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Roland Garros, ottavi di finale: Djokovic e Nadal avanti, si sfideranno ai quarti

Tennis
©Getty

Lo spagnolo vince una maratona arrivata al quinto set contro il canadese Augier-Aliassime, mentre il serbo ha liquidato l'argentino Schwartzman in tre set: sarà un grande quarto di finale. Vittoria anche per Zverev, che ha piegato 3-0 la resistenza dello spagnolo Zapata Miralles. Per lui si prospetta l'ostacolo Alcaraz, impegnato nel serale contro Khachanov

DJOKOVIC-NADAL LIVE

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Quarti di finale da sogno, ma che fatica. Da Djokovic, Zverev, Nadal e Alcaraz non ci si aspettava niente di diverso, ma il percorso con cui le quattro principali teste di serie nella parte alta di tabellone sono arrivate al momento in cui si scontreranno tra di loro è profondamente differente.

 

Il serbo è stato il primo a staccare il pass per il martedì. Che Nole fosse destinato a non soffrire più di tanto la volenterosa carica agonistica di Diego Schwartzman sembrava scontato fin dalla vigilia, eppure il 6-1, 6-3, 6-3 con cui Djokovic ha punito l’argentino è un po’ bugiardo. Difficile trovare un vero momento in cui il “Peque” ha sbagliato l’approccio tattico. Forse grida vendetta il dritto affossato a rete che avrebbe garantito a Schwartzman un vantaggio di 4-1 nel secondo set. Forse se dovesse tornare in campo domani contro il serbo, l’argentino eviterebbe di intestardirsi in smorzate poco fruttuose e proverebbe a resistere un po’ di più a fondocampo. La verità è che errori simili non sono quasi mai così gravi da indirizzare una partita. Tranne, ovviamente, contro Djokovic.

Mettere a freno gli errori, invece, deve essere l’urgenza per Zverev nelle prossime 48 ore: l’impressione è che le statistiche siano state fin troppo clementi a mettergliene a bilancio “soltanto” 63 contro Zapata Miralles. Se anche il rovescio in palleggio inizia a essere ballerino e se gli ace latitano, Sascha rischia un’altra Caporetto da Slam contro Alcaraz. La frustrazione accumulata dal tedesco game dopo game, nel vedere il proprio servizio a 200km/h tornargli ancora più velocemente nei piedi e nel capire che né spingere da fondocampo né cercare in continuazione il vincente si rivelavano strategie efficaci a lungo termine, è stata il sintomo di una partita che Zverev si è dovuto rassegnare a interpretare con umiltà e abnegazione. Meglio, poi, togliersi dalla mente anche il 4-1, 40-0 dilapidato nel primo set. Arrivato nei quarti di finale al Roland Garros, Sascha sa che non esiste più qualcuno che sarà così gentile da commettere un doppio fallo per auto-annullarsi un set point in un tiebreak che non doveva neanche esistere. Anche perché Alcaraz e Zapata Miralles hanno in comune soltanto la nazionalità. 

A proposito di Carlitos, la sfida contro Karen Khachanov poteva essere un test soltanto nella misura in cui il teenager di Murcia si approccia a partite in cui ormai è favorito, ma con rivali con molta più esperienza di lui. Il 6-1, 6-4, 6-4 rifilato al russo non lascia dubbi su quanto lo spagnolo abbia sempre meno punti deboli in campo, mentre il tweener lob vincente che Alcaraz si è inventato sulla palla break sul 3-3 nel terzo set è da esporre direttamente al Louvre. A Zverev il compito di inventarsi qualcosa per evitare un replay della finale di Madrid.

Infine Nadal, il re di Parigi. Dimesso per un set, dominante per i successivi due, nuovamente sprecone nel quarto. E poi, un quinto parziale da antologia, come sempre sono stati i quinti set di Rafa sulla terra rossa in carriera. Auger-Aliassime sapeva di poter avere chance contro lo spagnolo soltanto miscelando bene irruenza e prudenza con il dritto. Non soltanto il canadese si è gestito da futuro fuoriclasse, ma ha anche azzeccato i tempi giusti sia per le discese a rete, sia per eseguire le tante smorzate viste durante la partita. Perché, quindi, ancora una volta Felix, ormai habitué nelle seconde settimane di uno Slam, torna a casa senza però aver raccolto niente di concreto? Perché gli ultimi sei punti vinti da Nadal nella partita sono stati di qualità leggendaria per corsa, manualità, visione di gioco, violenza e spin con il dritto e volontà di aggiungere sempre qualcosa in più al proprio piano tattico persino tra un game e un altro di un singolo match. Il fenomeno è tale perché sa che non esiste talento senza l’umiltà di mettersi costantemente in discussione. Presumibilmente questo sarà anche il leit motiv su cui si snoderà la sfida numero 58 contro Djokovic, sfida che ormai è un classico almeno una volta in stagione negli ultimi 16 anni. 

I risultati 

Djokovic-Schwartzman: 6-1, 6-3, 6-3

Zverev-Zapata Miralles: 7-6, 7-5, 6-3

Auger Aliassime-Nadal: 6-3, 3-6, 2-6, 6-3, 3-6

Alcaraz-Khachanov: 6-1, 6-4, 6-4

E le donne?

Per una volta, invece, il tabellone WTA è stato abbastanza avaro di emozioni, escludendo il secondo e il terzo set giocati dalle millennial terribili, la canadese Leylah Fernandez, finalista agli US Open nel 2021 e la statunitense Amanda Anisimova, semifinalista al Roland Garros nel 2019. In una sfida tra una macchina di vincenti e una geniale maestra di tattica, decisive sono state le risposte uncinate trovate dalla Fernandez nel quinto game nel terzo set, quello in cui la canadese ha messo a segno il break che ha spezzato l’equilibrio, prima che la Anisimova. Nei quarti di finale la Fernandez affronterà Martina Trevisan, lucida e grintosa nel mettere pressione a una Aliaksandra Sasnovich mai veramente serena nei momenti cruciali di partita. Per quanto riguarda l’altro quarto di finale, già definito, la certezza è che una statunitense arriverà in semifinale a Parigi. Bisognerà soltanto vedere se sarà Coco Gauff, che ha rifilato un 6-4, 6-0 a una scarica Elise Mertens, o la rediviva Sloane Stephens che ha lasciato soltanto due game alla svizzera Jil Teichmann. Sempre due erano stati i game che la Stephens aveva raccolto dodici mesi fa contro Barbora Krejcikova sempre agli ottavi di finale, sempre al Roland Garros. Per la cronaca, la ceca poi vinse il torneo.