Formula 1, GP Spagna: l'analisi tecnica della gara

Formula 1

Cristiano Sponton

GP Spagna 2017 (Foto: Sutton Images)
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Al Montmelò abbiamo assistito ad una battaglia molto intensa non solo tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, ma anche tra i muretti box di Mercedes e Ferrari. Le strategie si sono rivelate fondamentali per l'esito finale della corsa, analizziamole in dettaglio

Il GP di Spagna per Vettel si era messo benissimo fin dalla partenza quando, grazie ad un ottimo scatto dal lato sporco della pista, è riuscito a scavalcare il poleman Hamilton. Start da dimenticare, invece, per Raikkonen e Verstappen che sono stati messi fuori gara da una carambola causata da un contatto tra Bottas e il pilota finlandese della Rossa.

L’analisi del primo stint

Il primo stint di gara è stata particolarmente “tirato”: Vettel spingeva per allargare il gap nei confronti di Hamilton e proteggersi, in questo modo, da un possibile undercut del numero 44, mentre, il pilota Mercedes stava cercando di rimanere nella giusta finestra per cercare di scavalcare la SF70H al primo pit stop.
Se analizziamo l’andamento del 1° stint (grafico in basso) possiamo notare che Vettel fino al giro 9, è stato costantemente più veloce di Hamilton riuscendo ad aprire un gap di 2,6s. Dal giro 10 Hamilton ha aumentato il proprio ritmo per cercare di portarsi nella giusta finestra per un possibile undercut. Al giro 13 il gap tra i due era di soli 2,1s e quindi molto vicino alla giusta finestra per anticipare il pit e cercare di sopravanzare la Ferrari.
Proprio per questo il muretto della Ferrari al giro 14 ha giustamente anticipato Mercedes richiamando ai box Vettel. La “finestra” su Ricciardo non era ancora stata “aperta”, ma la cosa non preoccupava gli strateghi di Maranello, perfettamente convinti che il sorpasso sulla Red Bull sarebbe stato piuttosto agevole. 

I momenti chiave

I momenti chiavi che hanno deciso la gara sono stati principalmente due: il tempo perso da Vettel dietro a Bottas e il regime di Virtual Safety Car che è stato esposto per il contatto in curva 1 tra Massa e Vandoorne.

La curva dei tempi del giro 24 e 25 (grafico in basso) sale repentinamente per la difficoltà di Vettel nel sopravanzare Bottas che stava girando con delle gomme soft particolarmente usurate. In questa fase di gara il tempo perso dal pilota tedesco della Ferrari è quantificabile in circa 5s.

La SF70H, in questo secondo stint, per la differenza di compound con la Mercedes di Hamilton (gomme medie) è stata costantemente più veloce anche se non si è notato il delta sul passo che si era evidenziato durante le prove libere di venerdì. 

Il regime di VSC è stato decisivo

Prima dell’ingresso della VSC, il gap tra Vettel ed Hamilton era di 7,8s ed in questa fase il muretto della Mercedes è riuscito a scegliere la giusta strategia che ha permesso al pilota inglese di aggiudicarsi la gara.
Inizialmente gli uomini di Toto Wolff hanno atteso per capire le mosse del muretto di Maranello. Se Vettel avesse “pittato” loro avrebbero cercato di andare fino alla fine con le gomme medie. Cosa fattibile visto lo stint della Force India che con questo compound era riuscita a percorrere tantissimi giri con degrado pari a zero.
Vedendo che Ferrari non era intenzionata a richiamare ai box Vettel hanno deciso di aspettare il più possibile a richiamare Hamilton per non dare la possibilità alla Ferrari di rispondere. Infatti, Hamilton ha effettuato il suo pit stop e poco dopo il direttore di gara ha rimosso il regime di VSC. Con questa mossa il muretto Mercedes ha guadagnato in un solo colpo circa 8s sulla Ferrari che ha effettuato il proprio pit stop qualche giro dopo.

Si è capito fin da subito che sarebbe stato molto difficile per Vettel riuscire a resistere ad Hamilton, visto che il pilota inglese montava degli pneumatici soft contro la mescola media del pilota tedesco della Ferrari. Infatti, sfruttando il DRS e una mappatura “extra boost” della Power Unit Mercedes, Hamilton è riuscito a sopravanzare Vettel sul rettifilo principale, riuscendo a gestire le gomme fino al termine della gara. 

La gara è stata decisa dai dettagli. Analizzando il ritmo di gara possiamo notare come le due vetture fossero sostanzialmente equivalenti in termini prestazionali. Mercedes, grazie agli aggiornamenti, sembra essere una vettura più gentile sulle gomme rispetto a quella di inizio stagione e Ferrari ha dimostrato, ancora una volta, di essere una monoposto che può giocarsela ad armi pari con i rivali.