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Smackdown, i segreti del "fenomenale" A.J. Styles

Sport USA

Michele Posa

Michele Posa ha intervistato uno dei wrestler più spettacolari al mondo, sbarcato in WWE dopo una fortunata esperienza combattiva in Giappone in cui ha perfezionato uno stile tecnico e acrobatico

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A.J. STYLES è uno dei wrestler più spettacolari al mondo tanto da essersi meritato il soprannome di “fenomenale”, un appellativo dovuto allo stile tecnico e acrobatico perfezionato anni addietro durante una fortunata esperienza combattiva in Giappone.

Ad inizio 2016 l’atleta è finalmente arrivato in WWE facendo subito incetta di titoli, premi e riconoscimenti, riuscendo in imprese compiute da pochi come sconfiggere John Cena.

La difficoltà maggiore? Probabilmente l’adattarsi a ritmi decisamente più impegnativi e frenetici. Se nel 2015 nella terra del sol levante Styles ha disputato solo 15 sfide uno contro uno (preferendo la competizione in team o a squadre), in America a ottobre è già arrivato a 52, distribuite su un’area geografica mostruosamente più ampia tenuto conto anche dei numerosi tour internazionali della lega.

“La vita da strada in WWE può essere dura per i continui spostamenti e i fitti impegni nel ring – ci conferma – ma ormai sono 18 anni che combatto e per me è diventata la norma. Fa parte della mia vita, del mio lavoro, e dopo un iniziale rodaggio ho imparato a convivere con le nuove routine”.

Il rovescio positivo della medaglia è la possibilità di visitare paesi sempre nuovi e scoprire genti e tradizioni differenti accomunate dalla passione per il wrestling. Dal 10 al 12 novembre ci sarà poi la possibilità di tornare anche in Italia per ben tre date, cronologicamente fissate a Milano, Padova e Firenze”.

“Sono già stato diverse volte nel vostro paese e una delle cose che più mi ha sorpreso è la pizza. Ovviamente c’è anche negli Stati Uniti ma non è la stessa cosa, spesso te la servono con i pomodori crudi e con preparazioni differenti. Ecco, la pizza italiana, quella vera, è qualcosa che non scorderò mai”.

Fuori dal ring AJ è noto per essere un premuroso padre di famiglia (si è pure tatuato le date di nascita dei suoi figli) ma anche un assiduo videogiocatore che non perde occasione per mettersi alla prova sui titoli del momento.

"Nello spogliatoio siamo in tanti a videogiocare. Prima degli show o durante i viaggi ci sfidiamo spesso tra il goliardico e il competitivo. Serve a rilassarci, a cementare legami di amicizia, a fare squadra. Magari qualcuno pensa alla nostra come ad una vita fatta di eccessi, in realtà una delle cose più eversive che facciamo è attaccare una console alla corrente e vedere chi riesce a sbaragliare gli altri”.