Concluso il secondo fine settimana della Autumn Nations Series, sono arrivati i primi responsi dal campo: bene le squadre dell'Emisfero Sud, che ad eccezione della Francia conquistano la vittoria. Per l'Italia un ko pesante contro l'Argentina (il punteggio va oltre i demeriti azzurri), figlio di vecchi errori del passato. L'analisi dei match e i risultati completi
Nel secondo fine settimana dei test autunnali le squadre dell’Emisfero Sud hanno battuto quelle dell’Emisfero Nord. A eccezione della Francia, vincente sul Giappone, Sudafrica, Argentina, Australia, Nuova Zelanda e Fiji hanno trionfato nei rispettivi match, con gli Springboks che tornano primi nel ranking mondiale grazie al successo sulla Scozia.
Irlanda-Nuova Zelanda: 13-23
All’Aviva Stadium di Dublino gli All Blacks hanno raccolto un successo importante, il secondo dopo la vittoria sull’Inghilterra della scorsa settimana. La squadra guidata da Scott Robertson non ha brillato e non ha strappato applausi per l’intera gara, ma ha imparato a vincere e ad approfittare degli errori altrui. Da sottolineare l’ottima prova di Damian Mckenzie, chiamato a sostituire Beauden Barrett come mediano d’apertura, e autore di 18 punti da calcio piazzato con il solito Wallace Sititi, straripante portatore di palla. A proposito di errori, la Nazionale del trifoglio non è sembrata la stessa che quest’estate è andata a vincere in Sudafrica uno dei due test match con i Campioni del Mondo in carica. Tante le disattenzioni e l’indisciplina dei ragazzi di Andy Farrell che non sono stati mai capaci di mettere in campo il loro gioco multifase veloce e coinvolgente. Per la squadra vincitrice del Sei Nazioni 2024 ci sono ancora tre test per rialzare la testa e far dimenticare l’opaca prestazione con gli All Blacks: Argentina, Fiji e Australia.
Inghilterra-Australia: 37-42
Chi ha assistito al match di Twickenham ha avuto la fortuna di guardare una delle partite più belle della stagione. Al di là del largo punteggio che evidenzia il numero di mete prodotte da ambo le parti (10, 5 ciascuno), la sfida è stata durissima e combattuta fino all’80’, quando i Wallabies hanno avuto la determinazione di andare a vincere una battaglia che sembrava persa fino a pochi secondi prima marcando una meta stupenda finalizzata da Max Jorgensen. L’Inghilterra di Steve Borthwick ha incassato la quarta sconfitta consecutiva negli ultimi quattro test match. Nonostante un gioco offensivo decisamente migliorato grazie anche all’estro e ai numeri di un Marcus Smith sontuoso, la Nazionale della rosa non sa più vincere, solo quattro vittorie nel 2024 (con Italia, Galles, Irlanda e Giappone). Per quanto riguarda l’Australia verrebbe da dire bentornata alla vittoria. A Londra si è vista, forse, per la prima volta la mano di Joe Schmidt in una formazione che sta cercando ancora la propria identità e con tanti problemi, tecnici e di popolarità, ma con diversi volti nuovi (vedi Joseph Suaalii, proveniente dal rugby a 13) che possono ridare fiducia al futuro dei Wallabies.
Italia-Argentina: 18-50
A Udine l’Italia era chiamata a confermare l’ottimo Sei Nazioni 2024 e a dimostrare di poter competere con una squadra forte come l’Argentina. Al Blue Energy Stadium purtroppo la Nazionale di Gonzalo Quesada ha concesso molte - forse troppe - occasioni a quella sudamericana che ne ha approfittato con cinismo. Eppure gli Azzurri non hanno giocato male, hanno tenuto il possesso del pallone e del campo, soprattutto nel primo tempo, ma nei momenti chiave hanno riproposto vecchi errori che sono stati fatali. Nella ripresa l’Italia ha provato a riallacciare il risultato ma poi gradualmente i Pumas hanno preso il sopravvento, mettendo in mostra un gioco, una qualità individuale e una forma fisica che al momento appaiono superiori a quelli degli Azzurri. Il punteggio finale è pesante, forse eccessivo per un gruppo che ha avuto delle buone prestazioni da parte di Tommaso Menoncello e Monty Ioane, ma che è rimasto orfano di troppo presto – per un infortunio - di quell’Ange Capuozzo che avrebbe potuto dare imprevedibilità e soluzioni personali. Domenica prossima a Genova per gli Azzurri ci sarà la partita della verità con la Georgia, il vero test da vincere in questa finestra autunnale.
