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Becker racconta l'esperienza in carcere: "Hanno cercato di uccidermi"

il racconto

Boris Becker ha raccontato per la prima volta le sue prigioni, ovvero l'esperienza di otto mesi di carcere in Inghilterra: "Dietro le sbarre non sei nessuno, solo un numero. Hanno cercato di uccidermi, tre detenuti mi hanno salvato. Ero impazzito, avevo paura della cella condivisa e di fare la doccia. La prigione è sporca e pericolosa, si trova di tutto. Hanno negato a Klopp di visitarmi perchè personaggio troppo noto"

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Boris Becker si è raccontato per la prima volta dopo essere tornato in Germania, al termine degli otto mesi di carcere scontati in Inghilterra per frode fiscale. L'ex tennista ha spiegato,  in un'intervista esclusiva rilasciata al canale 'Sat1', di aver visto la morte in faccia quando due detenuti gli dissero di volerlo uccidere: "Uno mi ha spiegato esattamente come lo avrebbe fatto", ha detto l'ex campione di Wimbledon, che è stato tre mesi in quello che è considerato il più duro carcere inglese, HMP Wandsworth, per poi essere trasferito a Huntercombe, dove è rimasto negli ultimi cinque. 

Becker in lacrime: "Ero impazzito, paura della cella e della doccia"

Nel talk il sei volte campione Slam ha descritto la sua esperienza carceraria, come sono stati questi mesi e come è arrivato a ricevere minacce di morte. "Un prigioniero di nome John mi ha detto che se non avessi fatto questo o quello, mi avrebbe ucciso. L'avevo provato con altri" ha spiegato, aggiungendo di essere riuscito ad entrare in confidenza con altri tre detenuti "che mi hanno salvato la vita. Per fortuna ha avuto l'appoggio di quei tre compagni e questo è venuto a chiedere scusa", ha aggiunto tra le lacrime. Minacce che hanno trasformato la sua permanenza in carcere in un vero e proprio incubo, fino ad ammettere di essere "impazzito": "Avevo due grosse preoccupazioni, la cella condivisa, ero fottutamente spaventato. E anche la doccia. I film non mi hanno aiutato, quando vedi il sapone che cade sul pavimento...".

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"Hanno rifiutato la visita di Klopp"

In prigione, ha ricordato l'ex campione, devi prenderti cura di te stesso: "E' estremamente affollata, estremamente sporca, estremamente pericolosa, con assassini, offerte sessuali, spaccio di droga, ogni genere di cose... e devi prenderti cura di te perché le guardie non lo faranno". Becker ha anche svelato che il tecnico del Liverpool Jurgen Klopp ha cercato di andare a trovarlo, ma le autorità carcerarie hanno rifiutato la sua visita. "Sono molto amico di Jurgen e voleva venire a trovarmi. Ho dato i nomi al governo, poi è arrivata la risposta che non poteva farmi visita perché è un personaggio troppo noto".

"Dietro le sbarre non sei nessuno, solo un numero"

"Dietro le sbarre, non sei nessuno. L'ho capito subito. Sei solo un numero. Nessuno mi ha mai chiamato Boris. A loro non importava chi fossi. Passavo il mio tempo insegnando inglese e matematica ai detenuti. Qualche settimana dopo ho studiato la filosofia dello stoicismo e l’ho insegnata. Ero anche il loro preparatore fisico. Questa condanna è stata una lezione molto dura, ma ha avuto anche ripercussioni positive. Ho pensato molto, ho riconosciuto i miei errori. Voglio restare sulla retta via. Ho ricevuto una seconda possibilità, sta a me coglierla. In questi anni ho vissuto al di sopra delle mie possibilità. Per troppo tempo ho creduto di poter vivere come nei giorni del mio splendore. Ora basta".