raccolto oltre 75mila dollari. E anche grazie a grossi brand che hanno fiutato la storia sono riuscite a diventare delle piccole celebrità social prima ancora di scendere in pista in Corea. L'ultima a far loro l'in-bocca-al-lupo via Twitter è stata la tennista Serena Williams, forse la più grande atleta afroamericana di sempre, con cui condividono uno sponsor: “Non vedo l'ora di vederle in gara!”. Anche questo sarebbe un gran film.