Nella sua docuserie, in uscita in questi giorni, Carlos Alcaraz ha riflettuto sulla pesante eredità lasciata da Rafa Nadal: "Non voglio essere chiamato il suo successore, voglio essere me stesso. Queste faccende mettono molta pressione e possono confonderti. Temo che il tennis diventi un obbligo e voglio anteporre la felicità a ogni tipo di traguardo in campo"
"Non voglio essere chiamato il successore di Rafa. Voglio essere chiamato Carlos Alcaraz Garcia". Così il vincitore dell'ultimo Roland Garros nella docuserie 'My Way', in uscita su Netflix, in cui il murciano è stato seguito lungo tutta la stagione 2024. "Quando sei giovane e ti paragonano costantemente a qualche professionista che è nel circuito da molti anni, a volte ti stanchi di sentirtelo dire. Questo porta a un eccesso di pressione e, alla fine, credo che possa distorcere la tua vita quotidiana e persino confonderti", ha detto Carlitos.
"Voglio anteporre la felicità a ogni traguardo"
Nonostante i tanti successi, Alcaraz afferma di avere difficoltà a conciliare la vita professionale con quella personale: "Credo che in questo momento la mia paura sia che il tennis diventi un obbligo. Se ho la mentalità per diventare il più grande di sempre? Sono ancora giovane, ho molto davanti a me. Ma da quello che ho vissuto finora, preferisco decisamente anteporre la felicità a qualsiasi tipo di traguardo".
