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Sei Nazioni 2023: i protagonisti dell'ultima giornata

Rugby

Si è chiuso il Sei Nazioni 2023: vediamo tutti i protagonisti dell’ ultimo turno che ha regalato all’Irlanda vittoria e Slam. Kinghorn, Dupont, Ramos, Sexton e gli altri nomi che hanno lasciato il segno in una grandiosa giornata di chiusura che ha visto l'Italia perdere in Scozia con onore

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Il Sei Nazioni 2023 è terminato con la vittoria dell’Irlanda, che ha conquistato il Grande Slam costringendo una coriacea Inghilterra ad arrendersi 29-16 all’Aviva Stadium di Dublino. In precedenza, la Francia aveva fatto tutto il possibile per darsi un’ultima chance di caccia al titolo battendo in casa il Galles 41-28. Ancor prima, l’Italia chiudeva il Torneo con la quinta sconfitta consecutiva, ma arrivando ad un passo dalla meta della vittoria. Una giornata ricchissima, densa di storie individuali e collettive, di protagonisti contingenti e trascendenti i 240 minuti che hanno occupato il pomeriggio di sabato.

Kinghorn, mattatore per un giorno

Finn Russell è stato forse il numero 10 più continuativamente eccellente di questo Sei Nazioni, ma ha dovuto dare forfait per l’ultima gara. L’arduo compito di sostituirlo nella formazione della Scozia è ricaduto, come successo più volte in tempi recenti, sulle spalle del 26enne Blair Kinghorn, nato come estremo e convertito ad apertura nelle ultime stagioni. Murrayfield è stato proficuo terreno di caccia per l’atipico numero 10, capace di segnare tre mete contro l’Italia nel 26-14 della sua nazionale. Prima ha colto Fusco impreparato sulla spalla interna attaccando da mischia ordinata, poi ha concretizzato un lungo multifase sfondando da distanza ravvicinata, quindi ha fatto esplodere lo stadio intero chiudendo con una progressione clamorosa l’incontro all’ultimo possesso della partita, quello che è valso il punto di bonus offensivo e il terzo posto assicurato in classifica generale. Oltre a Kinghorn, nella Scozia ha brillato il numero 8 Jack Dempsey, assai pericoloso offensivamente (6 placcaggi evasi) e affamato di lavoro in difesa (ben 23 placcaggi). Malgrado il tabellone dica -12, gli Azzurri sono andati a un metro dal segnare una meta al 79’ che avrebbe significato probabile vittoria. Se in attacco l’Italia è stata meno brillante che in altre occasioni, la possibilità di rientrare nell’incontro si è basata anche sui sacrifici compiuti in difesa nella prima frazione di gioco, quando la Scozia ha dominato possesso e territorio. Federico Ruzza chiude con 21 placcaggi e il 100% di interventi a segno, seguito da Danilo Fischetti, Giacomo Nicotera e Michele Lamaro con 18 ciascuno. Da segnalare ancora una volta l’ingresso molto positivo dalla panchina di Manuel Zuliani.

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Spettacolo a Parigi

Anche se in palio c’erano poco più di un pugno di speranze, la gara tra Francia e Galles è stata forse la più divertente del pomeriggio di Sei Nazioni. Il Galles ha giocato forse la sua miglior gara dal punto di vista offensivo, ma nella parte centrale dell’incontro si è trovato ad affrontare una Francia strabordante, con il suo asse 9-10-15 di scuola Tolosa sugli scudi. Il nome di Antoine Dupont è talmente onnipresente nelle nomination per qualsiasi premio, nei discorsi sul miglior giocatore del mondo, in qualsiasi discussione rugbistica che a volte sembra una forzatura inserirlo. Poi, in pomeriggi come quelli di questo Sei Nazioni, il numero 9 ricorda il perché tutto questo accade: è un giocatore semplicemente onnipotente e strepitoso, strabordante. La facilità con cui esegue un passaggio perfetto di 30 metri, nel traffico, per mandare in meta Damian Penaud nella prima occasione per la Francia è stato abbacinante. Romain Ntamack si è scrollato di dosso la ruggine che lo aveva limitato durante il resto del Torneo ed ha offerto una prestazione ineffabile, mentre Thomas Ramos è stato un coltello conficcato in una delle piaghe che affliggono il Galles, con la sua estrema precisione al piede e la capacità di essere assistman perfetto per i compagni. Per i Dragoni c’è sia da citare la bella prestazione di George North in mezzo al campo che da togliersi il cappello per il centesimo cap di Taulupe Faletau, uno dei migliori giocatori degli ultimi 10 anni.

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Sexton chiude alla grande

A proposito di togliersi il cappello, è legittimo alzarsi in piedi ed applaudire Jonathan Sexton, come ha fatto tutto lo stadio di Dublino al momento della sua uscita dal campo. Quando si ritirerà, dopo il mondiale, Sexton passerà alla storia come uno dei più grandi di sempre. Per il momento, si accontenta di chiudere la sua storia con il Sei Nazioni diventandone il più grande marcatore di sempre, vincendo il Grande Slam e battendo l’Inghilterra. Negli 80 minuti di sabato, Sexton ha giocato un’ottima gara, pur senza particolari squilli. È uscito a pochi minuti dal termine, nel modo in cui spesso succede ultimamente: acciaccato, sorretto dallo staff medico. Tutto l’Aviva Stadium gli ha tributato una sentita standing ovation, compagni compresi. Lui ha abbozzato un volto scuro, concentrato ancora sulla gara, come a rendere evidente la volontà di non voler lasciare il campo. Poi, quando ha alzato lo sguardo verso il pubblico, la bocca si è animata di volontà propria, corrucciandosi in una smorfia, un broncio di evidente commozione.

A cura di OnRugby.it (www.onrugby.it)

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