Tokyo2020, oltre i numeri e i record azzurri c'è un cuore di emozione

Olimpiadi
Giovanni Bruno

Giovanni Bruno

Un'Olimpiade da record per l'Italia. Ma dietro ai numeri, alle tabelle, ai tempi e al medagliere ci sono le emozioni. Quelle che non dobbiamo dimenticare, ma tenerci strette. Un compito che abbiamo tutti

TOKYO 2020, IL LIVE

Non parliamo di numeri, quelli ormai li avete letti e riletti. Non parliamo di medaglie, anche qui le avete imparate a memoria e neppure proviamo a ripetere le innumerevoli prime volte, basta. Basta, basta fare riferimenti al passato o ad altre Olimpiadi, inutile provare a fare paragoni o cercare ancora dati statistici, abusati e strabusati. Basta pure entrare nelle case e nelle loro famiglie ad invadere la loro privacy ed i loro entusiasmi genuini. Basta. Potrei aggiungere basta anche i messaggi del nostro Presidente della Repubblica e del nostro Presidente del consiglio. Ne stanno facendo troppi e neppure loro riescono a stare dietro alle prestazioni che arrivano dal Giappone. Una sola cosa va ricordata: Record. Basta solo questa parola, Record. Ho messo la maiuscola per il semplice fatto per segnalare la quantità e la bontà di tutto quello che sta arrivando. Come una manna dal cielo o un raccolto inebriante. Basta tempi e riporti temporali. Dobbiamo ricordare ora non più fredde tabelle ma le loro facce, i loro volti, le loro espressioni, le loro parole, le loro emozioni. I protagonisti, gli attori, i campioni, le stelle, i personaggi…ecco chi sono. Ora abbiamo un compito micidiale… quello di conservare i loro gesti per ricordare. Oggi è la commozione disperata di Filippo Tortu, le lacrime avvolte prima nell’abbraccio ai compagni poi nella solitudine della bandiera tricolore. Voglio conservare quest’immagine perché è quella di un bravo ragazzo che si libera dei propri fantasmi per riprendersi la bellezza del gesto sportivo ora liberatorio. Altra immagine: un sorriso meraviglioso che arriva dalla Puglia, sono gli ultimi metri di Antonella Palmisano, sono metri dove non vuole più marciare ma correre e volare con il suo mantello bianco, rosso e verde. Non riesce a stare ferma neppure dopo, irrefrenabile. Un fiume in piena…canta, parla ricanta e riparla. Ma è il il sorriso che parla in realtà. Quel sorriso che si apre nella cedenza pugliese, una terra ancora vincente. E poi c’è Luigi Busà. E’ un urlo che tracima dal combattimento del Kumitè di karate alla telecamera. Il nome di suo papà che segue …Sono Campione olimpico. Ripagare di tante fatiche, sofferenze e tanto altro in quel nome. L’attaccamento alla sua Sicilia e alla sua famiglia. Il suo sport imparato come esempio nei sacrifici di un papà ed ancor prima di un nonno. Ecco l’Italia che mi piace , ora giochiamo pure con i numeri non dimentichiamo il …cuore di emozione.