Olimpiadi invernali Pechino 2022, la vita nella bolla: il racconto

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Riccardo Re

Riccardo Re

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Con la cerimonia d’apertura inizia ufficialmente un’olimpiade ricca di aspettative per gli azzurri ma decisamente particolare per tutti. Le limitazioni dovute al covid 19 sono evidenti ancor prima di intraprendere il viaggio per la Cina

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Nell’anno che porterà al congresso del Partito comunista, per Xi Jinping tutto deve essere un successo: la proclamata politica zero contagi, e ovviamente i Giochi Olimpici. Anche ogni atleta ha la partenza vincolata da due Qr Code. La burocrazia è infinita. Il primo semaforo verde si ottiene dopo aver dimostrato il proprio stato di salute, anche con una serie di tamponi molecolari negativi. Attenzione però: sono ammessi quelli eseguiti nei laboratori riconosciuti dal governo cinese. E la lista può cambiare anche all’ultimo. Puoi eseguire il test in un centro ammesso, che però il giorno della partenza non lo è più: in tal caso, semaforo rosso e partenza inevitabilmente rimandata. Il secondo qr code lo ottieni all’ultimo, dopo il check-in. Perché servirà per permettere un tracciamento di fatto millimetrico. Va indicato anche il  numero di posto in aereo, e se il tuo vicino venisse trovato positivo all’arrivo, sarai messo in quarantena. Ma anche in volo sembrerà di viaggiare dentro una sala operatoria più che in un aereo. Una volta atterrato inizia la vita in bolla. Come i polli in batteria all’aeroporto hai corridoi segnalati, passaggi obbligati, nuovi qr code da ottenere digitalmente e innumerevoli cellette per nuovi tamponi. Una serie numerosissima di personale organizzato e completamente coperto da tute di protezione ti accoglie e indica la strada. La valigia ti viene consegnata. Scordatevi la delicatezza degli infermieri a cui siete abituati. E una volta eseguito il test vieni portato direttamente in hotel. O meglio nella stanza da cui non potrai uscire finchè non ci sarà l’esito negativo. Nessun contatto con il personale dell’albergo: scansione per la febbre e per leggere i documenti. Consegni il passaporto dentro una busta di plastica che verrà sanificata e su un tavolo troverai un’altra busta con dentro la tua chiave.

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Vita in bolli, tamponi e controlli

Se negativo potrai recuperare passaporto, uscire di stanza, ma non dall’hotel. Quello non lo potrai fare per la durata di tutta l’olimpiade se non con i mezzi di trasporto del comitato organizzatore. Taxi non consentiti. Ci sono i bus, o i driver a cui hanno accesso esclusivamente persone accreditate che vivono in bolla. Vanno prenotati e pagati in anticipo tramite un altro qr code, indicando tra le venue preselezionate punto di partenza, di arrivo e orario. Gli autisti non parlano inglese, non conoscono gli hotel e se si sbaglia di destinazione può essere un problema. Come contagiarsi ovviamente… in quel caso vieni trasportato in una struttura riservata a pazienti positivi al Covid 19. Ogni mattina, per prima cosa, dovrai effettuare un tampone molecolare. I risultati non vengono mai comunicati, ma è certo che se fossi positivo lo vieni a sapere.

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Poca libertà di movimento

Liberamente non si può neanche attraversare la strada anche se dovessi raggiungere la venue gare di fronte. Figurarsi andare al supermercato. L’hotel media è chiuso dentro un cancello sempre sorvegliato dalla polizia 24 ore su 24. Il cancello non lo potrai mai superare a piedi, ma anche per arrivare nel cortile antecedente al cancello bisogna superare controlli e metal detector all’uscita dalla hall dell’hotel.  Bottigliette d’acqua e accendini vietati. Se sei un fumatore conviene nasconderne uno nel cortile, altrimenti ti verrà sequestrato ogni volta. Come ogni volta dovrai spiegare perchè stai uscendo. Anche se tutto questo c’entra ben poco con le misure anti Covid. Per andare in stanza bisogna prendere l’ascensore che può portarti tramite badge solo esclusivamente al tuo piano. Le camere non vengono rifatte e pulite ogni giorno proprio per evitare il più possibile al personale cinese di avere contatto con l’ambiente di un ospite. Solo dopo un paio di giorni si può fare esplicita richiesta. Ma nel corridoio sono a disposizione shampoo, sapone e tutto ciò di cui potresti aver bisogno e che puoi prendere in modo autonomo.

Robot e sanificazioni continue

Contatti limitati il più possibile anche per i pasti. Plexiglass separa posto, e sempre a protezione del personale rigorosamente vestito con tute di protezione, copricapo, e ovviamente mascherina sotto una visiera. Attenzione ad alzarti se non hai terminato. Perché c’è il rischio che vengano a disinfettare il tuo posto con le pietanze ancora da mangiare. Viene spruzzato disinfettante ovunque, anche sopra i piatti, e le posate prima di esser ritirate e portate via. Sempre che ci sia il personale. Nella mensa del mediacenter di Pechino i pasti vengono ordinati digitalmente e poi preparati e consegnati da robottini automatizzati. Ci sono altri robottini programmati per disinfettare gli ambienti. E le sanificazioni sono ovunque, anche all’aperto. Il contesto non aiuta a immergersi completamente nell’atmosfera dei Giochi. Le santificazioni sono continue. Le preoccupazioni di molti atleti ovviamente elevate. Una positività può compromettere i sacrifici di una vita. Ma con il bracere accesso tutti si augurano che la fiamma olimpica possa tornare a scaldare anche i cuori. Ci sono 114 titoli da assegnare. E con le prime medaglie è certo che torneranno le vere emozioni. Autentiche, pure, genuine. Al netto dei disinfettanti.