Nella finale tutta svizzera il vincitore degli Australian Open ha conquistato questo torneo per la quinta volta in carriera, superando 6-4 7-5 il numero 3 del mondo. E adesso proverà a vincere anche a Miami, dove mancheranno per infortunio Murray e Djokovic. Da mercoledì tutto live su Sky Sport 2 e Sky Sport 3
Roger Federer sta vivendo in maniera incredibile la sua seconda giovinezza: battendo 6-4 7-5 l'amico e connazionale Stan Wawrinka, numero 3 del mondo, ha vinto per la quinta volta il torneo di Indian Wells, che sarebbe per lui anche il venticinquesimo Masters 1000 e il novantesimo torneo ATP in carriera. È stata una finale giocata in fondo su pochi punti, in parte condizionata dalla lunga attesa negli spogliatoi visto il protrarsi imprevisto della finale femminile: primo set velocissimo, deciso da un break al decimo game, secondo set con un Wawrinka rabbioso che sembrava involarsi. Federer però ha continuato a muoversi leggero, nel caldo soffocante, ha recuperato il break e aspettato che il più nervoso Wawrinka strappasse i colpi. La chiave tattica dell'incontro fra due giocatori divisi da 4 anni di età (36 Federer, 32 Wawrinka) e che si conoscono perfettamente, è stata proprio la capacità di Federer di aspettare il momento giusto e di non snaturare il suo gioco per evitare il rovescio dell'avversario. Ha servito bene, ma è piaciuto tanto anche nella fase difensiva: mai troppo indietro, raramente in affanno. Certo è stata una partita inferiore a molte delle loro 22 precedenti (adesso il bilancio è 20-3 Federer) e di sicuro alla semifinale degli ultimi Australian Open vinta da Federer al quinto: in questo torneo il miglior Federer si è visto contro Nadal negli ottavi e il miglior Wawrinka contro Thiem nei quarti. Commozione a fine partita da parte di entrambi: il loro rapporto ha avuto molti alti e qualche basso, ma è unico e non soltanto per la Coppa Davis, l'oro di Pechino e mille altre avventure vissute insieme. A 35 anni e 7 mesi Federer supera Agassi e diventa il più anziano campione di un Masters 1000. Nel ranking ATP passa dalla decima alla sesta posizione. Ora si vola a Miami con le solite grandissime ambizioni, che ci sarebbero state anche senza le assenze. Wawrinka manca ancora una volta la vittoria in un Masters 1000, ma ha tutto per colmare la lacuna già nel 2017.
La finale fra Federer e Wawrinka è stata preceduta da quella del torneo femminile, dove ha trionfato a sopresa Elena Vesnina, che alla vigilia non era certo la favorita. La russa numero 15 del mondo ha battuto 6-7 7-5 6-4 la connazionale Svetlana Kuznetsova, numero 8 WTA, in un match tiratissimo (tre ore e un minuto senza risparmiarsi) dove entrambe si sono aggrappate al servizio e che è stato deciso da un break al penultimo game. Nonostante siano entrambe russe e quasi coetanee, era soltanto il terzo confronto incrociato fra di loro, con adesso la meno titolata che conduce 2-1. Per la trentenne Vesnina è la gioia più grande della carriera, insieme all'oro nel doppio vinto ai Giochi di Rio con la Makarova e ai due successi Slam, sempre nel doppio, al Roland Garros 2013 e agli US Open 2014. Per la Kuznetsova è la terza finale persa a Indian Wells, dopo quelle del 2007 (sconfitta dalla Hantuchova) e del 2008 (sconfitta dalla Ivanovic).
In generale un'edizione di Indian Wells con molte soprese e quasi nessuna gradita agli organizzatori, da Larry Ellison a Tommy Haas. Questo non toglie che per dimensioni e importanza che gli danno gli atleti questo sia ormai il quinto torneo dello Slam nella testa di quasi tutti gli addetti ai lavori. Un titolo che Miami ha perso e non da quest'anno, anche se nelle ultime ore i forfait dei big si stanno susseguendo. Dopo l'annuncio di Andy Murray, che soffre per un problema al gomito destro e dovrà rinunciare a campi che conosce benissimo (a Crandon Park si allena spesso) è arrivato quello di Novak Djokovic, pare per lo stesso motivo e lo stesso gomito. Lui stesso lo ha annunciato su Twitter, con grande dispiacere visto che a Miami ha vinto ben 6 volte. Un Masters 1000 che perde il numero 1 e 2 del mondo prima ancora di cominciare è una vera rarità, ma forse che questo sia accaduto a Miami non è casuale perché dopo Indian Wells la testa di molti è già alla grande stagione sulla terra.