Francia-Giappone: 52-12
La squadra di Fabien Galthiè, reduce da un tour estivo turbolento causa episodi extra campo, ha ritrovato il suo faro, Antoine Dupont e ha fatto del Giappone una vittima sacrificale. Tutto facile per i transalpini che già dopo 20’ di gioco avevano messo in ghiaccio il match e il punteggio. Les Bleus venivano da 18 vittorie su 20 allo Stade de France e hanno confermato che Parigi è il proprio fortino, un campo difficile da violare. Il Giappone di Eddie Jones, tornato in Europa dopo l’esperienza sulla panchina dell’Inghilterra, sta cercando ancora di plasmare a sua immagine e somiglianza una squadra rinnovata che aveva fatto intravedere delle buone cose nel match di fine ottobre con gli All Blacks. I Brave Blossoms hanno confermato però il proprio record negativo con le squadre europee: negli ultimi 12 incontri soltanto una vittoria, quella con il Portogallo nel 2021.
Galles-Fiji: 19-24
L’esordio del Galles nelle Autumn Nations Series è stato di quelli da dimenticare: decima sconfitta consecutiva per i dragoni di Warren Gatland che non hanno mai vinto nell’anno solare 2024. Nel match del Principality Stadium i padroni di casa non sono partiti male e anzi nei primi 20’ di gara hanno giocato bene e costretto gli isolani a due cartellini (anche un rosso di 20’). Pur con le tante difficoltà note a livello economico, sia della federazione che delle franchigie dell’URC, la squadra gallese ha messo in campo una formazione davvero interessante con Blair Murray e Cameron Winnett fra gli elementi più promettenti. Dall’altra parte però c’era una squadra, le Fiji, che dopo la sconfitta della settimana scorsa con la Scozia ha schierato un XV iniziale con i giocatori recuperati dal campionato inglese e francese. La differenza si è vista, sia nelle capacità individuali che nella sostanza del gioco espresso. A dispetto di una cattiva disciplina nel primo tempo, la squadra di Mick Byrne è rimasta attaccata al punteggio e nella ripresa ha inflitto un 14-5 grazie a un Caleb Muntz inspirato che ha regalato un successo fondamentale per la crescita dei Flying Fijans.
Scozia-Sudafrica: 15-32
A Murrayfield è andata in scena una partita bellissima, una battaglia durissima al termine della quale l’hanno spuntata i campioni del mondo in carica del Sudafrica. La Scozia, dopo la vittoria sulle Fiji di settimana scorsa, voleva provare a prendersi uno scalpo eccellente contro la formazione di Rassie Erasmus che veniva da un Rugby Championship trionfante. Nella gara di Edimburgo gli Springboks hanno mostrato un’indisciplina insolita nel primo tempo che non gli ha impedito però di marcare due volte con Makazole Mapimpi. Gli Highlanders sono rimasti in partita grazi ai calci di Finn Russell, tornato titolare nel XV iniziale, ma nei momenti migliori non hanno raccolto quello che hanno prodotto dando così la possibilità alla “super” panchina sudafricana di fare la differenza nei 10’ finali. La profondità delle scelte del Sudafrica, la varietà di giocatori presenti in rosa e lo strapotere fisico hanno consentito alla squadra che ha vinto le ultime due edizioni del mondiale di confermarsi come la migliore al mondo (gli Springboks tornano primi nel ranking mondiale scavalcando l’Irlanda). Per la Scozia tanto cuore e determinazione, combattiva e mai doma con spunti atletici e tecnici di altissimo livello. Purtroppo per la squadra di Gregor Townsend tutto questo non è bastato a reggere l’onda d’urto della nazionale dell’arcobaleno.
A cura di onrugby.it