Italia-Uruguay in tv e streaming, dove vedere la partita dei Mondiali di rugby
mondiali rugbyDopo la facile vittoria contro la Namibia al debutto iridato, gli azzurri tornano in campo nella sfida più delicata del loro Mondiale. Di fronte infatti ci sarà un Uruguay che, galvanizzato dalla grande prestazione contro la Francia, vuole trasformare in realtà il sogno di prendersi un altro scalpo importante dopo quello delle Fiji nel 2019. Si gioca mercoledì alle ore 17:45 con diretta su Sky Sport Uno e in streaming su NOW
L’abusata espressione “Questa partita vale come una finale” non è mai stata più valida. Gli azzurri contro l’Uruguay si giocano praticamente tutto: ci sono in palio le
relative speranze di tenere vivo il sogno quarti di finale e, con molto più realismo, il terzo posto nella Pool A e quindi l’automatica qualificazione al prossimo Mondiale australiano del 2027. Capitan Michele Lamaro e compagni avranno quindi da convivere anche con la pressione, oltre che con la fame uruguayana di fare la storia, negli 80 minuti che si giocheranno a Nizza in uno stadio nel quale sicuramente saranno presenti tanti tifosi italiani ma non mancherà anche una componente di spinta vocale per i Teros.
Italia, vietato fallire contro i Teros
Il debutto iridato della squadra di Kieran Crowley contro la Namibia è stato efficace nel risultato, pur con qualche dubbioso lascito a livello di gestione nel primo tempo, ora serve resettare e ripartire da zero per un match che, stando anche a quanto visto in Francia-Uruguay, vivrà nella componente fisica la sua parte decisiva. “Attenzione massima al breakdown” ha ricordato il tecnico dell’Italia, che infatti schiera due cacciatori di palloni come Seb Negri e Michele Lamaro in terza linea, affidandosi anche ai rientri di giocatori consolidati in azzurro come Niccolò Cannone e Marco Riccioni insieme a una mischia per il resto confermata dopo la Namibia. Le novità che avranno sicuramente più effetto a livello di gestione dell’ovale sono quelle fra i trequarti, con Alessandro Garbisi a numero 9 ma soprattutto il fratello Paolo dirottato a primo centro per Morisi: chiara quindi la volontà di avere un doppio playmaker e “incastrare” l’indomabile velocità negli spazi di Ange Capuozzo a estremo, visto il contemporaneo spostamento di Tommaso Allan all’apertura. Contro la Francia si è visto un Uruguay molto solido a livello di placcaggio, soprattutto sui palloni larghi, dunque si preannuncia una sfida nella quale Monty Ioane e Lorenzo Pani alle ali potrebbero risultare decisivi creando dei break poi difficilmente ricucibili dalla difesa sudamericana.
È palese comunque che prima di ogni discorso tattico e tecnico conterà soprattutto l’attitudine con la quale la Nazionale entrerà in campo, obbligata a giocare sin dal kick-off un match ordinato e disciplinato per non gasare ulteriormente un Uruguay in cerca di gloria. Difficile immaginare un avversario capace di creare multifase a ripetizione, vista comunque la poca abitudine a giocare ad alti livelli, quindi placcaggio e lotta a terra eseguiti in maniera migliore dovranno essere i cardini su cui la Nazionale azzurra cercherà di costruirsi una percentuale di possesso palla adeguata, così da mettere poi in moto i suoi trequarti e conquistarsi falli da trasformare in qualcosa di utile. Vincere, anche senza bonus, permetterebbe agli azzurri di ipotecare il terzo posto nel girone (e quindi la qualificazione automatica alla prossima Rugby World Cup) oltre che tenere vivo il sogno del passaggio del turno, una sconfitta invece complicherebbe presente e immediato futuro in maniera pesante.
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Uruguay, c'è voglia di fare la storia
Arrivata alla sua quinta Rugby World Cup, con tre vittorie (Spagna 1999, Georgia 2003 e soprattutto Fiji 2019) e quindici sconfitte come record storico, la nazionale
dell’Uruguay vuole prima di tutto testarsi. Questa infatti è la prima edizione iridata alla quale i sudamericani arrivano con un’attitudine professionista, visto che la quasi totalità della squadra fa del rugby il suo lavoro a differenza del passato. La federazione ha investito molto sull’ovale permettendo la creazione del Penarol Rugby, i cui brillanti risultati nel Super Rugby Americas danno lustro alla crescita della nazionale guidata dall’argentino (passato anche in Italia tra Calvisano e Alghero) Esteban Meneses. Dopo aver battuto Cile, Namibia e Argentina XV ad agosto, i Teros hanno ceduto 27 a 12 alla Francia nel loro debutto mondiale, facendo comunque il pieno di fiducia in una sfida nella quale i Bleus praticamente su nessun pallone hanno avuto vita facile e si sono anche spaventati sul 13-12 al 54’ prima di allungare. Un messaggio forte e chiaro quello lanciato dall’Uruguay, che infatti per il match di Nizza presenta solo due novità dal primo minuto: fuori Basso e dentro Mieres all’ala destra, ma soprattutto Kessler per Pujadas al tallonaggio.
