Herbots: "Tornata a Novara per vincere. E Conegliano…"

Novara le ha dato tantissimo, compreso l'amore di Andrea, che oggi è suo marito. Per Britt Herbots tornare in Piemonte è stato un po' come tornare a casa, dopo tre stagioni passate in Toscana tra Firenze e Scandicci. La squadra di Lorenzo Bernardi, reduce dal successo in Cev Cup, si prepara al ritorno sul palcoscenico più bello e prestigioso, quello della Champions League, e chi meglio di una veterana grintosa come Britt Herbots per portare entusiasmo a un ambiente giovane e ambizioso come quello di Novara? Certo, l'ostacolo più grande e all'apparenza insormontabile si chiama sempre Conegliano, in Italia come in Europa, per non parlare delle turche del Fenerbahçe, una delle superpotenze del volley continentale e avversarie nel girone di Champions. Ma Britt non ha paura, il suo sguardo e la sua voce trasmettono sicurezza e tranquillità: non potrebbe essere altrimenti, quando sai di giocare a casa tua. La scorsa stagione eri a Scandicci, una squadra di altissimo livello, reduce da una finale di Champions League. Anche Novara è una squadra di altissimo livello, dove avevi già giocato tra il 2020 e il 2022. Come mai questo ritorno? "L'anno scorso era il mio secondo a Scandicci, c'era qualche problema con il numero di giocatrici straniere e italiane, era un incastro un po' complicato. Quando durante la stagione mi è arrivata la chiamata da parte di Novara l'idea mi è piaciuta molto: qui avevo passato due anni molto belli. È vero, in società sono cambiate parecchie cose, perché lo staff è praticamente tutto nuovo. Però parlando con coach Lorenzo Bernardi mi sono convinta dell'idea di pallavolo che aveva per questa stagione. Nell'ambiente ero già stata bene, conosco la città, perché mio marito è di Novara e ci sono tornata anche altre volte. In più so che è una società che ha sempre avuto ambizioni importanti e un roster di livello: tutti motivi che mi hanno convinta" Tre anni dopo averla lasciata, che tipo di squadra hai ritrovato? "Durante gli anni che io ho passato qui eravamo un bellissimo gruppo, credo che stessimo andando molto bene anche come squadra. Tante giocatrici non ci sono più, è vero. Ho ritrovato comunque Sara Bonifacio, con cui avevo già giocato in passato, e tante che conoscevo per averci sempre giocato contro, come Carlotta Cambi. Anche quest'anno è una bellissima squadra, c'è tanta voglia di lavorare e di imparare. Siamo un gruppo relativamente giovane, c'è un bel mix tra ragazze magari un po' più esperte e ragazze che vogliono ancora farsi vedere e fare tanta strada: credo sia molto positivo, si lavora veramente molto bene. Certo, in tre anni in una società sportiva le squadre non restano mai le stesse, qui è cambiato tantissimo, non solo la squadra ma anche lo staff. Però devo dire che le sensazioni sono sempre le stesse: è un bellissimo gruppo, si lavora bene e spero e credo che quest'anno possiamo toglierci qualche soddisfazione" Hai detto che questa Novara è una squadra con cui si può costruire per il futuro, però quest'anno siete già chiamate a una stagione importante. Cosa pensi di questa Champions League che inizia a brevissimo? Che obiettivo avete? "Sicuramente sarà tosta, perché la Champions League, dove ho fatto parecchia esperienza con Scandicci e con Novara prima, è sempre una competizione difficile. Qui se vuoi andare avanti devi pensare a ogni set e a ogni partita, perché un singolo punto può fare la differenza nel proseguo del torneo. L'anno scorso è stato bellissimo, fino alla finale mi pare non avessimo perso nemmeno un set: giocare quella Final Four è una cosa che vorrei rifare veramente tanto, ho vissuto emozioni bellissime. Ovviamente nel nostro girone abbiamo il Fenerbahçe, che non ha bisogno di presentazioni, sappiamo quanto è forte questa squadra. Sono convinta che possiamo fare qualcosa di bello, perché per tante di noi magari è la prima volta in Champions League e sarà un'emozione. Questa è una competizione veramente bella da giocare: affrontare le squadre più forti