STEFANO MELOCCARO, compagno di tante avventure a SKY ricorda Roberto Lombardi. Era un vulcano di idee, capace di alternare in telecronaca una riflessione sul tennis "stocastico" ad una battuta sapida su una bella signorina inquadrata in tribuna
di Stefano Meloccaro
Brillante, chiacchierone, molto preparato e simpaticamente presuntuoso. Il professore (gli piaceva molto essere chiamato così) era un vulcano di idee, capace di alternare in telecronaca una riflessione sul tennis "stocastico" ad una battuta sapida su una bella signorina inquadrata in tribuna. In studio, nelle lunghe ore in diretta, è stato uno dei miei interlocutori migliori, perché gli piaceva la telecamera e gli piaceva far vedere che di tennis ne sapeva.
E ne sapeva eccome, ex numero 5 d'Italia, uno della generazione dei Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, adorava raccontare di quella volta che in un torneo negli USA aveva portato McEnroe al terzo set. Grazie ai suoi insegnamenti era cresciuta gente come Nargiso, Camporese e Canè. Negli ultimi anni insegnava agli insegnanti, il Professore. Sempre col suo approccio scientifico, sempre sospeso tra una riflessione sull'occhio dominante nel tennista e una immancabile battuta su una bella ragazza inquadrata dal regista in tribuna. Come sanno bene gli appassionati di tennis prima di Telepiù e poi di Sky, ascoltarlo in telecronaca è sempre stato un piacere.
Mai banale, costantemente a caccia di un risvolto originale del match, e pronto a spostare il centro di attenzione dal campo alla vita reale, se lo spettacolo lasciava un po' a desiderare. Trattava anche la sua malattia, una rara forma di SLA, con atteggiamento pragmatico. Parlandone serenamente, da quando scoprì cosa gli stava capitando fino agli ultimi tornei, nello scorso autunno, commentati con la passione di sempre.
COMMENTA NEL FORUM DEL TENNIS
Guarda anche
Addio a Roberto Lombardi: grande maestro del tennis italiano
Brillante, chiacchierone, molto preparato e simpaticamente presuntuoso. Il professore (gli piaceva molto essere chiamato così) era un vulcano di idee, capace di alternare in telecronaca una riflessione sul tennis "stocastico" ad una battuta sapida su una bella signorina inquadrata in tribuna. In studio, nelle lunghe ore in diretta, è stato uno dei miei interlocutori migliori, perché gli piaceva la telecamera e gli piaceva far vedere che di tennis ne sapeva.
E ne sapeva eccome, ex numero 5 d'Italia, uno della generazione dei Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli, adorava raccontare di quella volta che in un torneo negli USA aveva portato McEnroe al terzo set. Grazie ai suoi insegnamenti era cresciuta gente come Nargiso, Camporese e Canè. Negli ultimi anni insegnava agli insegnanti, il Professore. Sempre col suo approccio scientifico, sempre sospeso tra una riflessione sull'occhio dominante nel tennista e una immancabile battuta su una bella ragazza inquadrata dal regista in tribuna. Come sanno bene gli appassionati di tennis prima di Telepiù e poi di Sky, ascoltarlo in telecronaca è sempre stato un piacere.
Mai banale, costantemente a caccia di un risvolto originale del match, e pronto a spostare il centro di attenzione dal campo alla vita reale, se lo spettacolo lasciava un po' a desiderare. Trattava anche la sua malattia, una rara forma di SLA, con atteggiamento pragmatico. Parlandone serenamente, da quando scoprì cosa gli stava capitando fino agli ultimi tornei, nello scorso autunno, commentati con la passione di sempre.
COMMENTA NEL FORUM DEL TENNIS
Guarda anche
Addio a Roberto Lombardi: grande maestro del tennis italiano