US Open: Stephens, favola a lieto fine

Tennis

Claudio Barbieri

La nuova regina di Flushing Meadows è risalita dalla 957^ posizione nel ranking, occupata appena una mese e mezzo fa, andandosi a prendere il primo Slam della carriera. A 24 anni, con talento, forza fisica e grazia, può aprire una nuova era

23 gennaio: Sloane Stephens viene operata al piede sinistro a causa di una frattura da stress, un guaio evidenziato al termine dei Giochi di Rio de Janeiro. 31 luglio: la WTA stila come ogni settimana il ranking e la 24enne statunitense precipita fino alla posizione numero 957, pochi giorni dopo il suo ritorno in campo a Wimbledon, dove viene eliminata al primo turno dalla connazionale Alison Riske. 9 settembre: Sloane Stephens conquista gli US Open battendo in una finale perfetta Madison Keys in un’ora di gioco e centrando il suo primo Slam della carriera. Nemmeno sei settimane dopo essere quasi uscita dalle prime mille giocatrici del mondo, la favola della ragazza di Plantation, Florida, è compiuta. Senza più la pressione di dover dimostrare di essere “la nuova Serena Williams”, etichetta che le era stata affibbiata nel 2013 dopo averla battuta agli Australian Open, Stephens può cominciare una nuova era. Tenacia, tecnica e nervi saldi di certo non le mancano. E nemmeno occhi dolci e sorriso accattivante, per amore degli sponsor. 

NYC.

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“Non mi sono mai data per vinta”

Il recupero dall’infortunio al piede non era per niente scontato. Sloane ha lavorato duramente con medici e tecnici per rimettersi in pista. Nel frattempo, si era ritagliata il tempo per lavorare a Tennis Channel, diventando un’apprezzata opinionista nei tornei di Indian Wells, Miami e Charleston. La voglia di tornare in campo era però troppa, come spiegato durante la premiazione dell’Arthur Ashe Stadium: “Il 23 gennaio scorso mi sono operata e se qualcuno mi avesse detto che di lì a sette mesi avrei vinto a New York lo avrei preso per matto – ha spiegato Stephens -. Madison Keys è la mia migliore amica nel circuito: è stato un momento speciale affrontarla in questa finale. Avrei voluto che la potessimo vincere tutte e due ma naturalmente non è possibile. Io la sosterrò sempre e so che lei farà altrettanto con me”. In pochi hanno creduto in questa ragazza dal talento speciale e dai nervi d’acciaio: “Quando ero piccola mia madre mi portò in un circolo dove mi dissero che al massimo avrei potuto aspirare ad avere una borsa di studio per un’università di secondo livello. Mia madre non si diede per vinta, e nemmeno io…”. Spettacolare il siparietto alla consegna dell’assegno di 3.7 milioni di dollari riservato alla vincitrice, quando Sloane, incredula, ha esclamato: “Sono davvero tanti soldi!”. Dopo aver centrato le semifinali a Toronto e Cincinnati, agli US Open ha eliminato nell’ordine Vinci, Cibulkova, Barty, Goerges, Sevastova, Venus Williams e battuto l’amica Keys in finale, riuscendo a scavallare lo scoglio degli ottavi, raggiunti solo una volta nel 2013 nel torneo di casa. 

Sloane, quanti record!

Con il trionfo a Flushing Meadows, Stephens è diventata la prima giocatrice americana, escluse le sorelle Williams, ad aver vinto un Major dagli Australian Open del 2002, quando ad imporsi fu Jennifer Capriati. Sloane è anche la terza giocatrice fuori dalla top-ten a conquistare il titolo a Flushing Meadows da quando esiste il ranking, ovvero il 1975: le altre due sono state Kim Clijsters nel 2009 e l’italiana Flavia Pennetta nel 2015. L’americana è la quinta tennista non testa di serie a vincere un Major dopo O’Neil (Australian Open 1979), Serena Williams (Australian Open 2007), Clijsters (US Open 2009) e Ostapenko (Roland Garros 2017). Nell’Era Open solo tre giocatrici con una classifica peggiore della sua (83^ del ranking) hanno vinto uno Slam: Chris O’Neil a Melbourne 1978 (111^), Evonne Goolagong (Australian Open 1977) e Kim Clijsters (Us Open 2009), con le ultime due che non erano nemmeno in classifica dopo un rientro nel circuito a causa di un lungo stop. Da lunedì la Stephens risalirà al numero 17 del ranking mondiale, sfiorando il suo top del 21 ottobre 2013, quando toccò l’11^ posizione. La favola di Sloane non è certamente finita…