Scozia-Inghilterra 20-17, gli highlights del match del Sei Nazioni

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Andrea Gardina

Tensione e indisciplina pesano sulla sfida più antica del torneo. L’estro di Smith da parte Inglese penalizzato dall’ingenuità di Cowan-Dickie che decide la sfida in favore dei padroni di casa e consente alla Scozia di tenere la Calcutta Cup

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Il secondo match della prima giornata del Sei Nazioni, vede affrontarsi Scozia e Inghilterra a Murrayfield nel classico per eccellenza della palla ovale, giunto alla sua edizione numero 151 con in palio la Calcutta Cup, detenuta dai padroni di casa dopo il successo di Twickenham – dove non vinceva dal 1983 – dello scorso anno.

La sfida più attesa è quella in cabina di regia. Da un lato la creatività, l’estro e (a volte) la follia di Finn Russell, dall’altro l’astro nascente del rugby inglese, Marcus Smith, chiamato a fare le veci dell’infortunato capitano Owen Farrell, che lascia i gradi al terza linea Tom Curry.

L’apertura degli Harlequins è il primo a muovere il punteggio dalla piazzola, ma nemmeno il tempo di esultare che gli uomini di Townsend reagiscono e trovano la meta con White, entrato da poco.

Da lì in avanti, compresa la trasformazione, è tutta una sfida tra i due calciatori con Smith che accorcia le distanze e Russell che nel finale di tempo rimette a +4 i suoi con il punteggio di 10-6, senza troppo spettacolo anche a causa della pioggia copiosa su Edimburgo.

Smith sale in cattedra: arriva il sorpasso

La ripresa si apre ancora con l’indisciplina a pesare nell’economia complessiva del match e Smith è il primo a marcare di nuovo da posizione favorevole.

Da un punto di distanza al sorpasso è un attimo, e da una mischia l’8-9 tra Simmonds e Youngs detta il ritmo e il cambio di senso d’attacco che disorienta la Scozia dando a Smith la possibilità di segnare stavolta la sua prima meta del torneo.

Si entra nell’ultimo quarto con Smith che allunga ulteriormente portando il XV della rosa a distanza di meta trasformata, prima di lasciare il campo in favore di Ford in una girandola di cambi che comprendono pure diversi elementi di mischia per la formazione di Eddie Jones, ma destinati a non dare gli effetti sperati.

L’ingenuità di Cowan-Dickie: Inghilterra in confusione e Scozia di nuovo avanti

Il momento di svolta, però, arriva al 65’ quando su un calcio all’ala da parte scozzese, il tallonatore inglese Cowan-Dickie con un’incredibile ingenuità anticipa Graham con un in avanti volontario a gettare l’ovale direttamente oltre la linea laterale.

Momento di consulto tramite il TMO e decisione che rimette il senso della partita in favore del cardo con cartellino giallo, dieci minuti di superiorità numerica negli istanti chiave, e soprattutto meta di punizione per il pareggio 17-17: tutto da rifare.

A 10’ dalla fine un’Inghilterra sempre più in confusione subisce la mischia in blu e rimedia il calcio di punizione che inizialmente la Scozia sembra voler sfruttare con un altro scontro tra pacchetti, ma poi dopo le indicazioni dalla tribuna di Townsend, preferisce sfruttare verso i pali con un piazzato millimetrico di Russell per il controsorpasso.

Finale thrilling ma la Calcutta Cup rimane ad Edimburgo

Poco dopo la Scozia potrebbe avere un’altra occasione per allungare, ma il TMO nega la possibilità del calcio piazzato per un fallo precedente.

Capovolgimento di fronte e il calcio di punizione arriva per l’Inghilterra, che opta per andare in touche al limite dei ventidue invece di cercare il calcio del pareggio. Sul lancio successivo, la Scozia “ruba” palla e rimette metri di distanza tra gli albionici e la propria linea di meta.

Matt Fagerson, terza centro scozzese, viene premiato player of the match, tuttavia c’è un’ultima, eterna mischia da giocare.

L’arbitro decide di non penalizzare la squadra di casa, che riesce alla fine a recuperare palla e a servirla ad Hogg da calciare sulle tribune di un strabordante Murrayfield.

Le bandiere con la croce di Sant’Andrea al vento salutano la vittoria 20-17 e la Calcutta Cup che rimane in Scozia.