Perugia finalmente ha scacciato i suoi spettri: così ha vinto la Champions

D’ora in poi non si potrà più dire che non è capace di vincere la Champions League. Nella notte di Lodz ce l’ha fatta, la Sir Sicoma Monini Perugia è campione d'Europa! Era la coppa che sognava da tempo, l’aveva soltanto sfiorata nella finale del 2017 a Roma, quando fu battuta da una squadra troppo più forte, lo Zenit Kazan. Stavolta no, l’ha afferrata e non l’ha più mollata. Nemmeno quando, avanti 2-0, Perugia ha subìto la rimonta dei polacchi dell’Aluron Zawiercie che, spinti dagli 11.000 dell’Atlas Arena, hanno tentato di rovinargli la festa. È in quel preciso istante che Giannelli e compagni hanno costruito il loro trionfo. Cancellando dalla testa gli spettri di una stagione difficile da spiegare, in cui la Sir era partita per vincere tutto ma che con l’arrivo del 2025 aveva dovuto fare i conti con l’eliminazione dalla Coppa Italia prima e poi dalle semifinali scudetto contro Civitanova nel modo più terribile: sconfitta alla quinta partita dopo essere stata avanti 2-0 nella serie. Sembrava potesse accadere ancora. Ma così non è stato. Ingiusta maledizione Quella di Lodz sarà ricordata come la prima volta di coach Angelo Lorenzetti. Ex bancario che ha preferito al posto fisso l’incertezza della panchina. Allenatore unico nel suo genere, non di grandi parole ma sempre pesate e cariche di significato. E uomo di pensieri bellissimi, soprattutto rivolti ai suoi ragazzi, la sua linfa. Anche se non l’avrebbe mai ammesso nemmeno sotto tortura, la Champions per lui era ormai diventata un’ingiusta maledizione. Tante volte era sembrata possibile ma ogni volta gli era scappata via. Quattro finali. Tutte perse. Adesso no, non più. L'ha vinta in Polonia, nella città in cui Lorenzetti aveva perso un'altra finale, nel 2008, quando allenava Piacenza. Le sue lacrime a fine partita sono il segno di quanto questa persona discreta volesse spezzare l’incantesimo con tutto se stesso. Il capitano Nella vittoria di Perugia ci sono le mani e il talento smisurato del suo capitano, Simone Giannelli. Anche per lui la Champions aveva avuto finora un sapore amaro. Due finali, due sconfitte. Lui però non aveva mai accampato scuse. Ora si è ripreso tutto con gli interessi. Con una leadership esemplare e giocate di altissimo livello, il palleggiatore bolzanino si è confermato un talento cristallino, guidando i suoi compagni al tanto agognato trionfo europeo. La sua regia precisa e la capacità di variare il gioco hanno messo in crisi gli avversari in ogni set, dimostrando una visione di gioco fuori dal comune. Non a caso, Simone Giannelli è stato insignito del prestigioso titolo di MVP della Final Four. Il successo in Champions League rappresenta la ciliegina sulla torta di una carriera già costellata di successi, sia a livello di club che con la nazionale italiana, di cui è un punto di riferimento e capitano. La sua umiltà e la sua dedizione al lavoro lo rendono un esempio per i giovani atleti e un leader rispettato all'interno dello spogliatoio. "The President" È anche e soprattutto il trionfo del vulcanico presidente Gino Sirci, personaggio fuori dagli schemi, che grazie a un entusiasmo coinvolgente, insieme a indubbie capacità imprenditoriali, è riuscito a costruire una macchina vincente. Anni con milioni di euro investiti per portare in Umbria i giocatori migliori, anche il numero uno in assoluto, Wilfredo Leon. Piccoli e grandi passi, con tante gioie ma anche momenti difficili che hanno fatto crescere la società che nel giro degli ultimi 7 anni si è presa tutto. Il primo scudetto nel maggio 2018 , nel 2022 il Mondiale per Club conquistato in Brasile. In mezzo anche quattro Coppe Italia e sei Supercoppe. Ma la vittoria più bella, la più desiderata, la prima Champions League, è solo ora, il 18 maggio 2025 che per i cosiddetti “Sirmaniaci” è già una data che resterà indelebile. Dici Champions, dici Italia Il successo della Sir di Angelo Lorenzetti è solo l’ultima conferma che la pallavolo italiana sta vivendo un momento di grande splendore. A Lodz l’Italia ha di nuovo completato la doppietta, ha vinto cioè nella stessa stagione sia la Champions maschile che quella femminile. Al successo di Perugia non va dimenticato infatti quello ottenuto dalle “pantere” di Conegliano a Istanbul, dove addirittura sul podio sono finite anche Scandicci e Milano . Un record. Un back-to-back che si è ripetuto a distanza di un solo un anno; lo scorso anno ci riuscirono Trento e ancora Conegliano . Complessivamente sono state 12 le volte in cui i club italiani hanno alzata la coppa più prestigiosa contemporaneamente. Se non è un dominio questo poco ci manca.

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