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NBA, il ritorno di Durant: “Sono di nuovo normale”

NBA

Dopo più di un mese di assenza, i Golden State Warriors hanno potuto rivedere in campo il proprio numero 35. Un rientro incoraggiante per la miglior squadra della NBA e scoraggiante per le avversarie ai playoff

Era dal 28 febbraio che non lo si vedeva in campo, ma di Kevin Durant non si è mai davvero smesso di parlare. Un po’ perché i riflettori sono puntati su di lui sin da quando ha scelto di unirsi ai Golden State Warriors, un po’ perché la squadra senza di lui ha comunque continuato a volare — 14^ vittoria in fila, striscia più lunga della stagione NBA che va a concludersi —, ma il numero 35 è rimasto una presenza costante nella storia di questa annata. È stato comunque incoraggiante vederlo tornare in campo stanotte contro i New Orleans Pelicans, sparring partner perfetto per saggiare le condizioni del ginocchio infortunato sul campo di “casa” di Washington. “Mi sono sentito di nuovo normale” ha dichiarato successivamente Durant. “Sono un giocatore di pallacanestro che ama quello che fa, è la mia cosa preferita. Quando sento che sono parte della squadra, parte di questa energia che riusciamo a sprigionare, mi sento alla grande”.

Senza Steph

Durant ha chiuso con 16 punti, 10 rimbalzi, 6 assist con una sola palla persa, pur tirando sotto le sue medie abituali (6/15 dal campo, 0/4 da tre punti e 4/4 ai liberi) in quasi 31 minuti di gioco in cui ha chiuso col miglior plus-minus di squadra (+22). Un rientro incoraggiante, specialmente quando “KD” ha iniziato la partita con una torreggiante schiacciata rovesciata prendendosi la linea di fondo facendo esplodere il pubblico della Oracle Arena, che purtroppo non ha potuto esaltarsi anche per le magie di Steph Curry, alle prese con una contusione al ginocchio che non dovrebbe preoccuparlo troppo in vista dei playoff. Coach Steve Kerr prima della gara ha scherzosamente definito Durant come “irritabile e scontroso” durante il suo periodo lontano dal campo, consigliandogli di concentrarsi sui rimbalzi difensivi per ritrovare il giusto ritmo. “Non sono preoccupato per l’attacco, so che troverà il modo di segnare anche quando non tira bene. La cosa più importante è che tra una settimana, quando inizieremo la nostra serie di playoff, sarà al 100% difensivamente. Questa deve essere la sua preoccupazione nelle prossime partite prima di Gara-1. Mi è piaciuto il fatto che ha giocato 31 minuti: non sapevo quanto lasciarlo in campo perché lui vuole sempre giocarli tutti e 48, dobbiamo sempre ricordargli che non si può fare”. 

Il solito terzo quarto

Come al solito gli Warriors hanno aperto in due la gara nel terzo quarto, parziale in cui hanno segnato 39 punti contro i 22 dei Pelicans grazie anche al miglior momento della partita di KD, che ha ritrovato la mano segnando tre canestri su quattro tentativi raccogliendo anche 3 rimbalzi e 2 assist, uno per una tripla di Klay Thompson (miglior marcatore con 20 punti) e uno per una schiacciata solitaria di JaVale McGee (16 punti in 16 minuti con 8/10 dal campo). L’unica notizia negativa è stata la distorsione alla caviglia per Matt Barnes, che in questo mese ha tenuto il posto in caldo a Durant ma ora, con il rientro di KD e un Andre Iguodala in grandissimo spolvero, può permettersi di recuperare senza fretta. È il lusso di avere quattro All-Star e la rotazione più lunga della lega: ora che tutti sono a disposizione, i Golden State Warriors si avvicinano ai due mesi più importanti della stagione come gli assoluti favoriti per la vittoria finale.