al mondo deve essere uno stimolo" Iniziate martedì contro il Lodz, mentre il Fenerbahçe sarà a inizio dicembre. Sei una delle giocatrici più esperte di questo roster, nonostante tu abbia solo 26 anni. Quanto pensi che questa partita possa essere un test per capire le ambizioni di Novara? "In campionato nell'ultimo periodo abbiamo avuto un po' di difficoltà, anche per l'infortunio di Tatjana Tolok, che per noi in attacco è un punto di riferimento. Ci è mancata. Adesso sta rientrando, spero che possa trovare subito la forma, perché è fortissima e abbiamo bisogno di lei al 100% per capire a che punto siamo. Sarà sicuramente un test molto importante per capire a che punto siamo, il Fenerbahce è una delle migliori squadre in Europa, le conosciamo bene. Non voglio pensare troppo in là, ogni partita conta in Champions, pensiamo prima alla trasferta in Polonia, che non sarà facile perché giocano una bella pallavolo. Di certo contro il Fener sarà una partita da vivere, davanti al nostro pubblico: spero ci sarà tutto esaurito e spero di poter far vedere la miglior versione di noi" Parlando di pubblico, nell'ultima giornata contro Milano avete ottenuto una bellissima vittoria in un bellissimo ambiente . Che obiettivo avete per questa Serie A? Siete tra le big, insieme a Milano, Scandicci e ovviamente Conegliano. "Come ogni anno l'obiettivo è cercare di togliere qualcosa a Conegliano, che non è semplice. Anche in questa stagione stanno confermando la loro forza. Secondo me ci possiamo giocare quel posto da 'antagonista' con Scandicci e Milano, senza dimenticare Chieri che sta facendo veramente un bel campionato. L'obiettivo di tutti è andare fino in fondo, anche se in Italia non esistono mai le partite facile, sia che giochi con le prime sia con le ultime della classifica. Abbiamo perso qualche punto per strada finora, un po' per merito delle avversarie e un po' per demerito nostro. In questo momento dobbiamo pensare a come giocare la nostra miglior pallavolo, poi penseremo a come arrivare più in fondo possibile" Pensando più avanti nella stagione, avresti voglia di trovare Scandicci ai playoff o in Champions League? Senti la voglia di una specie di rivincita? "In realtà no, mi sono lasciata veramente in buoni rapporti con la società. E lo dico sempre. Scandicci per me è stata qualcosa di molto bello, di molto positivo, due anni splendidi, con una finale scudetto e una finale di Champions League. È una società che ringrazio molto, in cui mi sono trovata molto bene, sia con le compagne sia con lo staff. Affrontarle sarebbe bello da un lato, perché per me è un po' un derby in casa, visto che mio marito lavora lì. Non sarebbe una partita che mi 'peserebbe'. Ovviamente da atleta spero sempre di vincere, però non ho per niente rancore verso Scandicci. Anzi. Sono la prima che va a salutare le avversarie a partita finita, perché mi sono rimasti nel cuore" Un'altra novità che hai trovato a Novara è il coach, che è Lorenzo Bernardi, uno dei giocatori più vincenti della storia della pallavolo. Che effetto fa trovare un allenatore con questo carisma e con questo palmarès? Può essere un fattore per una giocatrice? "Quando sono arrivata ho pensato subito a quanto potessi imparare da una figura come lui. Adesso non è più un giocatore, è un allenatore, però conosce bene la sensazione di stare in campo, che secondo me è diverso da viverla dalla panchina. Questo aspetto è molto positivo anche per noi, perché sa dare dei buoni consigli nei momenti giusti, anche in modo diverso rispetto ad altri allenatori. Non so spiegarlo, Lorenzo trasmette un qualcosa, è una sicurezza in più. Per noi giocatrici è utile, anche se va detto che poi ognuna vive il momento della partita in modo diverso, soprattutto quando la palla scotta. Io personalmente cerco sempre di ascoltare le sue indicazioni e di recepire il suo messaggio, perché in carriera ha vinto tantissimo, sa come si fa e sa cosa significa essere un giocatore nei momenti che contano" Da qualche anno sei una delle giocatrici più affermate del nostro