Sabato si parte da Irlanda-Galles e a seguire Scozia-Inghilterra. Le sfide più avvincenti in cabina di regia. Da un lato l’esperienza e l’abilità di “giocare” sull’arbitro da parte di Biggar e Sexton. Dall’altro l’estro e la creatività di Russell e Smith. Diretta su Sky Sport Arena dalle 15.00
Si ripropongono nelle prime tre giornate del Sei Nazioni 2022 le stesse partite, a campi invertiti della scorsa stagione. Il torneo inizierà così da Dublino, dove si affronteranno l’Irlanda, reduce da un ottimo autunno internazionale con tanto di vittoria sugli All Blacks e data tra le favorite al titolo finale, e il Galles campione in carica ma alle prese con tante assenze e in una fase di necessaria ricostruzione.
Il primo match alle 15:15, nel 2021 vide la vittoria gallese 21-16. Sotto 6-13 all’intervallo, i dragoni riuscirono a sfruttare la superiorità numerica dopo l’espulsione di Peter O’Mahony andando in meta con il giovane talentuoso Louis Rees-Zammit e George North. Giusto prologo di un’edizione in cui, con la sola eccezione dei minuti finali del match di Parigi con la Francia, il Galles ha saputo sfruttare al meglio proprio l’indisciplina altrui. Tutta da vedere la sfida nella sfida tra leader e registi delle rispettive squadre, ma anche grandi comunicatori Jonathan Sexton, miglior marcatore con 64 punti dell’ultimo Sei Nazioni, e Dan Biggar, capitano del Galles per questa campagna.
Tante assenze nel Galles
Wayne Pivac deve fare a meno, almeno per ora di alcuni elemeni chiave come il capitano di lungo corso Alun Wyn Jones, della terza linea titolare al completo – Tipuric, Navidi e Faletau – mentre dietro mancheranno Halfpenny e North e non sarà schierato Jonathan Davies, che non potrà così festeggiare i 100 caps internazionali, preferendogli per la prima volta in assoluto come secondo centro Josh Adams, solitamente schierato come ala. Più fortunata per quanto concerne l’infermeria l’Irlanda, che negli ultimi giorni del raduno al caldo del Portogallo è riuscita a recuperare Tadhg Furlong, James Ryan e Iain Henderson, ma dovrà comunque rinunciare alla pericolosità in attacco di James Lowe e Jacob Stockdale. L’arma in più in loro sostituzione potrebbe, però, diventare l’australiano del Connacht Mack Hansen. Fari puntati, poi, su uno dei protagonisti più attesi della kermesse, dopo essere stato costretto al forfait nell’ultima edizione, il terza linea di Leinster Caelen Doris.
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Irlanda: 15 Hugo Keenan; 14 Andrew Conway, 13 Garry Ringrose, 12 Bundee Aki, 11 Mack Hansen; 10 Johnny Sexton (c), 9 Jamison Gibson-Park; 8 Jack Conan, 7 Josh van der Flier, 6 Caelan Doris; 5 James Ryan, 4 Tadhg Beirne; 3 Tadhg Furlong, 2 Ronan Kelleher, 1 Andrew Porter.
A disposizione: 16 Dan Sheehan, 17 Cian Healy, 18 Finlay Bealham, 19 Ryan Baird, 20 Peter O’Mahony, 21 Conor Murray, 22 Joey Carbery, 23 James Hume.
Galles: 15 Liam Williams; 14 Johnny McNicholl, 13 Josh Adams, 12 Nick Tompkins, 11 Louis Rees-Zammit; 10 Dan Biggar (c), 9 Tomos Williams; 8 Aaron Wainwright, 7 Taine Basham, 6 Ellis Jenkins; 5 Adam Beard, 4 Will Rowlands; 3 Tomas Francis, 2 Ryan Elias, 1 Wyn Jones.
