Il Maestro porta a lezione anche il suo alter ego bulgaro, spazzato via con i parziali di 6-4, 6-2, 6-4 e vola per la 15.a volta della sua carriera ai quarti di finale dei Championships, dove cercherà la rivincita con Milos Raonic
Roger Federer approda, sul velluto, ai quarti di finale di Wimbledon. Lo spauracchio del suo alter ego Grigor Dimitrov, testa di serie numero 13 del seeding, è stato spazzato via sul Centrale in appena in 1 ora e 38' di gioco con i parziali di 6-4, 6-2, 6-4. Troppi gli errori gratuiti del bulgaro (25 contro gli 11 dell'avversario), costretto a giocare a pieno ritmo per stare attaccato allo svizzero. Quando lo ha mollato anche il servizio, con 7 aces e altrettanti doppi falli nel tabellino, Dimitrov ha definitivamente lasciato il match nelle mani del Re elvetico, che ha chiuso con 24 vincenti e praticamente la stessa percentuale di punti ottenuti sulla prima (75%) e sulla seconda di servizio (74%). Gli zero doppi falli a fronte di 8 aces fanno parte del fenomeno Federer, ma quando si guarda ai km corsi, 4,307 contro i 4 di Dimitrov, ci si accorge anche dello stato di salute del numero 3 del ranking, che sembra aver perso 10 anni di logorio a schiena e caviglie. La sua 15.a partecipazione su 19 ai quarti di Wimbledon (che si aggiungono ai 7 titoli, 10 finali e 11 semifinali), è il marchio di fabbrica di una leggenda che ha ancora voglia di stupire il mondo con il suo tennis celestiale, magari già ai quarti con Raonic. La sfida di mercoledì con il canadese sarà la 13.a tra i due, con Roger che domina 9-3 ma che ha perso l'ultimo precedente sull'erba, che risale alla semifinale di Wimbledon 2016, con il trionfo in cinque set in rimonta di Milos.
L’inizio del match è di totale studio, con Dimitrov e Federer che tengono il servizio nei primi 8 turni consecutivi, con pochi colpi regalati al pubblico del Centrale a ogni scambio. A interrompere l’equilibrio ci pensa il break piazzato dal Maestro nel nono game, in cui tre errori consecutivi con il diritto del bulgaro fanno la differenza. Il 6-4 con cui lo svizzero porta a casa il primo set è frutto di tanta esperienza e sangue freddo, come dimostrano i soli due errori e gli zero doppi falli, contro gli 11 gratuiti di Dimitrov.
Nel secondo set, il bulgaro resta in partita fino al 2-2, quando cede il secondo break del suo incontro a Roger, che sfrutta la fallosità del suo avversario a servizio. Se non entrano le prime, per Dimitrov sono guai. La gestione di Federer dei propri turni di battuta (88% di punti con la prima e 75% con la seconda, ben 30% in più del suo rivale dopo 15 games giocati) è la chiave del secondo parziale, che scivola tra le mani del Maestro con un netto 6-2, dopo aver strappato un altro break al settimo gioco a uno sconsolato Dimitrov.
Dimitrov apre il terzo set tenendo a zero il servizio. Il bulgaro ritrova forza e precisione sulla prima, costringendo Federer a commettere anche i primi errori del suo match. Al quinto game, lo svizzero estrae dal cilindro un paio dei suoi colpi da Maestro e piazza il quarto break della sua partita, che spezza definitivamente in due il match. Il futuro 36enne dimostra di avere braccia e gambe di un ragazzino: la differenza d'età con Dimitrov (classe 1991) non si fa mai sentire e per il bulgaro sono guai. Il sussulto d'orgoglio arriva inaspettatamente nell'ottavo game, quando Federer perde per la prima volta il servizio, a causa anche di un paio di giocate strepitose di Dimitrov. Il Maestro cambia il violino (racchetta) e rimette le cose a posto: controbreak sul 5-4 e tutti a casa, in appena 1 ora e 38'. In attesa di un'altra lezione sull'erba londinese, magari già mercoledì contro Raonic.