Sharapova farà tappa a Roma, concessa la wild card

Tennis

Stefano Olivari

L'attesa è finita, Maria Sharapova tornerà in campo a Roma grazie alla wild card (Foto Getty)
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Il caso Meldonium (accusa di doping e 15 mesi di stop) scade a fine aprile, e allora la russa potrà gioire due volte: grazie alla proposta dei vertici degli Internazionali potrà già tornare in campo al Foro Italico, dove il torneo è in programma dal 10 al 21 maggio

Maria Sharapova torna a Roma, non per turismo ma perché a fine aprile scade la sua squalifica e gli Internazionali d'Italia (dal 15 al 21 maggio prossimi) le hanno offerto una wild card. Proposta accettata, da una campionessa che rimane la più amata da sponsor e pubblico nonostante i 15 mesi di stop per il controverso caso Meldonium. A Roma la quasi trentenne russa ha vinto già tre volte (2011, 2012 e 2015) e quello del Foro Italico sarà il suo terzo torneo del grande rientro, dopo Stoccarda e Madrid.

Nel panorama un po' depresso del tennis femminile di oggi queste operazioni sono senz'altro più facili che fra gli uomini ma certo è che la Sharapova non ha più il ranking nemmeno per partecipare alle qualificazioni e quindi quella delle wild card (che gli organizzatori peraltro fanno a gara a concederle) è una strada obbligata per riprendere confidenza con il tennis vero, che non frequenta dagli Australian Open del 2016, quando perse nei quarti da Serena Williams, arcinemica più mediatica (l'americana ritiene ingiusto che la Sharapova guadagni quanto lei nonostante abbia vinto 5 Slam contro 23, come ha sottolineato sabato scorso anche il Financial Times) che tecnica. Il bilancio fra le due dice tutto: 19 a 2 per Serena, con le due sconfitte, una nella finale di Wimbledon, entrambe risalenti al 2004.

È ovvio che la prospettiva di chi organizza e di chi guarda sia diversa da quella delle sue colleghe, visto che la Sharapova è comunque stata condannata per doping e non per antipatia. Una vicenda tuttora non chiara, visto che il Meldonium fino a pochi giorni prima del test fatto a Melbourne era ammesso dalla WADA e che le modalità di comunicazione della nuova lista agli atleti non erano state molto chiare. Ma se la buona fede della Sharapova poteva essere credibile (anche se le email di avvertimento erano state cinque), non altrettanto si può dire della storia del mildronate (il farmaco in questione) preso da anni su indicazione del medico di famiglia per una serie di malattie e anche a scopo preventivo. Su questo si è innestato un dibattito pseudoscientifico grottesco, con vari esperti anche a sostenere che il Meldonium non migliorasse le prestazioni sportive. Dire che la Sharapova sia stata incastrata è da complottisti, ma certo non è stata ‘seguita’ bene visto che nel tennis circolano ben altre sostanze, come testimoniato dalla definizione di certe muscolature.

Questo ormai è però il passato e la Sharapova l'ha presa tutto sommato bene visto che per un anno si è dedicata a viaggi, studio ed attività imprenditoriali varie, a partire dal progetto Sugarpova. In attesa di vedere le sue condizioni tennistiche è da sottolineare l'impressionante atteggiamento tenuto delle colleghe nei suoi confronti, una durezza giustificata non tanto da motivi etici quanto da pura e semplice invidia.