Il giallo del pallone sul tetto

Il mistero s’infittisce e si tinge di giallo. Le nostre domande e i nostri appelli, per il momento, sono rimasti inascoltati. Probabilmente, per gioco, nessuno si è voluto prendere la responsabilità di bloccare la nostra curiosità e di mettere fine a questa nuova storia leggendaria che si divide in due parti. I protagonisti di tutta la vicenda, invece, sono due palloni da pallavolo: il primo tricolore e il secondo giallo-blu. Segni del tempo che avanza. Il luogo del mistero che vi stiamo per raccontare, invece, è sempre lo stesso; il soffitto molto alto di un palasport, anzi, del ‘PalaTiziano’, come è chiamato a Roma l’impianto di piazzale Flaminio, chiuso per lavori nel giugno 2018 e restituito alla città nell’ottobre 2023, dopo una importante e bella opera di ristrutturazione. Il palazzetto fu ideato e progettato nel 1956 dall'architetto Annibale Vitellozzi e dall’ingegnere Pier Luigi Nervi per ospitare alcuni eventi delle olimpiadi di Roma del 1960. I lavori terminarono il 15 settembre 1957 e questo impianto fu il primo, tra quelli concepiti per i ‘Giochi’, a essere completato. Al suo interno si disputarono gli incontri di pallacanestro e le gare di sollevamento pesi. La caratteristica di questo palazzetto è quella di essere sovrastato da una grande cupola in cemento armato sostenuta da trentasei cavalletti a forma di Y, disposti lungo tutto il perimetro dell’impianto che ha un diametro di quasi 60 metri. Veniamo alla prima parte della nostra storia. Tutto ebbe inizio l’11 dicembre 2011; al Palazzetto si giocava la partita del campionato di pallavolo di Serie A1 tra la Mezzaroma e l’Itas Diatec Trentino. Durante il riscaldamento, lo schiacciatore degli ospiti, il cubano naturalizzato Osmany Juantorena, provò alcune battute alla ‘coreana’. Questa tecnica consiste nel colpire la palla da sotto per darle una parabola altissima e farla ricadere quasi in verticale sul campo avversario. Ricevere queste battute non è facilissimo perché la palla scende a una velocità molto sostenuta e il rischio è di non riuscire a indirizzare la traiettoria del pallone verso l’alzatore. Durante uno di questi servizi di prova, Juantorena esagerò con la sua potenza e riuscì nell’impresa quasi impossibile di infilare perfettamente la palla in uno dei moduli a spicchio della cupola del palazzetto. Fin da subito, quel pallone, fu destinato a diventare un simbolo del PalaTiziano tanto che i tifosi della Pallacanestro Virtus Roma si affezionarono a tal punto da dedicargli una pagina Facebook. In effetti, era molto strano che quel pallone si fosse incastrato ma che, soprattutto, non cadesse e non si sgonfiasse mai. Nemmeno le forti scosse del terremoto di Amatrice del 2016 riuscirono a farlo spostare, nonostante alcuni tifosi dall’occhio particolarmente attento, avessero notato come fosse leggermente più sgonfio e spostato rispetto agli anni precedenti. Poi, improvvisamente, l’11 novembre 2016, avvenne quello che sembrava l’epilogo, della serie “niente è per sempre”. Prima di iniziare l’allenamento mattutino, i giocatori della Virtus allenati allora da Fabio Corbani, trovarono il pallone per terra. Erano trascorsi quasi cinque anni dall’impresa ‘leggendaria’ di Juantorena. Questo pallone aveva assistito a quasi tutte le vicende della pallavolo e della pallacanestro della Capitale. Dalle stagioni della Mezzaroma in A1, ai fasti del basket targato Virtus, in occasione dell’assalto allo scudetto contro Siena nel giugno 2013. Con il pallone ricaduto per terra nel 2016 la storia si è chiusa definitivamente? Per niente. E qui, infatti, comincia la seconda parte. Se vi capita di entrare nel PalaTiziano e alzate la testa vedrete che sulla cupola c’è incastrato un altro pallone da pallavolo. Questo è di colore giallo-blu. Come ci è finito? Chi lo ha incastrato? Juantorena è tornato di nascosto e lo ha voluto rimettere al suo posto o qualche giocatrice della Volley Roma lo ha voluto imitare? Oppure, all’interno del palazzetto si aggira un fantasma dispettoso magari con un passato da pallavolista? Chi può dirlo. Noi, però, lanciamo un appello a tutti gli appassionati: “Chi sa parli ora o taccia per sempre!!!”.

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Il giallo del pallone sul tetto

Tommaso Liguori