Sinner: "Io e Alcaraz nuova era? È presto, Djokovic può ancora vincere"

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Nell'intervista a Sky Sport, Sinner ha parlato della rivalità con Alcaraz: "Presto per una nuova era, vedremo come andranno i prossimi 5/6 anni. Nole può ancora vincere, ma ci sono anche Zverev e Medvedev". Sui match più belli del 2024: "Ricordo la semifinale con Nole a Melbourne, ma anche tutte le partite a New York sono state difficili". Infine l'elogio ai suoi coach: "Vagnozzi e Cahill sono come il ghiaccio e il fuoco, la loro differenza è perfetta"

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Un nuovo capitolo, ma non ancora una nuova era. È il parere di Jannik Sinner sulla rivalità con l'amico Carlos Alcaraz. Sfide sentite e lottate in un 2024 in cui si sono divisi i quattro Slam: i trionfi di Jannik a Melbourne e New York, quelli di Carlitos al Roland Garros e Wimbledon. Due soli campioni Slam in un anno, come non accadeva dal 2022. "Parlare di nuova era, però, è ancora presto, gli altri hanno vinto Slam per vent'anni" ha spiegato Sinner nello speciale "Sinner, oltre il tennis - Capitolo 3", un lungo dialogo con il direttore di Sky Sport, Federico Ferri. "Vedremo come andranno i prossimi 5/6 anni e poi, potenzialmente, speriamo, sarebbe bello parlare di questo" ha aggiunto il n. 1 al mondo che si è soffermato sull'analisi degli avversari, tra cui Djokovic, Medvedev e Zverev. "Zverev è sempre più vicino a vincere uno Slam e secondo me, quando riuscirà a vincerne uno, poi potrebbe partire. Poi c'è Medvedev, veramente tosto da battere nei major. Nole ha vinto l'oro olimpico ed è ancora lì perché sa che può ancora vincere - ammette - Nel momento in cui saprà che non può più vincere, allora secondo me non resterà lì tanto".

"Con Nole a Melbourne la partità più bella del 2024"

Proprio le sfide con Djokovic rievocano bei ricordi per Sinner che tra le partite più belle del 2024 cita per prima la sfida con il serbo agli Australian Open: "La partita che mi è piaciuta di più è stata la semifinale contro Nole perché ho avuto match point nel terzo, non sono riuscito a vincerla in tre, poi nel quarto sono ripartito - ricorda - Era molto difficile, una situazione complicata, perché Nole è un giocatore contro cui puoi vincere uno o due set, poi a un certo punto alza il livello e diventa difficile finire la partita. Questo è uno dei match, poi ovviamente la finale con Medvedev, da due set a zero sotto. Però erano anche difficili tutte le partite a New York. Carlos era fuori, Nole era fuori; ho vinto contro Medvedev e poi avevo tanta pressione. La finale sull'Ashe, contro un americano, non era semplice".

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"Medvedev mi ha fatto crescere, con alcuni faticherò sempre"

"Ci saranno sempre dei giocatori contro cui faccio più fatica, che mi mettono in difficoltà, ma sono proprio loro che ti fanno crescere come giocatore" ha ammesso Sinner. Inevitabile il riferimento a Medvedev, battuto da Jannik dopo sei ko consecutivi: "Non riuscivo mai a batterlo, ho fatto tanta fatica. Però poi abbiamo messo dentro il serve&volley, le smorzate, l’attacco a rete, le volée, e lui mi ha fatto crescere". Crescita che passa anche da altre sfide, come quelle con Djokovic: "Sono diventato un giocatore migliore - aggiunge - Con Nole come con Alcaraz e come con Zverev che ho sempre fatto fatica a battere. Però ci saranno sempre dei giocatori nuovi che arrivano con delle nuove qualità e tu devi sempre continuare. Quindi è molto bello questo sport".

"Vagnozzi e Cahill come il ghiaccio e il fuoco"

Sinner ha parlato anche dei suoi coach, Simone Vagnozzi e Darren Cahill. "Sono totalmente diversi, come il ghiaccio e il fuoco" ha spiegato l'azzurro. Un mix perfetto per la crescita dell'azzurro: "Simone è un allenatore molto tecnico e tattico, invece Darren mi aiuta mentalmente e trova le parole giuste nel momento giusto. La differenza tra uno e l'altro a un certo punto è perfetta perché loro due si rispettano in una maniera incredibile".