Wimbledon, Medvedev lancia soldi all'arbitro: multa da 15.000 dollari

Tennis
Il deprecabile gesto del russo Medvedev

Il tennista russo perde la testa dopo la sconfitta con Bemelmans. Prima protesta con il supervisor, poi lancia alcune monete verso la sedia dell'arbitro. Dopo il match le scuse, che non hanno evitato la pesante multa

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Il protagonista in negativo della terza giornata di Wimbledon è stato senza ombra di dubbio il russo Daniil Medvedev. Non tanto per la sconfitta contro il bega Ruben Bemelmans, quanto per il deprecabile show messo in campo con il giudice di sedia Mariana Alves. Forse sopraffatto dalla tensione del match, durante il quarto gioco del quinto set Medved si è imbufalito contro l’arbitro per alcune chiamate a suo giudizio errate. Dopo diverse proteste e frasi irriguardose, il russo per diversi minuti ha preteso dal supervisor che il giudice portoghese fosse sostituito, ricevendo l’ovvio diniego dal delegato dell’Atp. Una tensione sfociata poi a fine partita nel gesto che ha fatto il giro del mondo. Stretta la mano alla Alves, non contento di quanto messo in scena poco prima, Medvedev è tornato verso il suo angolo, ha tirato fuori il portafoglio e ha lanciato con disprezzo diverse monete verso il seggiolone dell’arbitro. Un’azione irriguardosa che ha scatenato l’indignazione generale. Wimbledon si sa è il tempio della tradizione e del rispetto delle regole, con una moralità particolarmente spiccata. I funzionari sono sempre molto suscettibili riguardo i comportamenti in campo e Medvedev è riuscito nell’impresa di infrangere ogni protocollo possibile con un solo gesto.  

Oggi verso l’ora di pranzo è arrivata l’ovvia reazione dell’All England Club. Il tennista russo è stato punito con 15.000 dollari di multa: 7500 per comportamento antisportivo e altri 7500 per il gesto in sé. Ma la teatralità di un’azione così inqualificabile potrebbe avere ripercussioni ben peggiori di una semplice multa. Lo stesso Medvedev ha provato a ricucire lo strappo durante la conferenza stampa ammettendo l’errore e sottolineando come non ci fosse nessun pregiudizio nei confronti della Alves. “È stata una cosa stupida, per questo mi scuso, ma ero frustrato dopo la sconfitta. Perché quel gesto? Non c’è nessun motivo, nella foga del momento ho preso il portafoglio e ho fatto una cosa brutta. Non mi ricordo nemmeno che monete fossero”. Un dietrofront postumo ma sicuramente apprezzato che potrebbe non peggiorare la pena a suo carico. Medvedev comunque non è nuovo a comportamenti indecenti. Lo scorso anno, nel challenger di Savannah, accusò l'arbitro Sandy French di razzismo a favore del giocatore di colore Donald Young e fu cacciato dal torneo. Questa volta è arrivata solo una pena pecuniaria, la seconda più cara di sempre, dietro alle oltre 20.000 sterline che Fognini dovette pagare nel 2014 dopo lo show contro l’americano Alex Kuznetsov. Allora una racchetta spaccata e un lungo conciliabolo con il supervisor costarono al tennista azzurro tre multe: due per “unsportsman like” (condotta antisportiva), più una per “visible abuse”. Diciamo che a Medvedev è andata bene.

Tomic abbandonato dagli sponsor

È toccata la stessa sorte del russo a Bernard Tomic, multato anche lui di 15000 dollari per comportamento antisportivo dopo aver dichiarato in conferenza stampa di aver finto un infortunio nel match di primo turno contro Mischa Zverev. Non è la prima volta che Tomic si rende protagonista di episodi simili e da qui la decisoine del suo sponsor tecnico, la Head, di abbandonarlo. La casa austriaca, stufa dell'atteggiamento dell'australiano, ha rescisso il contratto e ha rilasciato questo comunicato: "Siamo rimasti estremamente delusi dalle dichiarazioni di Tomic. Le sue opinioni non riflettono in alcun modo il nostro pensiero, la nostra passione, la professionalità e il rispetto per il gioco, perciò abbiamo deciso di interrompere la nostra collaborazione con lui". Quando la Sharapova venne sospesa lo scorso anno per il caso Meldonium, la Head rimase al suo fianco, ma nel caso di Tomic ha deciso di utilizzare il pugno duro.