Olimpiadi, Vanessa Ferrari argento nella finale al corpo libero

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Danilo Freri

Danilo Freri

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Vanessa Ferrari conquista uno storico argento nella finale al corpo libero ai Giochi di Tokyo: è la prima medaglia azzurra nella ginnastica femminile dal 1928. "Volevo l'oro, ho avuto problemi ai piedi: ora vado in vacanza e poi organizzo il mio futuro", le parole della 30enne bresciana. Malagò: "E' una storia straordinaria, ha battuto gli infortuni e tante sedicenni"

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Indistruttibile Vanessa. Con la medaglia che rimette a posto tutto. Inseguita e raggiunta a 30 anni. A Tokyo il destino restituisce qualcosa di quello che è stato tolto a Vanessa Ferrari. E lo fa appena in tempo, alla sua quarta olimpiade. Secondo posto nella finale del corpo libero, vinta da un’americana, Jade Carey. Anche senza Simone Biles, le americane hanno una parte acrobatica formidabile e il punteggio tecnico è un vantaggio difficile da colmare. L’argento va all’azzurra, dopo un esercizio con un’ottima esecuzione sulle note di “Con te partirò” di Andrea Bocelli. Arrivi puliti, gesti armoniosi. Non ci sono incertezze e non ci sono appigli per poterla mettere fuori dal podio. Questa volta no. Troppo brava, troppo perfetta. La medaglia d’argento è il giusto riconoscimento per la gara fatta, perché nello sport conta solo quello che fai in gara. Qui e ora.  Ma diventa anche il giusto premio per la carriera fatta, per una vita dedicata al suo sport, la ginnastica, arrivando oltre ogni possibile livello di sopportazione del dolore. Anche a Tokyo. I piedi si sono fatti sentire, ma hanno retto su ogni atterraggio. Non hanno tradito tutto il resto. Un corpo, una testa e un cuore che volevano la medaglia.

Un'Olimpiade arrivata all'ultimo momento

Vanessa Ferrari ha anche rischiato di non esserci a Tokyo, la sua quarta olimpiade. C’è arrivata con certezza solo un mesa fa, vincendo la tappa di Coppa del Mondo a Doha e garantendosi la qualificazione come specialista al corpo libero. Poi l’infortunio di Giorgia Villa le ha consentito di prenderne il posto all’interno della squadra e di partecipare ad una gara storica a Tokyo: Italia quarta, sognando a lungo un incredibile terzo posto. Per Vanessa sembrava ripetersi la maledizione del quarto posto olimpico di Londra 2012 e Rio 2016: due finali al corpo libero e due medaglie di legno. Con questa fanno tre. Ma nelle qualificazioni aveva ottenuto il miglior punteggio al corpo libero e quindi l’accesso alla finale. Dove è arrivato l’argento.

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Una storia sempre interrotta

La carriera di Vanessa è un lungo elenco di successi (5 medaglie ai Mondiali, 11 medaglie agli Europei) con di fianco un lungo elenco di infortuni. Ha iniziato prendendosi subito il meglio: prima italiana a vincere il titolo mondiale All Around nel 2006, un mese prima di compiere 16 anni. Le Olimpiadi di Pechino 2008 erano perfette, arrivavano al momento giusto per esprime il suo massimo potenziale, ma sono diventate invece la prima stazione del suo personalissimo calvario. Sempre colpa di un piede (rottura dello scafoide). Poi iniziano le infiammazioni ai tendini che la tortureranno per tutta la sua vita sportiva. Ha provato a risolvere con interventi chirurgici (2009), è passata anche attraverso la mononucleosi (2015). E’ tornata sotto i ferri ancora un paio di volte per risolvere problemi ai tendini e alle caviglie. Vuol dire stare ferma diversi mesi, vuol dire fare riabilitazioni lunghissime e incertissime sugli esiti per quanto riguarda il ritorno agonistico. Che c’è sempre stato. Sempre. Immancabilmente. Al termine di una di queste lunghissime riabilitazioni, si è presentata ai Mondiali di Montreal nel 2017 e per cercare la medaglia nella solita finale del corpo libero si è presa tutti i rischi del mestiere. Risultato: rottura del tendine d’achille. Questa volta i giorni di stop sono stati 500. E’ tornata ancora una volta. E’ andata avanti anche dopo il 2019 quando si è dovuta operare per ripulire entrambe le caviglie e ha dovuto affrontare, tanto per cambiare, un problema autoimmune alla tiroide. Il resto è Covid. Quello che ha fermato tutti nel 2020. Vanessa che si è costruita una palestra in casa per allenarsi. Quello che la contagia direttamente nel marzo 2021, fermandola ancora una volta. Un mese dopo, quasi senza allenamenti è stata medaglia di bronzo negli Europei.

Il riscatto a Tokyo

In fondo all’elenco ora c’è Tokyo. Dove ai Mondiali del 2011 si era ritirata dalla finale al corpo libero per un infortunio durante il riscaldamento. Ha cancellato tutto. Ha riscattatto tutto. Questa volta c’è una medaglia in più nella colonna dei successi e una bella riga sopra la colonna delusioni/problemi. Di questa ragazza bresciana di 146 centimetri, forte e resistente, determinata e testarda, si deve solo ricordare la grandezza. Vanessa Ferrari è una delle più grandi atlete italiane di tutti i tempi. Ringraziamo Tokyo, perché ora c’è un argento che può farci dire una cosa così bella.

Ferrari: "Volevo vincere l'oro"

"Sono partita che puntavo all'oro, volevo far suonare l'inno. La mia avversaria americana è partita con un punteggio più alto, io ho puntato soprattutto sull'esecuzione, ma ho avuto diversi problemi ai piedi": lo ha detto Vanessa Ferrari dopo l'argento vinto oggi nella gara di corpo libero a Tokyo 2020, dopo la delusione per quello che ancora oggi considera "il terzo posto di Londra: era mio ma il terzo posto per me non c'e' stato". "Si chiude stasera un ciclo - ha spiegato l'azzurra - un ciclo di 5 anni cominciato a Rio. Adesso vado in vacanza, poi penserò a come organizzare il mio futuro".

Malagò: "La storia di Vanessa Ferrari è incredibile"

"Quella di Vanessa Ferrari è una storia incredibile, basti vedere la gara di oggi, dove lei trentenne ha battuto delle sedicenni": queste le prime parole del presidente del Coni, Giovanni Malagò, dopo l'argento conquistato da Vanessa Ferrari al corpo libero. "Ha subito una sequenza di infortuni che avrebbero fermato tutti - ha aggiunto Malagò - senza contare i 4 posti e la sua lunga rincorsa a questa qualificazione presa all'ultimo soffio. Dire che questa medaglia è meritata è dire poco. Complimenti alla Federazione e al tecnico, Casella".