US Open. Del Potro nuovo re d'America, Federer ko
TennisL'argentino ha battuto in finale il numero uno del mondo in cinque set per 3-6, 7-6 (5), 4-6, 7-6 (4), 6-2 dopo quasi quattro ore e mezza di gioco conquistando così il suo primo titolo dello Slam. Lo svizzero cede lo scettro di New York dopo 5 anni
Juan Martin del Potro ha vinto gli Us Open. L'argentino ha battuto in finale il numero uno del mondo, Roger Federer in cinque set per 3-6, 7-6 (7-5), 4-6, 7-6 (7-4), 6-2 dopo quasi quattro ore e mezza di gioco. Per Del Potro è la prima vittoria in carriera in un torneo del Grande Slam, mentre Federer cede lo scettro dopo cinque vittorie consecutive. Del Potro è il terzo tennista argentino che diventa campione dell'US Open, seguendo i passi di Guillermo Vilas e Gabriela Sabatini, vincitori rispettivamente delle edizioni del 1977 e del 1990 della competizione newyorkese. Del Potro a Flushing Meadows ha compiuto un'impresa, togliere lo scettro al numero uno del mondo, Roger Federer. Nel 1977 Vilas si impose in finale sull'americano Jimmy Connors per 2-6, 6-3, 7-6, 7-4, 6-0, era l'11 settembre quando l'US Open si disputava ancora a Forest Hills, sulla terra. Gabriela Sabatini, è invece entrata nella storia del torneo l'8 settembre del 1990, battendo in finale la tedesco Steffi Graf per 6-2, 7-6 (7-4), quando si giocava già sul cemento di Flushing Meadows.
Juan Martin Del Potro, secondo molti, doveva recitare nella finale dello US open il ruolo di comprimario. Lui che era alla prima finale slam e non aveva mai battuto federer. E’ quello che è successo per quasi due set, fino a quando lo svizzero ha servito per il secondo. Bravo Del Potro a crederci. In vena di regali invece il numero uno del mondo che ha cominciato a pensare più a dare spettacolo che a fare punti. Se le sue certezze piano piano vacillavano, quelle di Del Potro si facevano sempre più forti e neanche il doppio fallo che ha deciso il terzo set è riuscito a scalfirle.
Nel quarto e nel quinto la differenza l'hanno fatta il servizio disastroso di Federer, la miglior condizione fisica di Del Potro, ma soprattutto i suoi tanti vincenti di diritto. Così quello che doveva essere il sesto titolo consecutivo dello svizzero è invece finito nelle mani del sesto giocatore del mondo, da oggi quinto, che si è meritato l'ovazione dell'Arthur Ashe e i complimenti del numero 1 del mondo. Ma anche un posto nella storia del tennis argentino che torna protagonista allo US open dopo la vittoria di Vilas nel 1977, anche se allora si giocava sulla terra verde di Forest Hills. Federer lascia New York sereno, senza pianti isterici come in Australia a gennaio, dopo un anno fin qui fantastico, ma adesso si dovrà guardare le spalle anche da questo ragazzo che a 21 anni è diventato grande proprio contro di lui.
"Ero inizialmente molto nervoso – ha ammesso Del Potro -. Non avevo dormito la notte precedente e non ero riuscito a fare colazione. Quando è finita e mi sono buttato a terra, mi sono venute tante cose in mente - racconta Del Potro, 21 anni il prossimo 23 settembre -. La mia famiglia, i miei amici e tante altre cose. Non so come spiegare questa gioia, è un sogno che ho sin da bambino quello di vincere qui a New York". Federer si rammarica ma riesce comunque a consolarsi: "Sono partito molto bene, ho tenuto il match sotto controllo fino al secondo set ma non ho avuto fortuna - dice l'elvetico -. Lui ha giocato alla grande, io ho sprecato troppe chance ma alla fine ha meritato di vincere". "Io - conclude Federer - sono stato vicino anche a questa vittoria, ma è andata così. E' stato un anno fantastico, mi sono sposato e ho avuto due bambine, non potevo chiedere di più".
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Juan Martin Del Potro, secondo molti, doveva recitare nella finale dello US open il ruolo di comprimario. Lui che era alla prima finale slam e non aveva mai battuto federer. E’ quello che è successo per quasi due set, fino a quando lo svizzero ha servito per il secondo. Bravo Del Potro a crederci. In vena di regali invece il numero uno del mondo che ha cominciato a pensare più a dare spettacolo che a fare punti. Se le sue certezze piano piano vacillavano, quelle di Del Potro si facevano sempre più forti e neanche il doppio fallo che ha deciso il terzo set è riuscito a scalfirle.
Nel quarto e nel quinto la differenza l'hanno fatta il servizio disastroso di Federer, la miglior condizione fisica di Del Potro, ma soprattutto i suoi tanti vincenti di diritto. Così quello che doveva essere il sesto titolo consecutivo dello svizzero è invece finito nelle mani del sesto giocatore del mondo, da oggi quinto, che si è meritato l'ovazione dell'Arthur Ashe e i complimenti del numero 1 del mondo. Ma anche un posto nella storia del tennis argentino che torna protagonista allo US open dopo la vittoria di Vilas nel 1977, anche se allora si giocava sulla terra verde di Forest Hills. Federer lascia New York sereno, senza pianti isterici come in Australia a gennaio, dopo un anno fin qui fantastico, ma adesso si dovrà guardare le spalle anche da questo ragazzo che a 21 anni è diventato grande proprio contro di lui.
"Ero inizialmente molto nervoso – ha ammesso Del Potro -. Non avevo dormito la notte precedente e non ero riuscito a fare colazione. Quando è finita e mi sono buttato a terra, mi sono venute tante cose in mente - racconta Del Potro, 21 anni il prossimo 23 settembre -. La mia famiglia, i miei amici e tante altre cose. Non so come spiegare questa gioia, è un sogno che ho sin da bambino quello di vincere qui a New York". Federer si rammarica ma riesce comunque a consolarsi: "Sono partito molto bene, ho tenuto il match sotto controllo fino al secondo set ma non ho avuto fortuna - dice l'elvetico -. Lui ha giocato alla grande, io ho sprecato troppe chance ma alla fine ha meritato di vincere". "Io - conclude Federer - sono stato vicino anche a questa vittoria, ma è andata così. E' stato un anno fantastico, mi sono sposato e ho avuto due bambine, non potevo chiedere di più".
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