A disposizione: 16 Dewi Lake, 17 Gareth Thomas, 18 Dillon Lewis, 19 Seb Davies, 20 Ross Moriarty, 21 Gareth Davies, 22 Callum Sheedy, 23 Owen Watkin.
Arbitro: Jaco Peyper (Sudafrica).
Calcutta Cup garanzia di spettacolo
A seguire, a Murrayfield andrà in scena l’edizione 151 della sfida più tradizionale di sempre con il palio la Calcutta Cup tra Scozia e Inghilterra.
Il XV del cardo lo scorso anno ha interrotto con la segnatura di Duhan van der Merwe – metaman della passata edizione con 5 marcature personali – e i punti al piede di Finn Russell un digiuno di successi a Twickenham che durava dal 1983.
All’estro del suo numero 10 si affiderà ancora Gregor Townsend per un confronto tutto da seguire con l’altrettanto creativo e giovanissimo Marcus Smith, astro nascente del rugby inglese.
Scozia che ritrova il figlio d’arte Cameron Redpath ma che sarà priva del pilone Jamie Bhatti, del trequarti Sean Maitland e del terza linea Josh Bayliss, reparto quest’ultimo dove ci si attende però di rivedere all’opera il giocatore del torneo 2021 Hamish Watson.
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Tom Curry capitano al posto di Owen Farrell
I vicecampioni del mondo dell’Inghilterra impronteranno il torneo, invece, sulla next generation, con tanti volti nuovi per dare freschezza e riprendersi dal peggior Sei Nazioni della propria storia, chiuso al quinto posto.
Assenti i fratelli Vunipola, Eddie Jones deve rinunciare ad Owen Farrell e a quello che doveva essere il suo sostituto con i gradi di capitano, Courtney Lawes, cedendo la fascia virtuale a Tom Curry, mentre Henry Slade viene spostato a primo centro per dare assistenza al giovane Smith. Fuori, ma si cercherà di recuperarli in corso d’opera, anche Manu Tuilagi e Sam Underhill.
Riusciti, invece, a negativizzarsi in tempo utile Joe Marler (in panchina) e Joe Marchant, spostato all’ala per ovviare ad altre due assenze di peso come quelle di Jonny May e Anthony Watson, che salteranno l’intero torneo. Scintille promette invece la seconda linea tutta made in Saracens con Maro Itoje affiancato da Nick Isiekwe. Tra i convocati, ma per ora non schierati in formazione, spicca anche Louis Lynagh, figlio dell’ex campione del mondo australiano Michael, nato durante il periodo trevigiano e da mamma italiana, a lungo cercato pure dalla nazionale azzurra.
Scozia: 15 Stuart Hogg (c); 14 Darcy Graham, 13 Chris Harris, 12 Sam Johnson, 11 Duhan van der Merwe; 10 Finn Russell, 9 Ali Price; 8 Matt Fagerson, 7 Hamish Watson, 6 Jamie Ritchie; 5 Grant Gilchrist, 4 Jonny Gray; 3 Zander Fagerson, 2 George Turner, 1 Rory Sutherland.
A disposizione: 16 Stuart McInally, 17 Pierre Schoeman, 18 WP Nel, 19 Sam Skinner, 20 Magnus Bradbury, 21 Ben White, 22 Blair Kinghorn, 23 Sione Tuipulotu.
Inghilterra: 15 Freddie Steward; 14 Max Malins, 13 Elliot Daly, 12 Henry Slade, 11 Joe Marchant; 10 Marcus Smith, 9 Ben Youngs; 8 Sam Simmonds, 7 Tom Curry (c), 6 Lewis Ludlam; 5 Nick Isiekwe, 4 Maro Itoje; 3 Kyle Sinckler, 2 Luke Cowan-Dickie, 1 Ellis Genge.
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Joe Marler, 18 Will Stuart, 19 Charlie Ewels, 20 Alex Dombrandt, 21 Harry Randall, 22 George Ford, 23 Jack Nowell.
Arbitro: Ben O’Keeffe (Nuova Zelanda).