Rugby, Conor O'Shea si dimette dall'Italia: il Ct dice addio alla Nazionale

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È terminata l'avventura del 49enne irlandese sulla panchina della Nazionale italiana di rugby. Lo ha informato al Consiglio Federale il presidente della Federazione, Alfredo Gavazzi: O'Shea ha richiesto di rimettere con effetto immediato il proprio incarico di Ct in scadenza a maggio 2020. "Ho amato ogni minuto passato in Italia", le sue parole d'addio

Termina qui l’avventura di Conor O’Shea sulla panchina della Nazionale italiana di rugby. Il Presidente della Federazione, Alfredo Gavazzi, ha informato oggi il Consiglio Federale riunito a L’Aquila della richiesta avanzata dal 49enne irlandese di rimettere con effetto immediato il proprio incarico di Commissario Tecnico della Nazionale maggiore maschile. La naturale scadenza dell’accordo era prevista il 30 maggio 2020. O’Shea, Ct dal marzo del 2016, ha notificato le proprie intenzioni ai vertici federali di risolvere anticipatamente il rapporto intercorrente. Il Consiglio ha preso atto con rammarico della decisione, con conseguente applicazione di quanto previsto in proposito dal contratto.

O'Shea: "Ho fatto esperienze che non dimenticherò mai"

Alfredo Gavazzi ha dichiarato: "Siamo rattristati dalla decisione di Conor di non concludere il percorso così come contrattualmente previsto. Lo ringraziamo per l’impegno e la passione con cui ha ricoperto il proprio ruolo in questi anni e gli auguriamo i migliori successi professionali negli incarichi che andrà a ricoprire". Non sono mancate le parole dello stesso O’Shea: "Ho amato ogni minuto passato in Italia e credo davvero in quello che abbiamo fatto e in quanto potrà essere raggiunto negli anni a venire. Abbiamo avviato un processo e generato una nuova, fondata speranza, ma credo anche che la fine della Rugby World Cup rappresenti il momento migliore per tutti per fare i cambiamenti in vista del nuovo ciclo. Ho costruito amicizie e fatto esperienze che non dimenticherò mai. Il lavoro di tutti noi è quello di lasciare la maglia in un luogo migliore di quello in cui l'abbiamo trovata, spero sinceramente di aver lasciato il rugby italiano in una posizione migliore. I giovani che stanno arrivando entrano a far parte di un sistema che, continuando con le giuste decisioni, non potrà che migliorare negli anni a venire. Voglio ringraziare Alfredo e tutta la Federazione per il supporto che mi hanno sempre dimostrato".