La tennista Laura Robson sopravvissuta alla strage di Las Vegas: "Pensavo fossero fuochi d'artificio, poi ho capito"

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La desolazione sul luogo della strage (Getty)
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La tennista inglese era al festival di musica country vicino al Mandala Bay Casinò di Las Vegas, dove un uomo ha aperto il fuoco sulla folla: 58 morti e oltre 500 feriti

La più grande strage da armi da fuoco della storia americana: così verrà ricordato quello che è accaduto a Las Vegas, dove un uomo ha sparato sulla folla che partecipava a un festival di musica country prima di suicidarsi. 58 morti e oltre 500 feriti, questi gli impressionanti numeri della strage. Il responsabile della tragedia è Stephen Paddock, un americano di 64 anni originario del Nevada. Secondo i testimoni, l'uomo ha iniziato a sparare dalle finestre del 32esimo piano del Mandalay Bay Hotel, dopo aver ucciso una guardia di sicurezza. Nei video finiti online si sentono raffiche di mitra, tutto intorno scene di panico: centinaia di persone si sono rifugiate negli alberghi vicini. La tennista britannica Laura Robson era sul posto, attraverso Twitter ha fatto sapere di stare bene nonostante il grande spavento: "Sto bene. Eravamo proprio lì...dal rumore sembrava che stessero esplodendo dei fuochi d'artificio, poi tutti hanno iniziato a correre. Una cosa spaventosa". La Robson, che tra i suoi risultati può vantare una medaglia d'argento vinta alle Olimpiadi 2012 nel doppio misto insieme al connazionale Andy Murray, era a Las Vegas a seguire il festival e aveva postato su Instagram una sua foto prima del concerto. Un fan le ha scritto su Twitter per avere sue notizie e la tennista gli ha risposto, raccontando gli attimi di terrore appena vissuti. 

La rivendicazione dell'ISIS

Lo Stato Islamico ha rivendicato la responsabilità della strage. L'agenzia di propaganda Amaq ha citato una fonte di sicurezza dell'Isis: "L'esecutore è un soldato dello Stato islamico che ha agito rispondendo alla richiesta di colpire i Paesi della coalizione". Il riferimento è alla coalizione militare internazionale che sta combattendo il gruppo jihadista. L'Isis ha pubblicato in seguito un altro comunicato, sostenendo che l'assalitore si era convertito all'Islam qualche mese fa, cambiando il suo nome in Samir Al-Hajib. L'Fbi ha affermato che "per il momento non è stato trovato nessun legame" tra l'autore della strage e organizzazioni terroristiche.