La campionessa azzurra dello short track torna sulla polemica con la federazione: "Vogliono mettermi in una scatola, dalla quale sono dovuta uscire negli ultimi anni per poter essere qui competitiva. Se questo è il punto di partenza non si può nemmeno andare avanti"
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"Non spetta a me fare il primo passo. Abbiamo cercato noi tante volte di fare il primo passo per cercare di trovare una soluzione, un modo di lavorare insieme e di migliorare insieme". Subito dopo la terza medaglia di questa edizione, Arianna Fontana è ritornata sulla polemica con la federazione. Il presidente della Fisg Andrea Gios nei giorni scorsi aveva detto che avrebbe fatto di tutto per avere l'atleta anche ai Giochi di Milano Cortina, purchè all'interno delle regole e del sistema federale. Fontana aveva fatto sapere che quelle parole non le sembravano una buona base per un dialogo sereno.
Da Casa Italia, la campionessa dei 500 metri short track è ritornata sull'argomento: "Quello che vogliono fare è mettermi in una scatola, dalla quale sono dovuta uscire negli ultimi anni per poter essere qui competitiva. Se questo è il punto di partenza non si può nemmeno andare avanti". Fontana ha ribadito di avere fatto il suo dovere, "sono contenta di essere riuscita a farlo a modo mio. Anzi, a modo nostro. Perché alla fine è stato un lavoro di squadra tra me e Anthony". Anthony Lo Bello, suo marito è il motivo dello scontro con la federazione. Tra i desiderata della trentunenne di Sondrio c'era la nomina di Lo Bello come responsabile della nazionale di short track, una richiesta rifiutata dallo stesso Gios, "la nostra organizzazione è perfetta".