Olimpiadi invernali, la pattinatrice russa Kamila Valieva positiva al doping

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Danilo Freri

E' arrivata la conferma da parte dell'International Testing Agency: la pattinatrice russa Kamila Valieva è risultata positiva alla trimetadizina lo scorso 25 dicembre. Il CIO ha impugnato la riammissione della Rusada: si attende il giudizio del Tas per sapere se potrà gareggiare nella prova individuale. Il risultato del Team Event resta sub iudice, il Roc attacca: "Pieno diritto di allenarsi e gareggiare"

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Il caso della positività di Kamila Valieva diventa una battaglia legale e terrà in sospeso il risultato della gara a squadre di pattinaggio vinta dalla Russia su Usa e Giappone. Ora i fatti sono chiari: Valieva è risultata positiva il 25 dicembre, durante i campionati nazionali russi, ad un farmaco che è un modulatore ormonale e metabolico, nell'elenco delle sostanze proibite dal Codice mondiale anti doping.

 

La positività è stata comunicata dal laboratorio accreditato della WADA l’8 febbraio. A Pechino ha già gareggiato il 6 e 7 febbraio, portando la Russia ad una chiara vittoria nella gara a squadre di pattinaggio. Quindi solo dopo, l’8 febbraio, è arrivata la notizia della positività. Valieva è stata sospesa automaticamente, ma il 9 febbraio la commissione disciplinare della Rusada, che è l’agenzia russa antidoping, ha revocato la sospensione, riservandosi di fornire le motivazioni in un secondo tempo. Il CIO ha contestato questa decisione e ha fatto ricorso al TAS, il tribunale Arbitrale dello Sport che, come in ogni edizione delle Olimpiadi, ha una sezione distaccata a Pechino per i casi urgenti come questo.

 

L’obiettivo è avere una sentenza prima del 15 febbraio, quando Kamila Valieva dovrà scendere nuovamente in pista nel singolo femminile dove è nettamente la favorita. Il comitato olimpico russo afferma che l’atleta ha "il diritto di allenarsi e di prendere parte alle competizioni di Pechino fino a quando il TAS non deciderà diversamente” e la medaglia d’oro della gara a squadre è pienamente valida perché il test positivo è precedente e il risultato ottenuto ai Giochi non dovrebbe essere soggetto ad una revisione. Ma anche questo viene contestato dal Cio, che in effetti non ha mai effettuato alcuna premiazione ufficiale.

 

Valieva ha effettuato altri test, prima e dopo quel 25 dicembre, tutti negativi, altro particolare sottolineato dai russi che annunciano un’indagine disciplinare sulla violazione antidoping. Forse non basta a spegnere i soliti sospetti e forse un giorno capiremo come e perché è stato usato questo farmaco proibito per una ragazzina di 15 anni, che l’ha assunto probabilmente in modo inconsapevole. Quelli consapevoli, e i responsabili dunque, dovrebbero essere le persone che le stanno intorno.

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Comitato olimpico russo: "Valieva ha diritto di competere"

Secondo il Comitato olimpico russo (Roc), Kamila Valieva ha il diritto di competere a Pechino 2022 e la sua medaglia d'oro è pienamente valida, malgrado la positività al doping riscontrata prima dei Giochi. In una dichiarazione, il Roc ha affermato di aver messo a disposizione un pool di legali e che la Valieva ha "il diritto di allenarsi e di prendere parte alle competizioni senza restrizioni fino a quando la Corte arbitrale dello sport non decidera' diversamente". Il test positivo è stato fatto prima dei Giochi e la medaglia d'oro nell'evento a squadre di pattinaggio artistico non dovrebbe essere "soggetta a revisione automatica".