Volley, non lapidate Sakineh: in B2 c'è chi gioca per lei

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La squadra femminile del Golem Cinquefondi dalla parte di Sakineh, la donna iraniana condannata alla lapidazione (foto Ansa)
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Sono le pallavoliste della Golem, squadra calabrese di Cinquefondi. Sulle loro divise hanno stampato il nome della donna iraniana condannata a morte per omicidio: "Dovevamo fare qualcosa, vogliamo portare un messaggio di speranza in tutti i palazzetti"

Vivono lontane migliaia di chilometri dall'Iran e da Sakineh, la donna condannata alla lapidazione per adulterio, con sentenza poi sospesa, e ora sotto processo per l'omicidio del marito. Ma nonostante questo si sentono a lei vicine come donne. Ed è per questo che dall'inizio della stagione portano impresso sulle loro maglie il nome della donna iraniana, facendosi portatrici in tutti i palazzetti in cui giocano di un messaggio di speranza.

Sono le pallavoliste dalla Golem, squadra di B2 di Cinquefrondi, piccolo centro della provincia reggina, che dall'inizio del campionato guida la classifica. Da quando la vicenda di Sakineh è diventata di pubblico dominio, l'hanno fatta propria e così, quando la società ha proposto loro di fare qualcosa per quella donna, loro hanno risposto in modo entusiastico accettando con orgoglio di portare il suo nome sulle maglie.

"Volevamo fare qualcosa - spiega il presidente, Mario Ceruso - per sensibilizzare quante più persone a questa vicenda e cosi' abbiamo pensato di stampare il nome di Sakineh sulle maglie. Le ragazze sono state entusiaste ed hanno condiviso subito questa iniziativa. E' una vicenda che riguarda i diritti umani e non si poteva fare finta di non vedere o ignorare tutto".

L'iniziativa, alla quale ha dedicato un servizio anche la Tgr Calabria, ovviamente, non passa inosservata tra le atlete delle altre squadre che chiedono e si informano del perché di quel nome stampato sul fronte della maglia da gioco della atlete della Golem. "Loro chiedono - dice Ceruso - e noi rispondiamo  che riteniamo giusto fare questo per diffondere quanto piu' possibile, anche nel nostro mondo, quello dello sport, un messaggio di speranza".

Tutte concordi le ragazze nel dirsi felici di poter dare un contributo, seppure piccolo, a diffondere in giro per la Calabria e la Sicilia la vicenda di Sakineh. "Quando siamo state informate dell'iniziativa - dice una delle atlete - l'abbiamo subito sposata con piacere. Siamo donne anche noi ed è bello portare sulle maglie il nome di una donna che rappresenta molto sul piano civile e sociale. Lo sport è anche questo".

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