MotoGP Tech: la grande sfida dell'elettronica

MotoGp
Dettaglio KTM RC16 (foto: facebook - motogp pitwall)

Approfondimento tecnico MotoGP - Il processo di unificazione dei sistemi di controllo elettronico dei motori (ECU), che dalla stagione 2016 ha portato alla presenza di un fornitore unico per l’hardware ed il software, è stato sviluppato per gradi ed è stato realizzato in più stagioni. Ripercorriamo la storia con il supporto dell’ing. Giulio Bernardelle e di una animazione 3D sviluppata in collaborazione con la Vandone Film

Le origini

Inizialmente l’elettronica era libera; non c’era alcun vincolo regolamentare da considerare per la realizzazione sia dell’hardware che del software delle centraline.
Consapevoli dell’importanza strategica della materia trattata, tutte le Case avevano dedicato da subito notevoli energie per sviluppare le centraline di gestione motore sia per la parte hardware che nel software. Erano nate collaborazioni esclusive con le più importanti aziende di elettronica applicata all’automotive, con l’italiana Magneti Marelli ad occupare un ruolo assai rilevante.

L'elettronica libera

Tradotto in termini semplici e comprensibili, elettronica libera significa che ogni Casa può sviluppare completamente una sua ECU, decidendo le prestazioni dei componenti hardware da adottare, quali e quanti segnali utilizzare come parametri di input, come analizzarli, e quali strategie di controllo adottare (che azione mettere in atto e su quale parametro). Tutta questo ha portato ad uno sviluppo notevole delle ECU che, in meno di dieci anni, dal 2002, sono evolute da una configurazione derivata e ancora simile al mondo auto a delle vere e proprie centraline dedicate alla gestione dei motori da moto con tutte le loro particolarità rispetto alle “quattro ruote”.

Le prime limitazioni

Dal 2014 è stata resa obbligatoria l’adozione di una centralina unica. L’hardware uguale per tutti ha eliminato le possibili differenze per quel che riguardava il numero dei segnali di input che era possibile controllare e la tipologia ed il numero dei segnali di output e le prestazioni del sistema. Le case, però, hanno potuto continuare in modo autonomo lo sviluppo dei software conservando tutte le particolarità ed i segreti applicati alle strategie di controllo. Così, l’adozione della centralina unica non ha comportato una limitazione alle possibilità di gestione elettronica dei motori sviluppata da ogni Casa negli anni precedenti, mentre la “stangata” è arrivata nel 2016 con l’introduzione del software unico.

La rivoluzione 2016

Dalla scorsa stagione ogni Casa adotta lo stesso pacchetto hardware e software fornito dell’organizzatore. Il cambiamento è stato sentito in quanto sono stati dismessi i cosiddetti “software proprietari” che avevano più di dieci anni di sviluppo sulle spalle. In termini più pratici significa che le Case sono state costrette a sviluppare le sole mappature da caricare su un software che può adottare solo le strategie che adottano anche tutti gli altri. Così la Honda, ad esempio, ha dovuto rinunciare al suo famoso torsiometro, potendolo continuare a monitorare con l’acquisizione dati, ma senza poter più utilizzare questo segnale come parametro di input per una particolare logica di gestione.