campionato, ma sei anche riconosciuta come una giocatrice di grinta, di carisma e di grande leadership. Sia in campo sia fuori. Ti ci ritrovi? "So di essere quella giocatrice di grinta e di entusiasmo: cerco sempre di trasmetterlo nei momenti che servono alla squadra. Personalmente mi sento ancora molto giovane, però è vero che ho una certa esperienza ormai alle spalle: in spogliatoio e credo anche in campo sono quella che trasmette un po' di allegria e di grinta, è importante per una squadra. La mia è una leadership diversa, non sono quella che dice alla compagne dove devono stare e cosa devono fare. Assolutamente no. Lo faccio in modo diverso, lo faccio a modo mio, come mi viene più naturale. Per ora sono contenta sia della persona sia della giocatrice che sono, perché in campo conta essere sé stessi. Perché la nostra carriera dura solo un tot di anni, poi verrà Britt come persona, che secondo me è molto più importante" Che rapporto hai con tuo marito ? L'anno scorso eravate 'compagni', quest'anno siete rivali, come ha preso la tua decisione di tornare a Novara? "Era molto contento che tornassi qui, perché com'è giusto che sia lui è felice quando io sto bene e quando riesco a fare quello che amo, cioé giocare a pallavolo. Lui comunque è nato e cresciuto in un paesino vicino a Novara, quindi gli è comodo ogni volta che torna a vedermi, praticamente è a casa. Io e Andrea parliamo sì di pallavolo, ma fino a una certa, perché altrimenti sarebbe troppo. Anche quando ero a Scandicci, che condividevamo il tempo al palazzetto e all'allenamento, ne discutevamo giusto 10/15 minuti appena arrivati a casa, per fare un punto di quello che era successo. Non abbiamo mai pensato di parlare solo di pallavolo, perché altrimenti uno di noi due sarebbe andato fuori di testa . Siamo un bel 'mix' anche fuori dalla palestra, per quanto poi sia molto utile avere una persona dentro al tuo mondo nel caso sentissi il bisogno di sfogarmi. Avere una persona al mio fianco che sa cos'è una 'pipe' è un bel vantaggio" Nel corso degli anni pensi sia stato un vantaggio avere un compagno dentro l'ambiente o magari ti ha creato qualche problema con la società o le compagne? "Io e Andrea personalmente credo siamo stati sempre perfetti al lavoro, anche le mie compagne lo hanno sempre detto. Siamo una coppia tranquilla e molto professionale in palestra. Lui nasce come 'sparring', quindi la figura che in allenamento ti aiuta a simulare situazioni di attacco e difesa. Con me non ha mai tirato meno forte per farmi sembrare la più brava, anzi al contrario, con me attaccava con più intensità per non dare la sensazione che ricevessi un trattamento di favore. Devo dire che per noi questa cosa è sempre stata la normalità, ci siamo conosciuti in questo mondo e non abbiamo mai trovato difficoltà in questo ruolo: per noi era lavoro. Poi si torna a casa e siamo una coppia, però al lavoro siamo sempre stati professionali e la nostra relazione non è mai stata un problema" Ultima domanda: tu sei ancora giovane, ma hai già una certa esperienza e hai giocato già diverse finali. L'anno scorso ci sei andata vicina con Scandicci, perdendo in finale di Champions. Da atleta, quanta voglia c'è di vincere qualcosa di importante? "Tanto, tantissimo. È una cosa che hai dentro ogni stagione, sperando che sia quella giusta. Conegliano è sempre stata in grado di confermarsi e di far vedere quanto è forte come squadra, però devo dire che ogni finale che ci ho giocato contro mi sono svegliata la mattina e ho detto: 'Oggi è la giornata giusta'. La voglia è veramente grande, il cassetto è pieno di medaglie d'argento, un po' sono stufa di arrivare sempre seconda. Sarebbe una soddisfazione enorme, sia personale sia per la società, poter sollevare una coppa qui a Novara. Perché c'è sempre tanto lavoro dietro: ogni stagione è veramente lunga, già arrivare in finale è tostissima, la felicità di alzare un trofeo sarebbe un'emozione enorme. Speriamo sia l'anno buono"

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Simone Dagani