La brutta gestione delle touche era stato uno dei problemi maggiori contro i Blues, ora Meneses si affida al suo numero due che milita nella seconda divisione francese. Sempre oltralpe, ma nel mostruoso Top14, giocano due degli uruguagi da tenere maggiormente sott’occhio: il seconda linea Leindekar a Bayonne ma soprattutto il mediano di mischia Arata a Castres, squadra il cui legame con l’Uruguay è molto forte visto che l’ex seconda linea Rodrigo Capo Ortega è ancora uno dei più amati dai tifosi. Gli altri giocatori si dividono le provenienze tra Penarol, Pro D2 e MLR (il campionato statunitense) in una squadra che, a differenza di quanto fatto dall’Italia, sceglie di portare in panchina cinque giocatori di mischia e tre utilizzabili come trequarti.
Italia-Uruguay, i precedenti
Mai prima della partita di Nizza Italia e Uruguay si erano sfidate in una Coppa del Mondo. Sono quattro i precedenti tra le due formazioni, tutti vinti dagli azzurri ma, a differenza di come possa far immaginare la storia recente diversa delle due Nazionali, non sempre in maniera netta. La prima volta accadde nel secolo scorso: Torneo della Perdonanza, 22 agosto 1999 a L’Aquila durante la preparazione per l’imminente Coppa del Mondo, l’Italia di Massimo Mascioletti vinse 49 a 17 marcando sette mete. Due anni più tardi però fu sfida tiratissima, e nel diluvio di Montevideo il 7 luglio furono i calci di Mazzariol, Raineri e una meta di Perziano a “salvare” gli azzurri con il 3 a 14 definitivo. Nel 2007 invece, stesso scenario e medesima situazione cioè durante un tour in Sud America, dopo lo 0-8 dell’intervallo l’Italia riuscì ad allungare fino al 29 a 5 in una sfida segnata dalla tripletta di Matteo Pratichetti. Tutti questi match comunque sono molto lontani nel tempo e chiaramente hanno valore puramente statistico, cosa che invece non si può dire dell’ultimo confronto diretto tra Italia e Uruguay. Il 20 novembre 2021, in un mondo ancora condizionato dalla pandemia, si gioca a Parma e nonostante un pronostico largamente favorevole i ragazzi di Crowley si “incartano” a lungo, non riuscendo a sfruttare la presunta superiorità. 17-3 all’ora di gioco, poi i Teros tornano sotto con Mateo Sanguinetti sul meno sette e, a pochi istanti dal termine, serve un placcaggio decisivo di Paolo Garbisi per blindare la sudata vittoria.
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Le formazioni di Italia-Uruguay
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Lorenzo Pani, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Paolo Garbisi, 11 Montanna Ioane, 10 Tommaso Allan, 9 Alessandro Garbisi, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro, 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti. A disposizione: 16 Luca Bigi, 17 Federico Zani, 18 Pietro Ceccarelli, 19 Dino Lamb, 20 Manuel Zuliani, 21 Giovanni Pettinelli, 22 Alessandro Fusco, 23 Paolo Odogwu
Uruguay: 15 Baltazar Amaya, 14 Gaston Mieres, 13 Tomas Inciarte, 12 Andres Vilaseca, 11 Nicolas Freitas, 10 Felipe Etcheverry, 9 Santiago Arata, 8 Manuel Diana, 7 Santiago Civetta, 6 Manuel Ardao, 5 Manuel Leindekar, 4 Felipe Aliaga, 3 Ignacio Peculo, 2 German Kessler, 1 Mateo Sanguinetti. A disposizione: 16 Guillermo Pujadas, 17 Facundo Gattas, 18 Diego Arbelo, 19 Ignacio Dotti, 20 Carlos Deus,
21 Agustin Ormaechea, 22 Felipe Berchesi, 23 Bautista Basso
A cura di OnRugby.it